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Valerio Rosso

Psichiatria, Salute Mentale e Neuroscienze

Il Trattamento Psicofarmacologico del Disturbo Borderline di Personalità: confronto tra Linee Guida

09/02/2017 da Valerio Rosso 8 commenti

Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) presenta numerose difficoltà generali di gestione per la eterogeneità di opinioni riguardanti le opzioni di trattamento (psicoterapico, farmacologico e terapia integrata), in particolare la domanda alla quale proviamo a dare una risposta è: Quale terapia farmacologica è la più appropriata per il Disturbo Borderline di Personalità?

Viene dato per scontato in questo articolo l’assoluta necessità di un approccio prevalentemente psicoterapico, basato prevalentemente su interventi del tipo “dialectical behaviour therapy” (DBT) oppure “cognitive behavioural therapy” (CBT). Sembrano molto meno studiati interventi di altro genere, incluso la Psicoterapia di tipo Analitico.

In questa breve analisi dei possibili interventi di tipo psicofarmacologico nel Distrubo Borderline di Personalità, ho fatto una revisione di tre diverse fonti che io giudico tra le più attendibili:

  • Linee Guida NICE per il trattamento del DBP
  • Linee Guida dell’American Psichyatric Association (APA) sul trattamento del DBP
  • The Cochrane Library al riguardo dei trattamenti del DBP

Lo scopo di questo articolo è quello di portare all’attenzione una sintesi estrema di quanto ritrovato in letteratura e di metterle a confronto. Per maggiori approfondimenti vi consigliamo di fare riferimento alle voci bibliografiche complete riportate in fondo al post.

Nel caso fosse necessario rivedere le caratteristiche cliniche del Disturbo Borderline di Personalità (DBP) e l’orientamento generale al suo trattamento vi rimando a questo mio altro articolo.

valerio-rosso

Linee Guida del NICE

Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) inglese fornisce delle linee guida nettamente a sfavore di qualsiasi intervento di tipo psicofarmacologico, per lo meno in prima istanza e in assenza di comorbidità. Inoltre il NICE differenzia nettamente il trattamento di anomalie di comportamento in fase acuta rispetto ad una terapia da applicare nella cronicizzazione del disturbo.

Le linee Guida del NICE – UK sono in effetti più orientate al trattamento del DBP nelle sue radici psicologiche profonde (“nella sua interezza”) e non tanto nella sua scomposizione in vari segni e sintomi da trattare singolarmente, anche con l’uso di farmaci.

E’ interessante che anche nelle informazioni fornite ai pazienti affetti da DBP si esplicita che:

“You should not usually be offered medication specifically to treat borderline personality disorder or for any related symptoms or behaviour (such as self-harm, unstable moods and risky behaviour)” – “Non vi verranno normalmente proposti farmaci specifico per il trattamento del disturbo borderline di personalità o per eventuali sintomi o comportamenti correlati (come autolesionismo, umori instabili e comportamenti a rischio)”

Inoltre, sempre secondo le NICE, l’evidenze scientifiche riportate non supportano alcuna raccomandazione particolare sulla uso combinato di farmaci psicotropi insieme ad una terapia psicologica nel trattamento di disturbo borderline di personalità; questo a me ha sempre molto colpito poiché sembra essere “opinione comune” l’esatto contrario.

In generale sono piuttosto scarse le evidenze di efficacia sia degli stabilizzatori dell’umore (litio, valproato e carbamazepina) sia degli antipsicotici tipici ed atipici, mentre vengono riportati pochi trials riguardanti l’efficacia degli antidepressivi, in particolare della fluoxetina. Anche le terapie combinate, ad esempio fluoxetina+olanzapina, sono descritte come poco supportate da evidenze nette.

Ovviamente viene sottolineato costantemente la possibilità di un miglior risultato se verranno trattate le comorbidità presenti. Infine si sottolinea spesso la possibilità per il paziente affetto da DBP di fare utilizzo dei farmaci prescritti a fini manipolatori, autolesivi e di abuso.

 

Linee Guida dell’APA

Le linee guida dell’American Psychiatric Association (APA) riguardanti il trattamento farmacologico del Disturbo Borderline di Personalità sono più aperte all’utilizzo di sostanze psicotrope in integrazione agli usuali interventi psicoterapici.

D’altra parte le linee guida dell’APA che potete reperire online sono esplicitamente orientate anche al trattamento dei singoli segni e/o sintomi tipici del disturbo oltre che ad un approccio più “globale” e radicale tramite interventi psicoterapeutici.

In relazione al trattamento della Disregolazione Affettiva del DBP indicano come farmaci di scelta (Classe A di evidenza) gli antidepressivi (fluoxetina, sertralina e venlafaxina) ed i neurolettici tipici (aloperidolo, sempre in Classe A di evidenza); sorprendentemente, sempre secondo le opinioni comuni e le esperienze personali, indicano in Classe C di Evidenza gli Stabilizzatori dell’Umore (Litio, Carbamazepina e Valproato) indicandone gli specifici ambiti di utilità.

Molte valutazioni relative all’appartenenza alle classi A, B o C di evidenza sono anche relative alla sicurezza in overdose di un farmaco, alla sua manegevolezza ed alla possibilità di utilizzo nel lungo periodo.

Per quello che riguarda il trattamento dell’Impulsività e del Discontrollo Comportamentale nel DBP, i farmaci che vengono indicati come appartenere alla Classe A di Evidenza sono gli SSRI (Fluoxetina e Sertralina), il Litio ed i Neurolettici Tipici (Aloperidolo). Carbamazepina, Valproato, CLozapina ed altri atipici sono indicati in Classe C di evidenza.

Infine i Sintomi della Sfera Cognitiva e Percettiva del DBP, sempre secondo le linee guida dell’APA, sono trattabili con Neurolettici Tipici nei breackdown psicotici (Aloperidolo, Perfenazina, Loxapina, Clorpromazina) ed SSRI nei casi di rabbia, irritabilità, ostilità ovvero appartengono alla Classe A di evidenza. I neurolettici atipici (olanzapina, risperidone e clozapina) sono in Classe C.

 

Analisi delle Cochrane Library

E’ stata trovata una review sistematica dal titolo Pharmacological interventions for borderline personality disorder, senz’altro molto interessante, che rappresenta un’analisi molto approfondita degli studi randomizzati sull’argomento del trattamento psicofarmacologico del DBP.

Le prove disponibili, secondo l’autore della review, indicano alcuni effetti benefici con antipsicotici di seconda generazione, stabilizzatori dell’umore, e l’integrazione alimentare di acidi grassi omega-3. Tuttavia, questi studi sono per lo più basati su singoli casi studio e non estesi a veri e propri RCT.

In realtà l’autore conclude affermando che:

  • Gli antidepressivi non sono supportati da dati convincenti per il trattamento del DBP, ma possono essere utili in presenza di condizioni di comorbidità.
  • In generale la gravità dell’espressività clinica del DBP non è stato significativamente influenzato da qualsiasi farmaco.
  • Non ci sono risultati promettenti disponibili neppure per il trattamento psicofarmacologico dei sintomi borderline quali “sentimenti cronici di vuoto”, “disturbi di identità” e “angosce di abbandono”.
  • Necessità di ulteriori RCT di approfondimento.

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In sintesi estrema, è possibile apprezzare come il trattamento psicofarmacologico del Disturbo Borderline di Personalità presenti ancora innumerevoli controversie e lati oscuri da chiarire. In linea generale le indicazioni alla Psicoterapia sono piuttosto nette, mentre non sembrano esserci dati definitivi circa una reale efficacia del trattamento con soli farmaci, o combinato psicoterapia/farmaci. Discorso a parte va fatto per eventi acuti o per comorbidità presenti che vanno affrontate singolarmente.

Concludo riportando un’altra meta-analisi presente nelle Cochrane Library dal titolo Antiepileptics for aggression and associated impulsivity: gli autori ritengono che il corpo di evidenze riassunte in questa analisi non sia sufficiente per giungere ad una conclusione definitiva circa l’uso di farmaci antiepilettici (valproato / valproato, carbamazepina, oxcarbazepina e fenitoina) nel trattamento di aggressività e impulsività associata o meno al DBP.

 

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CEO a valeriorosso.com
Mi chiamo Valerio Rosso e sono un medico, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Da anni divulgo i principali temi della Salute Mentale, delle Neuroscienze e della Medicina Digitale come blogger e come YouTuber. Alcune persone mi conoscono anche come musicista (cercatemi su Spotify, iTunes e YouTube Music).
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Archiviato in:Psichiatria, Psicofarmacologia Contrassegnato con: disturbo borderline di personalità, linee guida, trattamento farmacologico

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Micol dice

    05/06/2017 alle 3:27 pm

    Salve,
    Grazie a questo articolo ho fatto un po’ più di chiarezza anche io che fatico a trovare linee guida e articoli non essendo del settore specifico, non avendo ancora stidiato a fondo la materia e non sapendo mai a che fonti potermi affidare di preciso.
    Volevo chiederle se per caso sa indicarmi dove poter trovare o cercare qualche articolo riguardante l’uso del Topiramato per il controllo del l’aggressività e impulsività nel disturbo Borderline. Essendo in terapia con questo farmaco ho cercato di documentarmi, ma oltre all’utilizzo nel disturbo Bipolare non ho trovato altre evidenze.
    Grazie dell’attenzione,
    Buona giornata!
    Micol

    Rispondi
    • Valerio Rosso dice

      05/06/2017 alle 3:31 pm

      Ciao Micol e grazie per aver letto il mio blog. Quello che hai letto non sono opinioni personali ma il sunto di linee guida ufficiali. Ti invito prima di tutto a chiedere dei riferimenti al medico che hai in cura, è la cosa più sensata. In aggiunta puoi tu stessa provare a consultare i siti del NICE inglese e dell’APA statunitense (trovi in fondo all’articolo i riferimenti). Buona serata!?

      Rispondi
  2. Gigio dice

    31/07/2017 alle 9:30 pm

    Buonasera, l’esketamina intranasale attualmente in fase 3 di sperimentazione, ha qualche indicazione nel distrurbo bipolare o borderline, oltre che per la depressione maggiore? Grazie e cordiali saluti

    Rispondi
    • Valerio Rosso dice

      01/08/2017 alle 2:25 pm

      Al momento non risulta questa indicazione specifica, in realtà sarà anche da capire il potenziale di dipendenza del farmaco che, nel caso del Dist. Borderline di Personalità, potrebbe comportare ulteriori problemi…

      Rispondi
  3. Rob dice

    07/03/2018 alle 6:18 pm

    Soffro di disturbo borderline e i due farmaci che uso sono efexor 37,5 e lamictal 150.
    L’efexor stranamente sembra aumentare la sensazione di aggressività ma al contempo darmi più capacità di controllarla senza sfogarla sulle persone, lo prendo alla dose minima perchè già a 75 mi rende eccessivamente teso. Avevo provato il Cymbalta e sembra una versione blanda dell’efexor. Gli SSRI che ho provato (Sertralina e Paroxetina) erano completamente inefficaci.
    Per quanto riguarda il Lamictal l’avevo proposto io al mio specialista, avevo fatto ricerche scoprendo che negli US è stato di recente ampiamente (e con successo) usato off label per il disturbo borderline (e per il disturbo post-traumatico da stress). L’effetto è stato subito positivo. Lo descriverei come un “lasciare andare la rabbia” nel senso che posso ripensare a un episodio che mi ha particolarmente innervosito con un certo distacco a distanza di qualche giorno, quindi evitando accumuli di rabbia nel tempo. Tra l’altro il Lamictal è l’unico psicofarmaco che ho assunto che non mi abbia dato alcun tipo di effetti collaterali.
    Spero, descrivendo la mia esperienza di aver aggiunto qualche spunto di riflessione sull’argomento 🙂

    Rispondi
  4. Tramonto dice

    16/06/2020 alle 5:11 pm

    Dr, Rosso, ho letto questo articolo con interesse. Sono una delle tante persone che assumono una politerapia per un disturbo di personalità. Ho la sensazione che le persone con disturbo borderline non abbiano avuto nessuno nella loro infanzia o adolescenza che abbia dato loro un senso di appartenenza o di sicurezza, l’idea di avere un legame. Sembrano delle persone cadute dal cielo, alcuni che ho conosciuto sono figli di genitori così problematici da non poter essere considerati tali, sembrano cuccioli abbandonati nella foresta. A me sembrano così, pieni di odio e di vergogna per non essere stati reclamati da nessuno e ostili con tutti per paura di essere accerchiati e sopraffatti. Tu gli puoi dire che gli vuoi bene, ma basta un attimo e ripiombano nel passato. So che ha una formazione psicoanalitica, è questa la famosa mancanza di costanza dell’oggetto? Grazie

    Rispondi
  5. Nazmije dice

    21/06/2022 alle 11:26 pm

    Buonasera dottore sono la madre di un ragazzo di 27 anni che ha cominciato la cura x DBP ha fatto la prima iniezione 5 giorni fa tra 28 giorni deve fare la seconda sono molto preoccupata dal suo stato di salute dorme troppo mangia poco è e molto rallentato nei movimenti non sembra più lui non so cosa fare ?? In attesa della sua risposta grazie mille!!!

    Rispondi

Trackback

  1. In quali casi la Psicoterapia funziona meglio dei Farmaci? - Valerio Rosso ha detto:
    16/07/2017 alle 6:02 pm

    […] tamponare le gravi anomalie di comportamento presenti, ma non ci sono dati definitivi al riguardo. La maggior parte delle linee guida in realtà smontano parecchio l’approccio psicofarmacologic… Sembra invece che l’approccio più terapeutico sia una forte e competente presa in cura […]

    Rispondi

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