Gli antidepressivi svolgono un ruolo centrale nel lavoro dello psichiatra e, spesso, anche del Medico di Medicina Generale (MMG) che può iniziare a prescriverli in prima battuta prima di inviare la persona ad un consulto specialistico.
Iniziamo con il dire che gli antidepressivi non sono solo… Antidepressivi! Infatti il termine “antidepressivo” fa riferimento a varie classi di farmaci che possono essere usate per tantissimi altri disturbi: ansia, panico, fobia sociale, dolore cronico, insonnia, inappetenza, disturbi del comportamento alimentare, disturbi sessuali, insonnia, etc. Quello che è sicuramente vero è che sono presenti sul mercato varie classi di antidepressivi, anche se forse quelli più utilizzati sono i cosiddetti “inibitori selettivi del reuptake della serotonina” (SSRI), ad esempio fluoxetina, citalopram, sertralina, escitalopram, paroxetina, etc., e gli “inibitori del reuptake della serotonina e della noradrenalina” (SNRI), come ad esempio venlafaxina e duloxetina. Sono da ricordare anche gli “antidepressivi triciclici” (TCA) come ad esempio l’amitriptilina, la nortriptilina, ed altri che non vengono più usati in prima istanza perchè presentano un profilo di effetti collaterali un pochino più problematico e possono essere usati in seconda battuta se una persona non risponde adeguatamente a classi di farmaci più moderne. Ricordo anche la vortioxetina, farmaco in commercio dal Maggio 2016 che promette efficacia simile agli altri SSRI con un profilo di tollerabilità particolarmente favorevole. In linea generale, quindi, il medico potrà prescrivere un farmaco antidepressivo sia nei disturbi depressivi che nei disturbi d’ansia, dove appaiano molto efficaci nella risoluzione dei sintomi. In particolare nell’ansia, gli SSRI mostrano un profilo di sicurezza e di efficacia clinica molto più elevato rispetto alle benzodiazepine e, spesso, sono risolutivi e non solo sintomatici.
Pur essendo appartenenti alla stessa classe, ogni antidepressivo ha una sua specificità ed unicità sia per meccanismo di azione, per tollerabilità, per interazioni con altri farmaci e modalità di assunzione. Per queste ragioni è fondamentale che la terapia farmacologica venga prescritta e costantemente valutata da uno specialista che possa indicare il farmaco più adatto alle necessità del paziente, monitorando il dosaggio e la comparsa di eventuali effetti collaterali. Ricordatevi che nelle persone anziane la terapia antidepressiva può necessitare di aprticolari attenzioni e va valutata con prudenza.
Ed ora iniziamo con domanda e risposta:
- Gli antidepressivi danno dipendenza? No, per nulla. E’ molto importante iniziarli ad assumere ed interromperli con gradualità, ma solo per ragioni che non hanno a che fare con dipendenza, tolleranza o astinenza.
- Gli antidepressivi hanno effetti collaterali? Si, come tutti i farmaci. Di sicuro la classe degli antidepressivi SSRI ha molti pochi effetti collaterali e di grado lieve ed i più frequenti sono stitichezza, lieve cefalea, iniziale inappetenza; molto poco se li confrontiamo con, ad esempio, gli antibiotici o alcuni anti infiammatori.
- Una volta iniziato ad assumere un antidepressivo, lo dovrò prendere per sempre? Assolutamente no! Nulla è per sempre… 🙂 In generale dopo un tempo che può essere di 6 mesi/1 anno si prova sempre ad interrompere il farmaco e, se è possibile, si tenta di mantenere la persona in buona salute senza pillole. Ricordatevi che gli antidepressivi molto spesso sono “curativi” ovvero correggono lo squilibri di base che vi ha portato a stare male.
- Prendere un antidepressivo mi cambierà il carattere? Non sarò più io? Questa è una domanda molto frequente e la risposta è NO. Spesso la gente ha molta paura degli psicofarmaci solo perchè non è sufficientemente informata e/o supportata dal medico. Inoltre lasciatemi dire che più che di un farmaco, ovvero una sostanza che ha molti più benefici che rischi, la gente dovrebbe temere l’alcool, le sigarette e le droghe, sostanze che continuano ad essere molto diffuse nella nostra società.
Spero di aver risposto ad alcune delle domande che spesso mi vengono posti nella mia pratica clinica quotidiana e chiarito alcune curiosità sui farmaci antidepressivi. In caso aveste ancora dei dubbi non fatevi problemi a chiedere al vostro medico: sarà lui che potrà fornirvi informazioni ancora più precise “ritagliate” sul vostro specifico caso clinico
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Ok su quanto ha scritto …….. io però in rete leggo che (e sono certo che li ha letti anche lei) di vari studi e ricerche in base alle quali vien fuori che gli antidepressivi sono inefficaci e addirittura nel 20% dei casi peggiorano la depressione, mentre è stato accertato che da più benefici l’effetto placebo.
L’unica cosa certa è che gli SSRI (in base a questi studi) vanno bene solo per le depressioni gravi/molto gravi ma che probabilmente chi ha una depressione medio/lieve o una distimia dovrebbe starne alla larga il più possibile.
Sarei curioso di sapere la sua opinione in merito poichè, effettivamente, in passato io ho usato due diversi ssri e i sintomi della mia depressione erano peggiorati al punto tale da costringermi alla sospensione.
Cordialmente
Domenico
Grazie di avermi letto. Il discorso è lungo ma non cosí complicato tuttosommato. Il punto grosso è che, in generale, gli antidepressivi vanno usati con cautela e non in situazioni reattive. Concordo che siano prescritti spesso con troppa leggerezza anche in situazioni che meriterebbero magari interventi psicoterapeutici.
caro dottor Rosso Buonasera.
sto usando brintellix 5 mg da circa 3 settimane. Accuso a mio parere un problema di libido seppur nel
foglietto illustrativo non venga fatta nessuna menzione in tal senso…. volevo solo una sua piccola battuta
in merito. saluti e complimenti per il sito .
Al di la dei singoli casi, sui quali non posso pronunciarmi, la vortioxetina è probabilmente l’antidepressivo che meno dovrebbe impattare sulla libido. Grazie di leggermi e buona serata!
Gentile dottore, dalla mia esperienza personale e da quella che ho potuto cogliere da altre persone, devo purtroppo dissentire da alcuni suoi punti. Ho assunto SSRI perciò la mia esperienza si basa su questi.
Gli antidepressivi danno dipendenza? Forse non nel senso comune del termine, di certo non li cerchi ossessivamente, ma molto spesso è molto difficile venirne fuori e ciò impiega mesi in cui hai vertigini, sbalzi d’umore, sensazioni di scosse alla testa. Insomma non proprio una passeggiata.
Effetti collaterali? Manca alla lista disfunzioni sessuali e appiattimento emotivo, che colpiscono secondo gli studi oltre il 70% dei pazienti. Non proprio una cosa da sottovalutare specie considerando che questi effetti collaterali sono anche un sintomo di patologie mentali e che peggiorarli ancora di sicuro non aiuta a venirne fuori.
Prendere un antidepressivo mi cambierà il carattere? Piatto, incapace di piangere o di lasciarti andare al piacere, senza spinta di fare le cose ma si anche senza tristezza o ansia,. E’ questo il prezzo da pagare? Si che ti fa cambiare il carattere, ti rende una persona diversa che ragiona allo stesso modo ma percepisce le cose in modo del tutto differente e perciò non reagisce come faceva prima, nel bene e nel male.
Grazie Alex di queste osservazioni che sono state affrontate in altri articoli, ma che lei fa bene a sottolineare. Vorrei solo aggiungere che molte conseguenze negative riguardano principalmente un utilizzo sbagliato del farmaco, ovvero per troppo tempo, a dosaggi eccessivi e per condizioni di disagio che non dovrebbero essere trattate con farmaci ma con psicoterapia. Ovviamente il discorso è lungo, ma non posso che essere grato a tutti i lettori che contribuiscono al blog con esperienze personali e autentiche. Grazie davvero di leggermi!
Gentile dott. Rosso, ho un dubbio che non riesco a dirimere: lei nell’articolo afferma che spesso gli antidepressivi sono curativi. In ambito medico le informazioni sono confuse, c’è chi asserisce che mediante la neuroplasticità svolgano un effetto risolutivo sui disturbi, chi scrive che sono palliativi e svolgono la loro funzione solo per la durata del trattamento. Insomma, dov’è la verità? É possibile uscire da una nevrosi d’ansia/panico attraverso la terapia farmacologica, oppure al termine di essa i sintomi sono destinati a ricomparire?
Grazie in anticipo!
Uso antidepressivi dal 1987. Secondo me gli ssri ed snri sono un fallimento. Su di me ho provato che gli ssri sono meno efficaci e con più effetti collaterali dei triciclico, uno per tutti, impotenza e diarrea. Magnifici erano gli imao. Col parmodalin ho ottenuto la remissione completa di tutti i sintomi depressivi che duravano da decenni. Ma poi il mercato l’ho ha ritirato.
Sono totalmente convinto che i farmaci antidepressivi vengono immessi sul mercato per motivi economici e non per la loro efficacia. Perché in altri paesi ci sono tutti i triciclici e gli imao? Sono ignoranti?