Chiunque entri in una palestra, da un’estetista, in un centro benessere o in una farmacia non potrà non aver notato come gli annunci di persone che offrono aiuto in qualche ambito attinente o limitrofo alle professioni sanitario stiano crescendo a dismisura.
Una grande massa di persone si fregiano del titolo di “Dott.” in ambiti molto ambigui e confusivi per la gente: se io sono, ad esempio, un biologo che poi ha fatto un corso di laurea triennale in dietistica, se dopo le superiori ho preso la laurea triennale in fisioterapia o cose simili, magari potrò per legge fregiarmi del titolo di “Dott.” ma non sono un medico, ovvero non posso attuare DIAGNOSI e TERAPIA in alcun ambito sanitario.
Stessa questione anche per chi pratica la Naturopatia, la Chiropratica, l’Iridologia, e chi più ne ha più ne metta. Caso specifico può riguardare i medici che praticano esplicitamente discipline cosiddette “alternative”: ovviamente possono fare diagnosi e “terapia”, ma francamente dal mio punto di vista se un medico pratica, ad esempio, l’omeopatia mi porrò il problema se sia o meno a conoscenza del metodo scientifico, indispensabile in medicina per lavorare con razionalità.
In ogni caso ribadisco che solo chi è laureato in medicina ed abilitato alla professione medica con regolare esame di stato può diagnosticare una patologia e, poi, proporvi un trattamento.
Come psichiatra sto personalmente assistendo alle conseguenze di questa ambiguità professionale in situazioni in cui persone affette da disturbi psichiatrici gravi e meno gravi, giungono all’osservazione del nostro dipartimento in ritardo dopo essere stati sottoposti a trattamenti irrazionali che li pongono in posizione di rischio.
Un discorso a parte andrebbe fatto per persone che, ad esempio, sono state trattate in ambito psicoterapico per quadri clinici “depressivi” o “d’ansia” e poi era in corso una fase di un Disturbo Bipolare, oppure una patologia neoplastica o un disturbo ormonale. Il mio grande rispetto per la disciplina Psicologica e per i trattamenti psicoterapeutici non può però esimermi dal suggerire grande prudenza anche in quest’ambito.
La mia domanda, senza dubbio un po sarcastica e provocatoria, è questa: come mai è in costante crescita la pratica di denunciare il proprio medico, ma nessuno ha ancora iniziato a denunciare il proprio iridologo, osteopata, naturopata, chiropratico, dietista, fisioterapista, (e psicologo??… ma si dai!…), etc etc?
In questi casi non essere un “Dott.”, ovvero un vero medico, fa davvero comodo…
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Forse perché la gente ti perdona un errore ma nessuno ti perdona come lo fai sentire. Evidentemente gli altri specialisti di branche più povere ricche dedicano tempi importanti alla visita e al trattamento riescono ad ottenere una posizione privilegiata. Ovviamente questo è il mio umile parere, lei cosa ne pensa ?
Grazie di avermi letto. Se ho ben capito il suo pensiero, concordo in parte. la capacità di ascolto non coincide sempre con lunghe visite, anche se per capire ed essere empatici i tempi non possono essere quelli di un medico che visita 3-4 persone all’ora. In ogni caso la colpa di quanto descritto nel mio pensiero è in larga parte di noi stessi medici.
Ma lei, che è uno psichiatra, quante persone in trattamento ha visto migliorare grazie ai farmaci? me lo chiedo perché nella vita ho incontrato tante persone con disturbi gravi di competenza psichiatrica (mia mamma è schizofrenica, e ho avuto amici con diagnosi di depressioni e dissociazione in forma grave, in tutti i casi non ho visto miglioramenti in nessun ambito della vita…anzi) e le posso assicurare che, oltre ad aver consultato psichiatri, neurologi, etc etc… comincia per queste persone una specie di pellegrinaggio verso le più disparate figure, incluse i maghi, e il motivo è da ricercare nell’inefficacia del trattamento psichiatrico. Mi piacerebbe sapere quali sono i numeri, quante persone sono insoddisfatte dell’iridologo, del chiropratico e dello psicologo, piuttosto, per mio parere ed esperienza diretta , bisognerebbe con onestà intellettuale ammettere che il medico da solo non basta, e che quando si è colpiti da un guaio fisico le ricadute sono su più livelli e sulla intera persona, che vuole pure essere ascoltata e provare strade diverse, la preghiera o la meditazione magari… Quello che voglio dire è che spesso la complessità di un quadro clinico può non essere di esclusiva competenza del medico, e non mi capita spesso di incontrare medici disponibili a collaborare con differenti figure professionali. Inoltre ,forse, il trattamento medico ha una ricaduta più grave nella vita delle persone, intendo che se sono vittima di un errore chirurgico la mia vita può subire conseguenze più gravi rispetto al colloquio con lo psicologo, o con l’iridologo, dove al massimo perdo (poche) centinaia di euro, e dove posso semplicemente smettere di andare.
Gentile Giulia, per prima cosa la ringrazio di avermi letto e di aver posto un quesito così articolato e “sentito”. La Psichiatria, grazie a dei progetti che includono ANCHE i farmaci ma anche psicoterapia, socializzazione, laboratori espressivi, educazione alle famiglie, borse lavoro e molto altro, riesce ad aiutare tante, tantissime persone. Non tutti le persone che proviamo ad aiutare guariscono definitivamente, ma le sofferenze vengono molto diminuite. Rispetto al fatto di rivolgersi a “personaggi” che millantano competenze mediche o psicologiche il rischio c’è eccome: un ritardo di diagnosi o l’essere sviati dall’approccio medico-psicologico può avere conseguenze molto gravi, violenza o addirittura suicidi. In bocca al lupo Giulia! E a risentirci…
Salve, io negli lanni in cui mi son curata con terapie naturali non ho mai avuto effetti controproducenti. Invece dopo un’inaspettato incidente son finita all’ospedale italiano, dove un ortopedico con poca umanita e tatto mha prescritto 2medicine molto costose e che nn sono assollutemente da usare assieme: KETOPROFENE E CLOVIS. Mi spiega con tutta sta formazione medica come mai un’ortopedico, il medico d base e pure il farmacista non mhanno avvisato del impossibilita di mischiare i 2 farmaci. PERFORTUNATA CHE LA MIA AMICA NATUROPATA senza istruzione medica ha letto le istruzioni d CLOVIS dove viene indicato di non mischiare con antidolorifici cm KETOPROFENE. E assurdo! A chi devo rivolgermi per protezione e denunciare quest ignoranza che avrebbe portato danni se cm cittadina privata non avessimo letto istruzioni??