Il concetto di nootropo è giunto rapidamente alla ribalta in questi ultimi anni per via di alcune leggende metropolitane connesse alla vita dei college e delle università statunitensi e ad alcune opere di finzione, in primis “Limitless” un film del 2011 diretto da Neil Burger. Un concetto che si accompagna spesso a quello di nootropo è quello di lifehacker o biohacker, ovvero due figure immaginarie che si deidcherebbero allo studio ed alla sperimentazione di sostanze utili a potenziare e ad “ingannare” i limiti della mente e del corpo umano con l’intento di espandere le capacità dell’essere umano.
Inoltre alcuni nootropi (non faccio nomi…) sono stati molto pompati da Big Pharma come panacea di alcuni disturbi cognitivi, con relativa produzione di “lavori scientifici” davvero poco convincenti.
Il termine nootropo risalirebbe ai primi anni ’70 e sarebbe stato coniato da un medico rumeno, tale Corneliu E. Giurgea, e si riferirebbe a tutte quelle sostanze che avrebbero la possibilità di potenziare le capacità cognitive del cervello umano, rendendolo più performante. In sintesi i nootropi migliorerebbero attenzione, memoria e capacità di calcolo e di ragionamento; ultimamente si è introdotto anche il concetto, vedremo in seguito tutt’altro che secondario, che i nootropi dovrebbero agire anche sull’umore e sulla motivazione.
Il concetto di nootropo ha preso rapidamente campo ed ha incuriosito molte persone per almeno 4 ragioni:
- L’ipotesi di riuscire ad ottenere rapidamente e senza sforzo delle capacità mentali che potrebbero permettere di raggiungere successo e ricchezza nel notstro campo di interesse (business, ricerca, arte, letteratura o altro…).
- La possibilità di ottenere capacità, motivazione ed energia tramite sostanze che non avrebbero i pesanti effetti collaterali delle comuni droghe, cocaina ed amfetamine in primis.
- La seducente idea che vi siano delle informazioni tenute “segrete” relative a sostanze che funzionerebbero da potenziatori della nostra mente e che questi segreti apparterrebbero ad un sottobosco di “iniziati” o di neuroscienziati alternativi che condividerebbero con pochi discepoli queste conoscenze.
- L’utilizzo di nootropi si presta benissimo come espediente narrativo simile a quelli presenti nella tradizione antica (“pozione magica”) o di quella moderna (“supereroe”), e quindi ha dato origine a belle storie che hanno fondato rapidamente un immaginario moderno di rivincita e di riscatto di tutte quelle persone diventate vittime di una società che richiede performance eccessive per raggiungere il successo.
Come premessa generale è necessario anche sottolineare l’equivoco di fondo che sta dietro al concetto di nootropo: l’idea che una sostanza (o un gruppo di sostanze) possa generare una capacità mentale così complessa tale da permettere di raggiungere risultati che richiedono un percorso di crescita non solo cognitivo ma anche di funzioni superiori come l’intuizione, l’abduzione, l’astrazione, l’interpolazione, la manipolazione di concetti complessi e la pratica di una data capacità che richiede costanza, esperienza, focus, passione e motivazione. Un pochino troppo per una pillola.
In realtà il concetto di nootropo rimanda pericolosamente, a livello di vissuto fantastico, ad una condizione di iperattivazione e di vissuto pericolosamente assimilabile a quella della mania o a quella sperimentabile quando si assume cocaina, ovvero ad un benessere innaturale ed estremo a cui, in maniera accessoria, si avrebbero anche delle effettive migliori performance intellettive. Tutto questo è piuttosto congruo ad uno stile di vita ideale ed innaturale fortemente favorito da una società ormai sempre meno a misura d’uomo.
Veniamo adesso alla domanda che tutti si fanno appena si avvicinano al concetto di sostanze nootrope…
Esistono davvero i Nootropi?
Questa è ovviamente la domanda finale che tutti si chiedono. Quando si sente parlare di nootropici, spesso chiamati “smart drugs”, probabilmente ci si immagina qualcosa di simile alle scene che troviamo, ad esempio, nel film “Limitless”, dove il personaggio di Bradley Cooper diventa super-brillante e super-perfromante dopo aver ingoiato una strana pillola trasparente.
I farmaci e gli integratori attualmente disponibili che vengono definiti “nootropi” non sono neanche minimamente assimilabili a qualche cosa di simile, anche se spesso il concetto che si vorrebbe far passare sarebbe fondamentalmente lo stesso, anche se meno intenso. Questo ovviamente è un inganno allo scopo di diffondere notizie fasulle spesso finalizzate a vendere prodotti.
Alcuni farmaci o integratori nootropici potrebbero avere vantaggi promettenti, come migliorare la memoria, l’attenzione o la motivazione, ma il punto è che, ad oggi, non ci sono ricerche serie e specifiche a supporto di questi utilizzi specifici. In particolare in relazione alla sicurezza sul breve e sul lungo termine.
In effetti, l’uso ricreativo o prestazionale dei nootropici è oggetto di accesi dibattiti tra medici, ricercatori ed utilizzatori early adopters. Ci sono sicuramente grosse preoccupazioni non solo per i possibili effetti negativi dell’utilizzo a lungo termine, ma anche in relazione a questioni etiche in relazione alla diffusione di potenziatori cognitivi per ottenere un vantaggio a scuola, nello sport, nelle relazioni o nel lavoro quotidiano.
Quindi la risposta alla domanda è, in estrema sintesi: potenzialmente esistono dei nootropi ma non ne conosciamo esattamente le possibilità e la sicurezza di utilizzo nel breve e nel lungo termine.
Quali sarebbero i più probabili composti Nootropi?
Pur ribadendo che, ad oggi, il termine nootropo si riferisce ad una classe molto eterogenea e poco conosciuta di molecole sintetiche e naturalmente presenti in natura, non si può negare che vi sia molta letteratura, sebbene parziale, imprecisa e poco scientifica, che fa riferimento a molecole in grado di migliorare alcuni aspetti delle nostre capacità cognitive.
Quali sono queste molecole e/o sostanze nootrope? Ho voluto in quest’articolo riportare una lista il piú completa possibile di tutti quei nootropi che hanno, in qualche maniera, un minimo di fondamento scientifico per poter essere considerati tali, ribadendo che non sono presenti studi scientifici adeguati che ne comprovino l’efficacia e la sicurezza in questo ambito specifico, ovvero di cognitive enhancer.
- Modafinil: (nome commerciale Provigil) è un vero e proprio farmaco, con indicazioni specifiche (narcolessia) ed effetti collaterali, appartenente alla classe degli psicostimolanti, aumentando la disponibilità di alcune monoammine encefaliche e dell’istamina. Ha comprovati benefici su alcuni aspetti della memoria e sulla capacità di diminuire il bisogno di sonno. Sono in corso studi per la sua applicazione nella dipendenza da cocaina, nella perdita di peso e nel deficit cognitivo post-chemioterapia. Uno dei più documentati nootropi, forse il primo, ma al secondo posto come potenziale di abuso e di pericolosità.
- Piracetam: (nome commerciale Nootropil) è una molecola appartenente ai cosiddetti composti racetam, ovvero sostanze che stimolano il recettore del glutammato e che condividono la struttura costruita su di un anello di 2-pirrolidone. Il piracetam è anch’esso un farmaco con specifiche indicazioni (deficit cognitivo nella Malattia di Alzheimer) ed effetti collaterali. Sebbene venga indicato come un potenziale nootropo si segnala che l’utilizzo di piracetam negli animali da esperimento ha portato ad un miglioramento solo negli animali anziani, ma non in quelli giovani. Il secondo in classifica tra i nootropi con più documentazione scientifica.
- Metilfenidato: (nome commerciale Ritalin) è un farmaco psicostimolante indicato per la terapia dell’ADHD, è quindi anch’esso un vero e proprio farmaco con effetti collaterali e potenziale d’abuso. Viene spesso indicato come un potenziale nootropo da una certa letteratura scientifica underground. Nella classifica dei “nootropi sintetici” potrebbe piazzarsi al terzo posto. Io lo metterei al primo, come pericolosità.
- Caffeina: La sostanza che da al caffè i suoi “poteri magici”… direi che di questa sostanza sappiamo tutto, no? Per approfondire su questo blog, in particolare sul suo potenziale di abuso, leggete qui. Sebbenen una sostanza ampiamente diffusa, non è priva di effetti collaterali anche gravi a dosaggi neppure troppo elevati.
- Ginseng: è una radice tipicamente utilizzata nella medicina cinese per attenuare la fatica, migliorare l’umore e potenziare le difese immunitarie. Ovviamente in questo caso parliamo di un semplice integratore, anche se si possono presentare effetti collaterali simili a quelli del caffè (tachicardia, ansia, irrequietezza, tremori).
- Teanina: è un composto che sembrerebbe utile per attenuare l’ansia e l’irrequietezza di alcuni psicostimolanti, come ad esempio la caffeina, e poterne godere dei soli effetti positivi. Ovviamente queste sue proprietà sono tutte da verificare e da quantificare…
- Ashwagandha: un erba utilizzata da una certa medicina tradizionale detta anche Withania somnifera, fa parte delle cosiddette sostanze adattogene, ovvero che migliorano l’adattabilità dell’organismo in condizioni estreme, si usa come tonico, energetico, migliorerebbe l’attenzione, abbasserebbe il livello generale dell’ansia. Dosaggi molto elevati di questa pianta possono causare disturbi gastrointestinali, vomito, diarrea e depressione respiratoria.
- Lion’s Mane Mushroom: un fungo medicinale usato per migliorare le performance cognitive, evitare il decadimento cognitivo nell’anziano, abbassare il livello di ansia prestazionale. Contiene molte sostanze, tra cui il beta-glucano, che favorirebbero il funzionamento del tessuto cerebrale.
- 5-Idrossi-triptofano: (nome commerciale Samyr) è il precursore della serotonina, un neuromediatore molto importante per il tessuto nervoso encefalico, viene utilizzato come farmaco/integratore per la terapia della depressione e dell’insonnia. Viene indicato da molti studi come un potenziale nootropo.
- L-Tirosina: è un amminoacido precursore di alcuni ormoni e di alcune catecolammine. Si ritrova in diversi cibi (ad es. stoccafisso e formaggio grana) e sembra essere efficace in associazione con la caffeina.
- Colina: è presente in alti dosaggi nelle uova e nella lecitina di soya. La colina attraversa facilmente la barriera emato-encefalica e successivamente diventa acetilcolina, un importante neurotrasmettitore cerebrale. La colina sembrerebbe essere un vero VIP nel mondo dei nootropici, infatti non solo è un nutriente essenziale e un potente stimolatore del cervello a pieno titolo, ma sembrerebbe l’integratore indispensabile che fa emergere il meglio degli altri nootropi. Sempre secondo una certa letteratura biohacker…
Che aggiungere? Tantissimo o pochissimo, a secondo delle prospettive… concludo ribadendo che non ci sono prove scientifiche autentiche e sostenute da evidenze certe che confermino sia i singoli nootropi che il concetto stesso di “nootropo”, in particolar modo se facciamo riferimento alla letteratura fantastica sull’argomento. Volete un consiglio? Non fate troppi esperimenti: rischiate effetti collaterali, spenderete soldi su siti di dubbia affidabilità (o addirittura illegali) e molto probabilmente non otterrete nulla di interessante…
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Salve dottore
le sembra che 2 tazze di caffè al giorno possano danneggiare la salute?Io bevo solo la qualità Arabica di montagna tostatura leggera e rigorosamente moka made e sono certamente diventata dipendente ma come recitava una nota pubblicità il caffè è un piacere…..
cosa ne pensa di questo peptide? SELANK
Alcuni integratori hanno talmente tanti ingredienti dentro che la quantita minimo per ogni elemnto e’ troppo piccola per avere effetto. Conviene prendere un integratore per sostanza. Come il Ginko Biloba, l’acetyl-l-carnitine, la vipocentina ecc…
Mi viene da chiedermi se allo scetticismo riguardo queste sostanze che hanno diverse evidenze scientifiche per quanto riguarda l’efficacia abbia associato dei test personali con scarsi risultati. Molte delle sostanze da lei citate le utilizzo da circa un anno con grandi benefici. La natura ci ha donato oltre al cibo anche diverse molecole per migliorare le nostre performance. Ormai è scienza. Il tempo dei 10 caffe al giorno per ‘tenersi su’ è finito per chi si informa e le assume consapevolmente. In India utilizzano la Bacopa monnieri da milleni, è addirittura citata sui Veda come stimolante della memoria, chiaramente al tempo non avevano altri metodi per verificare la validità se non quelli empirici, tuttavia dubito che i saggi e gli yogi del tempo non fossero in grado di percepirne gli effetti essendo individui altamente consapevoli del proprio stato mentale. Saluti Michelangelo
Ricerche recenti (basta cercare “psychedelics neurogenesis” su google, apparirà tra i primi da leggere anche il sito NCBI, un noto sito .gov di ricerca medica governativo statunitense) hanno e stanno dimostrando che molte sostanze attualmente definite droghe psichedeliche o “allucinogene”, inducono un effetto di neurogenesi (produzione nuovi neuroni) nell’ippocampo (zona dedicata all’apprendimento e memoria) e neuroplastica (aumento dei dendriti sugli assoni dei neuroni) producendo quindi un aumento di connessioni e, di conseguenza, un aumento di efficienza per ogni singolo neurone.
Anche citando Michelangelo, lei dice “non si puo negare che vi sia molta letteratura, sebbene imparziale, imprecisa e poco scientifica”… abbiamo visto che vi sono testi millenari che trattano questi temi, ovviamente con i metodi di allora, l’umanità ha per secoli e millenni utilizzato questi nootropi naturali, ora le ricerche americane e olandesi, etc… quindi mi piacerebbe avere un’approfondimento sull’ “imparziale, imprecisa e poco scientifica”…
siamo in molti ricercatori affascinati da nootropi e peptidi ed io ed il mio gruppo abbiamo delle esperienze. Putroppo come sempre il marketing mette in campo una serie di assolute sciocchezze che millantano dati non pubbicati o testati solo su ratti. Poi segue il tam-tam come nei siti di palestrati “dopati” dove ognuno riporta che a “lui questa cosa o quell altra fanno veramente bene(sic!”La cautela quindi non è per un atteggiamento retrò ma perchè la ricerca è una cosa seria. Un fafrmacoche sia di sintesi o estrattivo naturale (dobe la compisizone è a volte un labirinto) ha una gestazione di 10-15anni,ma TUTTI documentabili e dossierati (e non presunti e riportati), quindi cautela, cautela. Ma il campo è affascinante.
L aniracetam con il nome commerciale di ampament ha vari studi sugli effetti cognitivi e motivazionali tanto è che viene usato per chi ha problemi di Alzheimer con buoni risultati . è ufficialmente un prodotto farmaceutico con tanto di ricetta .per me molto valido
scusa, sono un medico e ricercatore in Italia e all estero….ma dove mai il piracetam ha significativi effetti ed usato sull alzheimer??? Ok avrà qualche studio ma magari la ricerca clinica va avanti per alcune segnalazioni……..sull alzhemier se vai su database seri indicizzati se clicchi “therapy”……finisci domani di leggere solo i titoli., le conclusioni, i contraddittori e le confutazioni poi necessitano una settimana se va bene….(sempre a òegge solo i titoli). Per cortesia……cautela……..non bastano certi medici-fattucchiera, non mettiamo adesso anchde i lettori (per quanto colti di cultura generale) a discutere e dare opinioni……
spero nessuno se la prenda a male ma la tossicogenomica e le gene-related drugs interaction non sono storielle da bar o con l erborista amico…… pliiiiiiis
Buongiorno! Se una persona a causa di problemi di salute ha poche energie mentali e fisiche e vorrebbe avere delle performance almeno normali, lei cosa consiglia? Non c’è nulla che possa essere efficace? A me i medici avevano fatto prendere vari integratori a base di taurina, carnitina, etc, ma non sono serviti a nulla.
Illustre dottore, nel compiacermi per il suo esauriente post, di cui condivido pure la premessa critica, mi permetto segnalarle un piccolo refuso riguardo al triptofano: il nome commerciale non è Samyr. Qust’ultimo infatti contiene Ademetionina, altra sostanza talvolta menzionata tra i nootropi.
Cordialità, suo Aiace
Grazie davvero per la segnalazione! Un caro saluto e buon anno! P.S. Conosci il mio canale YouTube?
Scusi Dottore ma il principio attivo del farmaco Samyr non mi risulta essere il 5-HTP bensì Ademetionina….possono essere considerati equivalenti ?
Grazie mille
Saluti
Alessandro Guzzini
Eppure ci sono casi di effetti benefici palesi di integratori che migliorano l’efficacia di antidepressivi per esempio il NAC e l’ inositolo (non su tutti i pazienti).
Onestamente non capisco questa avversione verso possibilità terapeutiche ed in generale di miglioramento dello stato cognitivo e psico-fisico generale.
Il discorso delle pillole che ti fanno diventare Iron Man è chiaramente una markettata.