L’utilizzo di nutraceutici ed integratori in psichiatria non rappresenta, al momento, una pratica definita e supportata da trial clinici di qualità.
Nonostante questa premessa stanno emergendo sempre più evidenze a favore dell’utilizzo di alcune sostanze o principi attivi naturali in diverse aree di psicopatologia, quanto meno come coadiuvanti a trattamenti più supportati da evidenze scientifiche di valore, sia psicofarmacologici che psicoterapici.
Lo zafferano, tra i tanti integratori che possono essere utili in psichiatria, rappresenta una sostanza naturale di particolare interesse, per varie ragioni.
Le azioni utili in psichiatria dello Zafferano (Crocus Sativus), inclusi quelli rivolti al tono dell’umore, sembrano essere attribuibili a 3 principali suoi metaboliti:
- Crocina e Crocetina (prodotta per idrolisi dalla crocina), un carotenoide responsabile del suo colore rosso vivo, è il diestere del disaccaride gentiobiosio e dell’acido dicarbossilico crocetina.
- Picrocrocina, il metabolita responsabile del suo particolare gusto amaro
- Safranale, il metabolita che genera l’odore e l’aroma molto particolari dello zafferano
Dalla letteratura emergente su questo argomento molto interessante di psiconutraceutica e di utilizzo di principi vegetali in psichiatria, si evincono alcune indicazioni dello zafferano per la psichiatria, in particolare per alcune sue azioni positive nell’area dei disturbi affettivi, depressione in particolare.
Quali potrebbero essere i potenziali effetti positivi dello Zafferano sulla Depressione?
Sono varie le azioni che i tre metaboliti ricordati prima, crocina e crocetina, picrocrocina e safranale, esplicano sull’uomo.
Per prima cosa vale la pena ricordare che lo zafferano possiede una particolare azione anti-infiammatoria, dimostrata in vari modelli sperimentali.
Questa azione anti-infiammatoria, importante per i disturbi depressivi secondo le più moderne teorie, sembra essere connessa all’inibizione del fattore di trascrizione NF-kB ed alla riduzione dei livelli e dell’espressione delle citochine pro-infiammatorie denominate COX-2, IL-6, TNF-alfa, IL-1beta, IFN-gamma.
Altri studi suggeriscono che l’estratto di zafferano possiederebbe un importante effetto neuroprotettivo incrementando a vari livelli nell’encefalo (anche nell’ippocampo), la concentrazione di alcuni fattori neurotrofici come il BDNF, il CREB ed il VGF.
Inoltre crocina e crocetina, picrocrocina e safranale possiedono uno spiccato effetto antiossidante.
In ultimo vale la pena ricordare che lo zafferano sembrerebbe avere un ruolo nella regolazione del fenomeno mentale dell’ansia e della risposta centrale allo stress, tramite un’influenza diretta sull’asse ippotalamo-ipofisi-surrene.
Quali evidenze cliniche possediamo rispetto agli effetti dello zafferano sulla depressione?
Ribadisco che gli studi al riguardo sono interessanti ma ancora in una fase preliminare, a mio parere.
In letteratura ci sono due principali studi al riguardo che mi hanno interessato:
- Una metanalisi di 7 studi controllati e randomizzati che hanno valutato, per sicurezza ed efficacia, la somministrazione di zafferano in pazienti affetti da depressione, sia versus placebo ma anche versus psicofarmaci. Vi rimando a questo studio in bibliografia, in fondo a questo post.
- Uno studio che ha valutato l’efficacia della crocina, il principale principio attivo dello zafferano, come trattamento aggiuntivo ad un antidepressivo SSRI classico, sempre in pazienti affetti da depressione maggiore.
Conclusioni
A questo punto rimangono aperte varie domande: quanto zafferano si dovrebbe assumere per avere un’azione di rilievo sui sintomi depressivi? Per quanto tempo si dovrebbe assumere zafferano? In quali pazienti lo zafferano potrebbe avere un’azione più efficace? Dove posso acquistare zafferano di buona qualità ed utile allo scopo?
Come potete capire lo scenario è ancora molto vago e necessita di nuove e più raffinate evidenze, e riscontri da più studi di qualità.
Nonostante questo, potrebbe valere la pena tentare un intervento coadiuvante con zafferano in alcuni pazienti affetti da depressione, quanto meno in aggiunta alle terapie “classiche”.
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Bibliografia:
- Yang X, Chen X, Fu Y, Luo Q, Du L, Qiu H, Qiu T, Zhang L, Meng H. Comparative efficacy and safety of Crocus sativus L. for treating mild to moderate major depressive disorder in adults: a meta-analysis of randomized controlled trials. Neuropsychiatr Dis Treat. 2018 May 21;14:1297-1305.
- Talaei A, Hassanpour Moghadam M, Sajadi Tabassi SA, Mohajeri SA. Crocin, the main active saffron constituent, as an adjunctive treatment in major depressive disorder: a randomized, double-blind, placebo-controlled, pilot clinical trial. J Affect Disord. 2015 Mar 15;174:51-6. doi: 10.1016/j.jad.2014.11.035
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Salve dottore,
Ho letto un lavoro iraniano in cui valutano che lo zafferano avrebbe le stesse proprieta’ del metilfenidato senza effetti indesiderati quali nausea e insonnia.Resta da dimostrare il suo uso nella terapia dell’ADHD e soprattutto stabilirne il dosaggio.