“La cosiddetta “sindrome premestruale” (“Pre Mestrual Syndrome” o PMS in inglese), chiamata anche più correttamente disturbo disforico premestruale secondo l’ultima versione del DSM.
In questa classificazione questo disturbo femminile è stato incluso nei disturbi depressivi, ma questa impostazione ha suscitato perplessità aprendo ad ulteriori sviluppi futuri di termini di inquadramento nosografico.
In ogni caso quando si parla di disturbo disforico premestruale è importante affermare subito che non si tratta di un luogo comune sulle donne, di una barzelletta o di una finta condizione medica non degna di nota.
Nell’antichità c’erano credenze religiose o mitologiche che suggerivano l’idea che la donna a cadenza mensili potesse diventare impura, pericolosa ed imprevedibile, di fatto suggerendo che nella donna si manifestasse qualche cosa di “strano”, diabolico, irrazionale spiegando perché, fino a non molto tempo fa, i disturbi che le donne esperivano prima della mestruazione siano stati del tutto ignorati dalla scienza.
Solo nel XX secolo avanzato, lentamente, si è fatto strada il concetto di “tensione premestruale” e poi di sindrome premestruale.
Infatti si tratta di un’entità clinica ormai ben conosciuta e definita che riguarda una parte rilevante delle donne in età fertile, dal 2 al 10% a seconda degli studi e dei criteri diagnostici utilizzati, ma non dimentichiamoci che la percentuale di donne che lamentano sintomi più lievi oscilla su percentuali che vanno dal 30 all’80%“.
Dr. Valerio Rosso
Che cos’è la Sindrome Premestruale?
La Sindrome Premestruale (PMS), più recentemente definita dal DSM-V come Disturbo Disforico Premestruale, è un’entità patologica riconosciuta che riguarda un numero elevato di donne in età fertile (20-30%).
Sono milioni le donne che, in un periodo variabile da una a due settimane prima dell’inizio del ciclo mestruale, soffrono di un quadro sintomatologico complesso che influenza il benessere fisico e psichico. La fascia di età durante la quale questi sintomi sono più frequenti e di maggior gravità è quella che intercorre tra i 20 ed i 40 anni. La valutazione sul piano clinico comprende circa 300 sintomi fisici e psichici che si presentano spesso associati tra loro nelle due settimane che precedono l’inizio delle mestruazioni e che si risolvono completamente all’inizio del nuovo ciclo.
Le cause di questo fenomeno? Le modifiche del quadro ormonale che avvengono durante le prime due e le seconde due settimane del ciclo mestruale. Nelle prime due settimane sono gli ormoni estrogeni a prevalere: la donna è più tranquilla, più stabile emotivamente e maggiormente predisposta alla socializzazione.
Nelle due settimane successive, quando gli estrogeni vengono sostituiti da livelli più elevati di progesterone, emergono le modalità di comportamento disfunzionali che caratterizzano il cosiddetto Disturbo Disforico premestruale (DDPM). In questo fenomeno risultano fortemente implicati anche gli steroidi ovarici tanto che la PMS non compare quando è presente una soppressione ovarica come accade negli anni prima del menarca, in gravidanza, o dopo la menopausa.
Quali sono i sintomi psichici e fisici della Sindrome Premestruale? Eccovi uno schema riassuntivo:
- umore depresso
- labilità emotiva
- irritabilità
- sonnolenza o, all’opposto, irrequietezza
- scarsa concentrazione
- cefalea
- dolori alla schiena ed allo stomaco
- tensione e dolore al seno
- acne
- aumento dell’appetito
- stitichezza o diarrea
- vertigini
Uno dei sintomi più problematici della Sindrome Premestruale è l’aggressività. Il sintomo viene considerato tanto più invalidante quanto più invade la vita quotidiana della donna con conseguente incapacità di gestire adeguatamente relazioni familiari, lavorative o sociali in senso più generale.
Negli Stati Uniti questo fenomeno viene considerato come un attenuante in quei procedimenti penali nei quali una donna è colpevole di un reato di aggressione.
La presenza contemporanea di sintomi fisici e psichici, e di una notevole gravità clinica degli stessi, porta a fare diagnosi di una particolare forma di Sindrome Premestruale chiamata Disturbo Disforico Premestruale (DDP). Il DDP può avere un impatto tale sulla persona da comportare disagio clinico significativo, problemi relazionali o compromissione del funzionamento lavorativo.
Infine va segnalato che circa il 10% delle donne che soffrono di Sindrome Premestruale, in particolare quelle con prevalenti sintomi psichici, possono presentare pensieri suicidari (in effetti l’incidenza di tentativi suicidari nelle donne affette da Depressione Maggiore è più elevata durante la seconda metà del ciclo mestruale).
Quale è il significato della Sindrome Premestruale?
L’ipotesi più accreditata considera il fatto che ogni donna potrebbe percepire, chi più chi meno, le oscillazioni ormonali della seconda fase del ciclo mestruale quando il progesterone, che porterebbe ad accogliere nell’utero un nuovo nascituro, diminuisce perché non inizia una gravidanza: è che da questa sensazione di “fallimento” sul piano evolutivo che si genera la Sindrome Premestruale.
I livelli cerebrali di neuro-trasmettitori come serotonina, noradrenalina e dopamina, regolatori del tono dell’umore e della gratificazione, si alterano e, a seconda della diversa soglia di ciascuna donna, si possono avere sintomi più o meno intensi.
Nei primi 14 giorni del ciclo mestruale gli ormoni estrogeni tendono ad avere maggiori concentrazioni ematiche; in questi giorni la donna sperimenta maggiore tranquillità, più rilassata e con maggiore predisposizione alla relazione con gli altri.
Nelle due settimane successive, quando gli estrogeni vengono “schiacciati” un picco più elevato di progesterone, possono manifestarsi i sintomi del disturbo disforico premestruale che abbiamo descritto nel paragrafo precedente.
Quali sono le terapie mediche più efficaci?
In primo luogo è da considerare l’utilizzo, sempre sotto valutazione del Medico Curante, di una pillola contraccettiva capace di minimizzare le variazioni ormonali che generano il disturbo, grazie a livelli più costanti di estrogeni, e con un progestinico che migliori l’umore come, ad esempio, la pillola al drospirenone (Yaz), nella formula 24+4 (ovvero 24 giorni di farmaco attivo e 4 di placebo).
Il drospirenone è un farmaco che agisce anche sul cervello stabilizzando la serotonina e incrementando i livelli delle endorfine, i neuromediatori della “felicità”, ed ha anche un effetto lievemente diuretico che contrasta l’accumularsi di liquidi.
Ribadisco, ovviamente, che l’utilizzo di qualsiasi farmaco deve essere sempre condizionato dall’incontro con un medico di comprovata esperienza nel trattare questo genere di disturbo che provveda a fare una diagnosi ed una prescrizione adeguate.
Sul piano neuro-psichiatrico possono essere efficaci i farmaci SSRI, ovvero gli antidepressivi selettivi per la serotonina i quali agendo sempre sia sulla Serotonina che modificando la produzione di alcuni neuro-ormoni possono migliorare l’umore e contenere gli impulsi e gli scatti di aggressività.
Molti studi dicono che se ne può usare un dosaggio basso (per esempio, 5 o 10 mg di citalopram, 10 o 20mg di fluoxetina oppure 25mg o 50mg di trazodone) nella prime due settimane del ciclo, aumentandoli nella seconda metà, in particolare nell’ultima settimana.
Il trazodone avrebbe anche un effetto sull’ansia e sugli sbalzi dell’umore. E’ sempre il medico, possibilmente lo specialista ginecologo o psichiatra, a valutare caso per caso sia il principio attivo che i dosaggi.
In realtà il farmaco che ha maggiori studi ed evidenze rispetto al controllo dei sintomi del Disturbo Disforico Premestruale è proprio la fluoxetina, che si può utilizzare o in maniera discontinua (a basso dosaggio in prossimità del ciclo) oppure per tutto il mese, ma sempre secondo le indicazioni del medico psichiatra.
Infine anche l’integrazione del magnesio potrebbe contribuire a ridurre l’irritabilità, ad un dosaggio di 1500 mg al giorno.
Parlando di farmaci “naturali” si può consigliare l’agnocasto, recentemente approvato dal Ministero della Sanità tedesco per la terapia dei sintomi psichici della Sindrome Premestruale (remissione dei sintomi della PMS nel 33% delle donne, miglioramento parziale in un altro 52-57%).
Cos’altro fare? Altri provvedimenti estremamente utili al contenimento dei sintomi psico-fisici della Sindrome Premestruale sono l’esercizio fisico aerobico 2-3 volte alla settimana, una alimentazione che contempli 5-6 piccoli pasti al giorno, diminuire l’utilizzo di sale, evitare zuccheri semplici, caffè ed alcool, regolarizzare il sonno (magari mediante l’integrazione di melatonina 1-2mg mezz’ora prima di andare a letto, è un farmaco da banco che si può acquistare senza ricetta).
“Il primo passo per riuscire a fare fronte a questa condizione è quello di rendersi finalmente conto della sua esistenza.
Osservare la sua ciclicità, rendersi conto che la persona che ne è affetta ha dei cambiamenti notevoli nel carattere e nelle sue caratteristiche psichiche.
Un buon sistema è quello di provare a monitorare l’andamento di tutto il ciclo mestruale tramite delle APP progettate a questo scopo. Alle mie pazienti io consiglio quasi sempre “CLUE” una app gratuita davvero ben fatta che permette di monitorare lo stato d’animo, la sessualità, i cambiamenti del corpo e della psiche durante tutto il mese.
Dopo circa un paio di cicli è possibile avere delle ottime predizioni su quando probabilmente si manifesterà l’eventuale sindrome premestruale.”
Dr. Valerio Rosso
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