Siamo nell’Era del Narcisismo Digitale? Il Narcisismo eccessivo, o patologico, si riferisce a caratteristiche di personalità che sono state favorite dall’Era Digitale in cui viviamo. Ma la storia è antica.
Quando ci riferiamo al mito greco di Narciso, riveduto e corretto nell’immagine di copertina di questo articolo, il termine narcisismo è stato impiegato nella cultura psicoanalitica per descrivere una condizione patologica che si sposta su di un continuum che va dalla normalità fino alla patologia.
Come vedremo dal mito di Narciso ai moderni Social Network, il passo non è così lungo…
I bambini, soprattutto i neonati, richiedono costantemente attenzione, sulla base di un istinto atavico necessario alla sopravvivenza.
In seguito, man mano che l’essere umano matura e diventa adulto, egli dovrebbero imparare che non è l’unico sulla terra a necessitare di attenzioni e che i suoi bisogni si devono confrontare con quelli degli altri. In questa fase di maturazione si sviluppano la pazienza, la considerazione, la tolleranza alle frustrazioni, l’empatia ed altri tratti sociali di valore.
Come si crea un Narcisista?
La Psicoanalisi, volendo semplificare le cose, ci indica due origini del Disturbo Narcisistico:
- Il Narcisista che proviene dalla coppia genitoriale Emotivamente Disattenta: il bambino può diventare un perfetto attore al fine di ottenere l’ammirazione e l’attenzione che spontaneamente i genitori non forniscono. I genitori di questo genere possono essere anaffettivi, poco empatici, troppo centrati su problematiche di coppia, vivere per le apparenze, essere affetti da dipendenze (alcool, droga). Il bambino tenta di fare fronte ad una trascuratezza emotiva mediante lo sviluppo di strategie di manipolazione. Al fine di placare una sorta di fame d’amore divengono incredibilmente egoisti, manipolatori esperti, insensibili e potranno sviluppare conoscenze e competenze non per passione ma al solo fine di mostrare grandiosamente il loro valore.
- Il Narcisista che proviene dalla coppia genitoriale a sua volta Narcisista: l’altro ambiente famigliare dal quale si generano persone narcisiste è quello nel quale le aspettative grandiose della coppia si riversano sul nuovo nato che viene “deificato”, super-coccolato e mai limitato nelle sue richieste; i genitori sono una miscela di narcisismo di coppia ed immaturità. E’ questo il caso nel quale il narcisismo primario del neonato non evolve ma si fissa alla fase precoce nella quale “tutto è dovuto”. Le conseguenze di crescere senza conseguenze negative per essere egoista, prepotente, megalomane ed offensivo può creare un mostro sociale. Queste persone non sentono autenticamente il rispetto per i confini personali degli altri individui e li vedono solo finalizzati all’ottenimento di guadagni personali, strumenti da usare per ottenere qualche cosa. Il loro Ego non conosce limiti di grandiosità.
Quali tipi e definizioni di Narcisismo abbiamo in Psichiatria?
In ambito psicoanalitico e psichiatrico stati descritti alcuni interessanti sottotipi di Narcisismo Patologico a seconda delle inclinazioni culturali e dell’esperienza clinica dei vari autori.
Dal DSM-V, il testo principale della psichiatria moderna, dove vengono descritti in termini rigidi e categoriali i vari disturbi psichici, apprendiamo le caratteristiche di base della Personalità Narcisistica, ovvero il senso grandioso di importanza che comunica agli altri, il suo essere costantemente assorbito da fantasie di successo, l’idea di essere speciale ed unico e, per questo, necessitare di costante ammirazione, l’irragionevole aspettativa di ottenere speciali trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative; e ancora l’assenza di empatia, l’arroganza, l’invidia e il costante sfruttamento dei rapporti interpersonali al solo fine di ottenere qualche cosa per lui.
In realtà le conoscenze più interessanti sull’Individuo Narcisista, derivano da alcuni autori che si rifanno alla psicoanalisi ed alla psicopatologia classica.
Glen O. Gabbard nel 1989 descrive due tipologie di base dell’individuo narcisista, il Narcisista Inconsapevole, “oblivious” ed il Narcisista Ipervigile, “hypervigilant”: gli individui con disturbo di personalità narcisistico inconsapevole possono fornire un’immagine di loro come esseri invulnerabili perchè semplicemente escludono le altrui reazioni dalla propria consapevolezza, semplicemente non portano attenzione profonda alle altre persone. Questi individui esprimono frequentemente vanagloria, arroganza, costante concentrazione su loro stessi ed usano gli altri come spettatori per le proprie “grandiose” performance. La loro corazza caratteriale è impenetrabile e serve ad allontanare profondi sentimenti d’inferiorità, vulnerabilità e dolore nascosti. Un opposto esempio di Narcisismo è rappresentato da quelle persone con disturbo di personalità narcisistico ipervigile ovvero estremamente sensibili alle reazioni altrui che come conseguenza di ciò rifuggono dalle luci della ribalta e dalla ricerca di popolarità dato che in un contesto di confronto con gli altri il rischio di subire ferite narcisistiche è più probabile: questo genere di narcisismo esprime la sua grandiosità nel silenzio e prende la forma nella convinzione, mai espressa e che non diventerà mai consapevole, di avere il diritto di essere trattati in modo speciale rispetto alle altre persone che, profondamente, disprezzano.
Concetti simili sono stati espressi anche da Herbert A. Rosenfeld nel 1987, che distinse due forme di patologia narcisistica: i cosiddetti Narcisisti “a pelle spessa” ed i Narcisisti “a pelle sottile”. Il primo tipo si riferisce ad individui arroganti, aggressivi e distruttivi che riescono ad affrontare la vita grazie all’investimento su di un’immagine di loro stessi grandiosa e non realistica. Invece il secondo tipo indica persone estremamente vulnerabili, che provano vergogna e senso d’inferiorità, cercano approvazione mediante il divenire sottoposti e sono ipersensibili a qualsiasi critica; questa posizione paradossale per un soggetto narcisista innescherà frequentemente rabbia esplosiva ed incontrollata diretta verso l’oggetto amato.
Cooper (1981), Gabbard (1989) e Wink (1991) concordano, sebbene esprimano lo stesso concetto da diverse prospettive, sull’esistenza di due tipi di Narcisismo Patologico proponendo i termini Overt (che indica il narcisismo grandioso ed arrogante) e Covert, (che si riferisce a tratti narcisistici “occulti” caratterizzati da sentimenti di vulnerabilità, sensibilità e timidezza). Gli aspetti Covert sono più difficili da identificare di quelli Overt, che sono più espliciti e, in apparenza, più disfunzionali. Infatti i soggetti Covert coltivano la maggior parte delle loro attività narcisistiche nella loro fantasia, definendo la cosiddetta Sindrome di Walter Mitty, essendo troppo inibiti e preoccupati del parere altrui per esternarle; le altre persone erroneamente interpretano il loro timido e preoccupato desiderio di occuparsi di qualcuno come interesse genuino per gli altri, mentre sono per loro natura incapaci di mantenere relazioni personali stabili, sono segretamente denigratori, invidiosi delle persone che li circondano, e incapaci di trarre soddisfazione dalle proprie realizzazioni (basate su passioni poco autentiche, “posticce”) e dalla loro sessualità inibita.
Il Narcisismo è un problema in crescita nell’Era Digitale?
La risposta, senza mezzi termini, è SI. Alcuni studi di psicosociologia lo identificano come un risultato della generazione degli anni ’70, Hippie e Baby Boomers, che hanno espresso il bisogno impellente di volere solo il meglio per i loro figli, creando persone che pretendono successo ed affermazione, credendo di meritarlo senza riserve e senza difficoltà.
Si tratta di Narcisismo Generazionale che ha subito costante amplificazione nel concetto di Successo Mediatico. Dalla Tv e dai Giornali ai Social Network il passo è stato breve, anzi brevissimo dato che tutto si è evoluto in sole tre decadi.
La novità dei Social Network, di Facebook in particolare, è stato quello di sfumare i limiti tra Narcisismo Overt e Narcisismo Covert, facendo la magia di trasformare narcisisti timidi ed inibiti, che nella vita reale conducono esistenze modeste sul piano emotivo e pulsionale, in gloriosi dominatori della loro personalità, esclusivamente a livello di proiezione digitale.
Nella vita reale tutto questo che conseguenze può avere?
L’idealizzazione della propria popolarità sul web si scontra pesantemente con una realtà giudicata ancor più insoddisfacente ed ancora più frustrante poichè le fantasie sono solo in apparenza concretizzate. In realtà rimangono sempre fantasie di grandiosità solo allucinate dalla presenza ossessiva sui Social Network.
E ecco che esce il lato più oscuro e meno conosciuto della persona Narcisista: la Vittimizzazione.
La Vittimizzazione è profondamente connessa al Narcisismo. Se rappresentiamo il Narcisismo come una moneta, un lato sarebbe la grandiosità, espressa o sognata (“Io sono meglio di te”), mentre l’altro lato è il Vittimismo (“Io sono migliore di te perché soffro più di te”). Il rimarcare con rabbia quanto è stata dura la propria esistenza e quanto possa soffrire nel suo modo speciale questa persona narcisistica è un lato che appare in maniera costante sia sul web che nella vita reale. Il suo essere speciale si esprime con la rabbia di appartenere a tutto un mondo peggiore di lui, che lui critica aspramente, allucinando la propria persona come quella di un eroe sofferente ed incompreso dalle mille qualità in contrapposizione alla grande massa di persone insensibili, cattive, ingiuste.
I narcisisti sul Web sono Principi dei Paradossi: i cattivi pretendono di essere considerati bravi, i brutti si sentono belli, gli inibiti vogliono essere spudorati, i timidi ostentano competenze relazionali che non conoscono nella vita reale.
Bibliografia
- Giberti, Rossi Manuale di Psichiatria, IV ed., PICCIN Editore
- Harry M. Wallace, Andrew Grotzinger, Tyler J. Howard, Nousha Parkhill. When People Evaluate Others, the Level of Others’ Narcissism Matters Less to Evaluators Who Are Narcissistic. Social Psychological and Personality Science, May 26, 2015 doi: 10.1177/1948550615587985
- Kernberg O. (1975), Sindromi marginali e narcisismo patologico, Bollati Boringhieri, 1978
- Kohut H. (1971), Narcisismo e analisi del sé, Bollati Boringhieri, 1976
- Millon, T. (1998). DSM narcissistic personality disorder: Historical reflections and future directions. In E. Ronningstam (Ed.), Disorders of narcissism: Diagnostic, clinical, and empirical implications (pp. 75−101). Washington DC: American Psychiatric Press
- Reich W. (1973), Analisi del carattere, SugarCo, Milano
- Ronningstam E. F. (2005), Identifying and Understanding the Narcissistic Personality . Oxford Press
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Grazie per il suo lavoro. La seguo molto. Cercavo sul sup blog un approfondimento sulla depressione narcisista che come ho seguito in una sua live e molto differente dalla depressione maggiore. Avrebbe qualche articolo da leggere sull argomento? Saluti dalla germania