Molte recenti ricerche di neuroanatomofisiologia sembrano confermare alcune prospettive tipiche delle medicine tradizionali, nelle quali si parla di “cervello viscerale”. Analogamente lo studio del microbiota intestinale sta mostrando delle potenzialità assolutamente inaspettate in psichiatria e nelle altre specialità mediche che sono implicite, a livello esperenziale, in molte antiche prospettive sulla biologia dell’Essere Umano.
D’altra parte pur riconoscendo il valore di molti elementi intuitivi tipici di tali tradizioni mediche antiche non sembra possibile, negli anni 2000, esimersi da un punto di vista medico-sanitario che si estranei dal metodo scientifico più rigoroso e da solidi elementi etici.
In realtà quello che possiamo osservare, in particolare negli ultimi anni del ‘900, è che in Medicina abbiamo ancora molti filoni di pensiero i quali, sebbene abbiano velleità di integrazione, si contrappongono alla Medicina Classica: naturopatia, omeopatia, medicina olistica e chi più ne ha più ne metta.
Ancora una volta possiamo osservare la tendenza innata dell’essere umano al Dualismo: Medicina Classica contrapposta a Medicina Alternativa.
La Psicobiotica, ovvero lo studio dei rapporti tra microbioma, “secondo cervello” intestinale e cervello, ad un’analisi superficiale, potrebbe essere fatta rientrare nel caotico campo delle medicine alternative, ma non è così.
In realtà non dovrebbe esserci nessuna “Medicina Classica” contrapposta ad una “Medicina Alternativa”. È questa una divisione decisamente anacronistica.
La posizione più razionale sarebbe quella di avere delle transitorie prospettive scientifiche di osservazione della realtà dell’uomo che andrebbero sempre dimostrate e periodicamente riviste. La conseguenza di questi modelli teorici transitori dovrebbe essere quella di e che possono avere, come conseguenza, delle declinazioni sul piano clinico e terapeutico (…che anch’esse vanno dimostrate, validate e periodicamente rimesse in discussione!).
Esiste, quindi, un unica Medicina che deve comprendere tutte le premesse teoriche e tutti gli elementi possibili di diagnosi e terapia che abbiano passato il vaglio del Metodo Scientifico. Metodo scientifico non guidato da impostazioni ideologiche o da interessi di mercato ma solo dalle evidenze, dall’analisi dei fatti.
Per meglio sottolinare questa premessa vorrei fare un confronto rapido, a titolo esemplificativo, tra Psicobiotica ed Omeopatia.
La prima differenza è che la Psicobiotica non è nata, un bel giorno, grazie ad un “creatore” come l’omeopatia (il medico tedesco Samuel Hahnemann), ma si è lentamente costruita mediante studi scientifici che ne hanno definito in maniera progressiva il campo di interesse.
In secondo luogo la Psicobiotica si pone felicemente al vaglio del metodo scientifico, confrontandosi con le critiche ed accettando i limiti che gli studi clinici ancora impongono. Non ci sono false speranze o aspettative magiche nei confronti della Psicobiotica, semplicemente questa teoria è ancora in una fase pionieristica ed è ben felice di rimanerci sino a che le cose non saranno molto chiare per tutta la comunità a scientifica.
Inoltre le differenze tra Psicobiotica ed Omeopatia sono nette anche nell’atteggiamento che i vari cultori e studiosi hanno verso le definizioni stesse: mentre l’omeopatia esprime da molti decenni la volontà di esistere anche come difesa strenua del suo “nome”, tutti coloro che si stanno dedicano alla psicobiotica, spesso, non sono per nulla affezionati a questo termine, anzi alle volte non sono neppure consapevoli di stare studiando qualche cosa che attualmente si chiama Psicobiotica.
Probabilmente tra qualche decennio, o forse meno, il termine Psicobiotica non esisterà neppure più. Questo perché chiunque abbia una mentalità scientifica sa benissimo che non è opportuno affezionarsi ad una definizione dato che, nella vera scienza, le cose cambiano in fretta.
Di fatto il termine “Psicobiotica” è solo una parola coniata molto recentemente per potersi riferire a tutta l’enorme mole di studi che si stanno producendo a livello internazionale e che hanno come oggetto il rapporto fisiologico e patologico tra cervello ed intestino, e le conseguenze sul piano clinico e terapeutico per le persone affette da alcune condizioni morbose.
Microbioma e “secondo cervello” intestinale sono un area di confine per la psichiatria che potrebbero fornire nuove prospettive di diagnosi e cura se, e solo se, ci saranno le adeguate conferme sul piano teorico e clinico secondo il metodo scientifico. Altrimenti si dovrà guardare avanti verso nuove idee.
Per chi desidera approfondire le attuali conoscenze sui rapporti tra microbioma, “secondo cervello” enterico ed i disturbi psichiatrici come ansia, depressione, schizofrenia ed autismo, consiglio di leggere “Psicobiotica: un nuovo modo di intendere il rapporto tra la mente ed il corpo“. Acquistatelo al miglior prezzo su Amazon.it:
Per approfondire consiglio i seguenti link:
- Le Medicine Alternative secondo il CICAP: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100883
- Omeopatia su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Omeopatia
- The Current State of Psychobiotics, su Science Daily: https://www.sciencedaily.com/releases/2016/10/161025220959.htm
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