A cosa ci riferiamo quando parliamo di Psichiatria Digitale?
Proprio di questo vi voglio parlare in questo articolo trascritto da un mio video intervento presente sul mio canale YouTube.
Per ulteriori informazioni sulla psichiatria digitale, sulle terapie digitali, sui Big Data e sulla blockchain in medicina e psichiatria vi invito a cercare di più su questo blog, sul mio canale YouTube e sul podcast “Lo Psiconauta” su iTunes e Spotify.
Evoluzione Esponenziale….
In questi ultimi decenni ci siamo tutti resi conto che gli sviluppi culturali e tecnologici che hanno coinvolto il nostro pianeta hanno subito una diffusione di tipo esponenziale. Cosa significa?
Non è facile essere critici osservatori dei tempi in cui viviamo, ma è piuttosto evidente che per qualche tempo molti elementi di innovazione hanno avuto uno sviluppo lento, quasi sotto la soglia della percezione, per poi esplodere in maniera rapida e travolgente nell’arco di pochissimi anni.
Di conseguenza si è passato da un interesse di nicchia ad un rapido travolgimento di quasi tutta la popolazione mondiale.
Questo genere di espansione e di diffusione ha riguardato appunto le tecnologie digitali, che hanno travolto ogni possibile ambito delle nostre attività umane, dalla comunicazione al marketing, dalla musica al cinema, dalla mobilità quotidiana alla gestione delle vacanze, dall’economia alla politica, dall’editoria alla televisione e così via…
Questa dirompente trasformazione digitale è stata sostenuta in prevalenza dalla diffusione dell’utilizzo della rete, del web, e della possibilità per gran parte della popolazione di accedervi anche in mobilità.
È molto interessante valutare che cosa è accaduta dall’uscita del primo iphone nel 2007 ad oggi a livello della popolazione mondiale: nell’arco di 12 anni su 7,7 miliardi di esseri umani circa 5,1 miliardi possiede una periferica di telefonia mobile, 4,4 miliardi hanno accesso continuativo alla rete, 3,2 miliardi sono utenti dei social media da mobile (1).
Come potete vedere il web e le tecnologie digitali correlate sono letteralmente esplose negli ultimi 10 anni.
Vi ricordate frasi del tipo:
- “Lo vedi quello li? È un po scemo ha un telefono cellulare….!” (a metà degli anni ’90)
- “Internet? Una scemenza, serve solo a perder tempo….” (fine anni ’90)
- “Comprare su internet? Mettere la mia carta di credito su internet? Non sono mica scemo!” (inizio anni 2000)
- “Facebook? Io non ci sono e non me ne frega niente!” (intorno al 2005)
- “Avere sempre internet sul telefonino? A me non serve….” (verso il 2010)
- ….
La nostra prospettiva sul Mondo è cambiata, il Mondo è cambiato, noi stessi siamo cambiati e non ce ne siamo quasi accorti.
E in questo contesto di trasformazione digitale che cosa è accaduto alla medicina ed alla psichiatria?
Molte cose sono cambiate ovviamente ma con qualche differenza, la curva esponenziale del cambiamento per diverse ragioni non ha ancora raggiunto la fase della completa trasformazione digitale.
È verosimile immaginare che sarà durante la prima metà degli anni ’20 di questo nuovo millennio che il digital trasformerà la medicina.
Come mai la medicina sarà l’ultima della lista tra le importanti trasformazioni digitali delle attività umane?
In effetti la medicina, al contrario dell’economia, del marketing, della musica, del cinema, è dotata di un elemento di sacralità e di importanza che ha imposto una quota maggiore di prudenza.
È evidente che la medicina, e quindi anche le varie specialità mediche sono stato solo “avvicinate” dal digitale ma non ancora completamente trasformate.
In medicina non si può osare troppo perchè il rischio di errore può generare molti danni; Inoltre ci sono delle complesse riflessioni etiche da non sottovalutare.
Tra l’altro la Medicina e la Salute hanno a che fare con problematiche di una complessità superiore che hanno necessitato di un maggior affinamento delle tecnologie di base prima di poterle effettivamente applicare ad esse.
La medicina non è stata e, lasciatemi dire, non avrebbe potuto essere una early adopter del digital.
E poi, lasciatemi dire che anche alcuni aspetti ideologici specifici della Medicina e della Salute Pubblica hanno indubbiamente frenato la loro trasformazione in senso digitale: scarsa propensione al cambiamento, timori delle professioni sanitarie di perdere il loro primato, generica diffidenza verso il nuovo.
Ma dopo questa introduzione vorrei andare al punto, ovvero in che modo il digital ha cambiato e cambierà la medicina?
E la psichiatria?
A questo punto conviene che iniziamo a suddividere la trasformazione digitale della medicina, e della psichiatria in particolare, in tre parti: passato, presente e futuro.
Questo ci permette di analizzare meglio il quesito e provare a costruire una risposta adeguata….
Il Passato: la grande opportunità Comunicativa e la Telemedicina
Agli inizi degli anni 2000 la trasformazione digitale ha cambiato, o meglio avrebbe potuto cambiare completamente gli aspetti comunicativi della sanità ma questo per molti anni è completamente passato inosservato a tutti gli operatori.
Ci sono voluti molti, troppi anni, perché tutti noi lo capissimo realmente.
In alcune aree della medicina poi, questa trasformazione della comunicazione con la gente è stata particolarmente complessa e difficile da gestire.
E ha rappresentato un’opportunità persa, purtroppo.
Infatti il web poteva rappresentare da subito una enorme opportunità comunicativa della Medicina nei confronti delle persone in termini di divulgazione, educazione alla salute e di prevenzione.
Ma questo non è avvenuto e oggi, nella migliore delle ipotesi, stiamo ancora cercando di rincorrere questa opportunità mancata…. in effetti qualcuno non la sta ancora cogliendo in tutta la sua potenza ed efficacia.
Come mai questo è accaduto? Come mai la medicina e la psichiatria in particolare hanno perso l’enorme opportunità di parlare alle persone in maniera incredibilmente efficace? (2)
In primo luogo credo sia giusto citare una certa resistenza di fondo da parte di tutte le professioni sanitarie nei confronti del cambiamento, in relazione ad un timore strisciante di perdere il primato ed il controllo su di un’area della scienza che è pesantemente connessa a grossi interessi economici e di potere sulla popolazione.
Inoltre per gli operatori sanitari esporsi in maniera netta e chiara non è mai apparsa un’opzione così allettante.
Senza contare che in nessun ambito accademico si è insegnato agli operatori della sanità a comunicare in maniera efficace, in generale e sul web: quest’ultimo punto lo trovo molto importante!
Internet ed il web hanno generato in molte aree del sapere umano, medicina inclusa, la sensazione di scoperchiare un vaso di pandora di conoscenze complesse e “segrete” che improvvisamente divenivano accessibili a tutti.
Noi medici sappiamo benissimo, ed ormai lo abbiamo accettato, che i nostri pazienti quando escono dal nostro studio, prima ancora di raggiungere la loro automobile, hanno già consultato google per approfondire le loro conoscenze sulla diagnosi che abbiamo fatto loro o sulle terapie che abbiamo prescritto.
Tutto questo è iniziato circa 10-15 anni or sono.
La psichiatria forse rappresenta un caso emblematico in questo senso.
Questo comportamento per molto tempo è stato visto come un potenziale danno, un problema, addirittura un affronto alla classe medica mentre solo da poco tempo abbiamo capito che in realtà rappresenta un’enorme opportunità comunicativa per arrivare alla gente al momento giusto proprio mentre hanno bisogno di ottenere conferme e rassicurazioni.
E mentre gran parte della classe medica criticava e si opponeva, fantasticando di riuscire ad arginare la trasformazione digitale della comunicazione, altre “professioni” (venditori, marketers, truffatori, antipsichiatri, etc.) hanno presidiato le posizioni alte di google, favorendo incomprensioni, fake news, stigma e manipolazione delle informazioni sanitarie.
In qualche maniera i medici e, soprattutto, gli psichiatri che dovrebbero essere dei veri esperti, dei tecnici della comunicazione, si sono svegliati da poco da un torpore narcisistico e negatorio che li aveva portati a pensare di poter controllare il modo in cui le cose evolvono, invece di dedicarsi al loro studio, ad approfondire questo cambio di paradigma comunicativo e a capire il modo di come governare questo cambiamento digitale in maniera creativa ed efficace.
Ecco governare il cambiamento invece di opporci ad esso sarà il filo conduttore di questo mio articolo.
Non c’è altro modo: potremmo partecipare al cambiamento oppure subirlo nelle forme e nei modi che altri avranno deciso.
In psichiatria il risultato specifico di questa incapacità e difficoltà nel comunicare sul web ha favorito pesantemente il dilagare di associazioni antipsichiatriche, di ciarlatani e guru che hanno favorito l’allontanamento del paziente dalle migliori cure e l’aumento dello stigma.
É triste a dirsi ma le cose sembrano stare proprio così: la psichiatria e gli psichiatri hanno perso un’enorme opportunità comunicativa e dovranno provare a rincorrerla per fare divulgazione, prevenzione, educazione, favorire le migliori cure ed abbattere lo stigma.
Vi rimando ad alcuni altri miei articoli del blog al riguardo della comunicazione nell’era contemporanea:
- La Psichiatria e gli Psichiatri che non sanno comunicare con le persone
- Medici, Psicologi ed Infermieri che non sanno comunicare con le persone
- Il ruolo del Medico nella trasformazione digitale della Medicina
Che cosa dire poi dell’opportunità della telemedicina, e della telepsichiatria?
Ai primordi degli sviluppi del moderno concetto del digital (fine anni ’90 ed inizio 2000) in pochissimi hanno capito le opportunità di raggiungere i nostri pazienti in setting innovativi.
Anche in questo caso le resistenze al cambiamento hanno preso la forma di impostazioni ideologiche spesso di natura rigida ed inflessibile (“con la webcam non è una visita“, “il rapporto medico-paziente è snaturato“) e per nulla dimostrate e dimostrabili.
Al contrario il vecchio concetto di telemedicina, con i pochi limiti ed i grossi vantaggi, avrebbe potuto diffondere l’aiuto psicologico e psichiatrico in aree disagiate, a persone che non poteveno raggiungere i luoghi di cura istituzionali ed aumentare l’efficenza degli interventi.
Non dimentichiamoci che, tra tutte le specialità mediche, probabilmente proprio la psichiatria avrebbe potuto giovarsi al meglio della telemedicina.
Sono state pochissime le realtà connesse alla Salute Mentale del Servizio Sanitario Nazionale (ma anche nel privato….) che hanno quantomeno provato a farne uso.
Peccato per la telepsichiatria, un’altra opportunità persa di fatto….
Un’ultima riflessione riguarda la Cartella Clinica Elettronica in psichiatria, che in realtà rappresenta un ponte tra le vari applicazioni della psichiatria digitale: blockchain, big data, intelligenza artificiale.
Uno strumento che in molti usiamo tutti i giorni avrebbe dovuto destare molto interesse in chi lavora in sanità ed invece è stato da tutti “subito” ed accettato senza riserve così come progettato da altri.
Forse ingegneri? Forse qualche medico? Ma chi? E perchè non è uno strumento in costante evoluzione?
Inoltre fare una cartella elettronica, dovrebberlo saperlo tutti, non significa per niente “scrivere su di un computer invece che sulla carta”, ma ben altro.
Una cartella clinica elettronica dovrebbe raccogliere dati e renderli utili al clinico, segnalare anomalie, permettere trasferimenti di informazione tra i professionisti nell’interesse di una presa in cura olistica della persona, usare la blockhain per garantire validità, privacy e sicurezza.
In estrema sintesi dovrebbe essere smart come si dice oggi, altrimenti ha molti pochi vantaggi rispetto alla carta.
Domanda: come sono le cartelle cliniche elettroniche attuali, negli ospedali e negli ambulatori?
Il Presente: la grande opportunità del Digital in psichiatria
La prima considerazione da fare è che, purtroppo, il presente a molti operatori della sanità sembra essere il futuro.
Questo è un grosso problema perché tende a dilazionare, a spingere in avanti l’adozione delle opportunità del digital in psichiatria e a non generare urgenza nel loro utilizzo a scapito delle possibilità di diagnosi e cura per i nostri pazienti.
Tanto più che risulta sempre più evidente che, inaspettatamente, proprio la psichiatria sembrerebbe essere la specialità medica che si può giovare di più di queste nuove tecnologie.
Ma di quali tecnologie parliamo quando parliamo di digital?
Sostanzialmente la psichiatria digitale, ad oggi, presenta 6 aree principali di interesse (2 appartenenti al passato e 4 effettivamente innovative):
- La Comunicazione Digitale (divulgazione, educazione e prevenzione).
- L’Intelligenza Artificiale, nella clinica e nella ricerca.
- I Big Data, nella ricerca e nella governance clinica.
- Le Terapie Digitali, vera e propria nuova forma di terapia dopo gli interventi psicofarmacologici, psicoterapici e riabilitativi classici.
- La Telepsichiatria, ovvero l’utilizzo di risorse umane in remoto.
- La Blockchain nella gestione dei dati clinici.
Quindi rispetto al presente vi parlerò adesso delle 4 aree realmente innovative, benchè anche la comunicazione digitale e la telepsichiatria andranno ulteriormente affinate ed utilizzate in maniera appropriata (cosa che non è accaduta nel passato prossimo della psichiatria).
Intelligenza Artificiale in Psichiatria
Iniziamo dai due grandi temi dell’intelligenza artificiale e dei big data in psichiatria.
Essendo questo che state leggendo un blog, vi voglio rimandare ad altri miei articoli al riguardo, per evitare di essere ridondante e di ripetermi:
- Il Governo Italiano ha capito l’importanza dei Big Data in Medicina e Sanità pubblica?
- Psichiatria Digitale e Salute Mentale Digitale: il Futuro delle Neuroscienze
- Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Deep Learning: nozioni di base per operatori sanitari
- L’importanza dell’Intelligenza Artificiale nella Medicina di Precisione
- La grande rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale nelle diverse specialità mediche ed in Salute Pubblica
- Sarà la Psichiatria la specialità medica che si gioverà di più dell’Intelligenza Artificiale
- Intelligenza Artificiale e Psichiatria
Di seguito vi riporta alcune slide che rimandano ad ulteriori specifiche sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in Medicina e Psichiatria.
Terapie Digitali in Psichiatria
Passiamo adesso alle Terapie Digitali, a cui spesso ci si riferisce con il termine DTx.
Le Terapie Digitali sono, probabilmente, l’applicazione più interessante e rivoluzionaria della psichiatria digitale nel setting clinico quotidiano.
Stiamo parlndo di uno strumento software che si va ad affiancare al medico, allo psicoterapeuta ed al farmaco in un ottica di trattamento multimodale del paziente.
Per Terapia Digitale si intende un software, sotto forma di app o di web app, che mira a modificare un comportamento disfunzionale di una persona mediante la digitalizzazione di interventi di derivazione CBT, Colloquio Motivazionale o Psicoeducazione.
Quello che differenzia pesantemente una Terapia Digitale da una semplice app di eHealth è il fatto che la sua efficacia è studiata tramite clinical trial randomizzati (alla stregua di quello che si fa con i farmaci) e che non è liberamente scaricabile da un app store ma deve essere prescritta da un medico in associazione o meno con un farmaco.
È importante sottolineare nuovamente che le terapie digitali vanno ad affiancarsi al lavoro del medico, del terapeuta, dell’educatore e dello psicofarmaco.
In sintesi quello che accade è rappresentato dalla slide qui di seguito, ovvero la DTx rende l’intervento “classico” ancora più efficace:
Per terminare sulle terapie Digitali vi rimando ai vari articoli presenti su questo blog che vi permetteranno di approfondire questo argomento:
La Blockchain in Psichiatria
Come ultimo argomento ho lasciato l’applicazione della blockchain in psichiatria, argomento assolutamente molto interessante.
Anche in questo caso vi rimando ad un mio articolo presente su questo blog che spiega l’utilizzo della blockchain in medicina e psichiatria:
Conclusioni
Spero si evidente, a questo punto, l’importanza per noi psichiatri di iniziare da subito a governare la trasformazione digitale della psichiatria piuttosto che subirne, a breve, i suoi cambiamenti attuati da altre figure professionali (ingegneri e tecnici).
Un esempio paradigmatico di questo discorso è stata la cartella clinica elettronica.
Nessuno ne parlava negli ospedali e negli ambulatori e poi, all’improvviso, è arrivata.
Quanti di voi ritengono che sia uno strumento ottimizzato per la vostra pratica clinica? Chi di voi sa chi l’ha progettata? Adesso è possibile cambiarla? È stata creata per raccolgiere dati a fini di ricerca? Sfrutta al meglio le potenzialità della rete? È uno strumento scalabile? ….
Bene questo esempio è, a mio parere, paradigmatico: una cosa così importante e fondamentale come la cartella clinica elettronica non è stata progettata in modalità collaborativa con le professioni sanitarie che poi la useranno tutti i giorni e, di fatto, non ne rispecchia le necessità.
Le cose cambiano e cambieranno anche in medicina ed i medici devono assolutamente collaborare nella loro costruzione.
È evidente che nei prossimi anni ’20 la psichiatria e la medicina tutta verranno stravolte dal digital offrendo a noi e ai nostri pazienti enormi potenziali di ricerca, diagnosi e cura.
La diffusione trasversale delle tecnologie ed il web permetteranno di attuare anche un ulteriore cambio di paradigma nella salute dove, sempre di più, il paziente diventerà parte attiva e collaboratore del medico nello studio e nel perfezionamento delle cure (il cosiddetto “paziente esperto“).
A questo punto chiedo a tutti voi, pazienti e colleghi: cosa ne pensate? siete pronti?
Bibliografia e riferimenti:
- DIGITAL 2019: GLOBAL DIGITAL OVERVIEW on Data Reportal 2019 https://datareportal.com/reports/digital-2019-global-digital-overview
- La Psichiatria e gli Psichiatri che non sanno parlare alle persone https://www.valeriorosso.com/2017/01/24/psichiatria-comunicazione-divulgazione/
- The Division of Digital Psychiatry AT THE BETH ISRAEL DEACONESS MEDICAL CENTER https://www.digitalpsych.org
- Digital Mental Health: How to Engage With Innovation https://www.psychiatrictimes.com/telepsychiatry/digital-mental-health-how-engage-innovation-part-1
- What Psychiatrists Think About Artificial Intelligence https://www.psychiatrictimes.com/technology/what-psychiatrists-think-about-artificial-intelligence
- Natanson E. Digital therapeutics: the future of health care will be app- based. Forbes, 2017.
- Bhui K. eHealth adventures in psychiatric therapeutics. Br J Psychiatry 2017;210:309-310.
- Parish MB, Fazio S, Chan S, Yellowlees PM. Managing psychiatrist-pa- tient relationships in the digital age: a summary review of the impact of technology-enabled care on clinical processes and rapport. Curr Psychiatry Rep 2017;19:90.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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