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Valerio Rosso

Psichiatria, Salute Mentale e Neuroscienze

Glutammato e Vie Glutammatergiche nel Cervello Umano

22/04/2017 da Valerio Rosso 4 commenti

I principali neurotrasmettitori inibitori ed eccitatori del cervello umano sono il GABA ed il L-Glutammato.

Le moderne Neuroscienze ci indicano come il loro ruolo nell’elaborazione dell’informazione sia assolutamente rilevante: L-Glutammato e GABA sono diffusi in un gran numero di differenti sistemi neuronali in ogni area del cervello.

I neuroni GABAergici sono senza dubbio molto importanti per la psichiatria poichè i fenomeni d’ansia, l’epilessia, le benzodiazepine e l’alcol sono direttamente connessi con l’attivazione o l’inibizione dei recettori del GABA.

Il Glutammato, invece, è il più importante neurotrasmettitore eccitatorio del cervello umano, e il suo studio sta dimostrando di essere fondamentale per lo sviluppo di nuove classi di farmaci che, probabilmente, saranno usate per la terapia di psicosi, schizofrenia e disturbo bipolare. La neurotrasmissione glutammatergica esercita i suoi effetti eccitatori, tramite recettori ionotropici rapidi che lasciano passare ioni calcio (Ca2+) o ioni sodio (Na+).

Esempi molto studiati di neuroni che usano il L-Glutammato sono le Cellule Piramidali della Corteccia Cerebrale, i neuroni dell’Ippocampo e le varie afferenze sensitive primarie.

La maggior parte della neurotrasmissione eccitatoria rapida del cervello è regolata da recettori per il glutammato che sono canali a loro volta sensibili ad altri neuromediatori.

I recettori per il Glutammato sono stati denominati sulla base dei loro agonisti farmacologici, il Kainato, l’acido alfa-ammino-3-idrossi-5-metil-4-isoassazolo-propionico (AMPA) e l’N-metil-D-aspartato (NMDA). Il NMDA è un recettore particolarmente importante poichè è il bersaglio farmacologico di molti nuovi farmaci per la schizofrenia.

Molti recenti studi sulla schizofrenia ed altri disturbi psicotici come la mania, hanno dimostrato che l’ipermetabolismo del L-Glutammato e l’atrofia dell’ippocampo sono tra i cambiamenti più importanti nel cervello di molti pazienti, ed il recettore per l’NMDA sembra svolgere un ruolo importante.

Negli anni ’90 sono stati anche identificati recettori del glutammato che attivano le Proteine G, definiti recettori metabotropici del glutammato.

L’attivazione dei recettori NMDA può avvenire soltanto quando due eventi si verificano in contemporanea: il glutammato deve legare il recettore e la membrana deve essere depolarizzata, per esempio tramite l’attivazione di altri recettori locali per il glutammato non NMDA; per questa loro caratteristica i recettori NMDA sono considerati un possibile substrato per l’apprendimento associativo attraverso il processo del potenziamento a lungo termine.

Il Glutammato, a partire dagli anni ’90, viene progressivamente coinvolto in un numero sempre maggiore di disturbi psichiatrici.

Un’importante scoperta è stata quella che gli effetti psicomimetici della Fenciclidina (PCP), una droga da strada chiamata anche “polvere d’angelo”, sono dovuti alla capacità di bloccare il canale del recettore NMDA. Poiché il glutammato è il neurotrasmettitore dei neuroni piramidali corticali e dell’ippocampo, si è ipotizzato che gli effetti dissociativi e psicomimetici della PCP possano riflettere un’interferenza con la trasmissione glutammatergica in queste regioni cerebrali.

Altri studi hanno dimostrato che l’iniezione periferica di glutammato in animali appena nati produce un tipo selettivo di degenerazione dei neuroni che colpisce il nucleo arcuato dell’Ipotalamo, le strutture periventricolari del cervello e lo strato interno della retina (si è ipotizzato che questo effetto neurotossico sia espletato tramite un’eccessiva depolarizzazione dei neuroni mediata dai recettori del glutammato).

Sono questi risultati ad aver suggerito il possibile utilizzo di farmaci che agiscano sul NMDA per il trattamento di schizofrenia ed altre psicosi.

Infine è stato dimostrato che il trattamento con gli antagonisti del NMDA previene la degenerazione dei neuroni del sistema limbico secondarie a crisi convulsive persistenti, la degenerazione dei neuroni dello striato conseguente a grave ipoglicemia e la degenerazione dei neuroni dell’Ippocampo secondaria all’ischemia.

Questi risultati sono promettenti per lo sviluppo di nuovi farmaci neuroprotettivi per patologie neurologiche e psichiatriche o anche per prevenire o ridurre il danno secondario all’ipossia o all’ischemia.

 

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Valerio Rosso

CEO a valeriorosso.com
Mi chiamo Valerio Rosso e sono un medico, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Da anni divulgo i principali temi della Salute Mentale, delle Neuroscienze e della Medicina Digitale come blogger e come YouTuber. Alcune persone mi conoscono anche come musicista (cercatemi su Spotify, iTunes e YouTube Music).
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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Amedea dice

    13/07/2017 alle 5:37 am

    Caro Valerio,ritengo estremamente interessante il tuo articolo.Sono psicologa,psicoterapeuta e psicoanalista, lavoro nel mio studio, con pazienti dai 2 agli 80 anni.Sono pittrice e ho risolto tanti casi con l’arte terapia .Uno dei miei principali interessi e’ lo studio delle psicosi .
    Mi sembra che il tuo articolo, costituisca un passo avanti, in un settore trascurato della Ricerca.Grazie!

    Rispondi
  2. leo dice

    13/06/2018 alle 2:35 pm

    Come è possibile aumentarlo invece venendo da un ADHD non tratta da bambino ? Sicuramente ho un bassissimo livello di glutammato.

    Grazie

    Rispondi
  3. francesca dice

    22/09/2019 alle 4:19 pm

    Ho sentito parlare di farmaci che attivano i recettori come il noopept. è vero?

    Rispondi
  4. .Massimo dice

    11/10/2021 alle 12:57 pm

    Lo scorso ieri, la trasmissione radiofoninica di radio 24 ha intervistato un medico la cui specializzazione comprende la neuro psico endocrino ecc. ecc. Durante il corso della trasmissione, non ricordo se la conduttrice o lo stesso medico hanno affermato che depressione può (oppure di sicuro) togliere 10 anni di vita al paziente. Se fosse vero, non andrebbe detto in un ambito di broadcasting. Il mio primo pensiero e stato quello “vaffanculo tutto ho 63 anni e sono depresso non ho più le passioni di 10 anni fa sono in pensione devo inventarmi le giornate anche se ho una famiglia che studia e lavora. Forse, co.e.me, qualcuno ha pensato ancora più forte. Amo la montagna e non riesco ad affrontarla da solo o in compagnie che non comprendano mia moglie. Mia moglie, da tempo per vari acciacchi non la frequenta più. Ieri è caduto un mio conoscente, ho saputo che al mattino aveva detto: ‘ vorrei morire in montagna” non ha compiuto il lavoro ma è messo male. Forse ha sentito Radio 24? Sono pensieri che hanno sfiorato anche me ?sfiorato è un modo di dire) 10 anni meno a 63 anni vuol dire smetti la mezza mirtazapina ala sera, quelle poche gocce di EN e datti al Morellino di Scansano. Dottore, se avrà voglia e tempo di rispondermi le sarò grato. La seguo fa quando portava gli occhiali, e mi è stato di aiuto. Risponda, qualsiasi cosa, non sono seguito da psichiatri e le medicine che prendo sono peduncolo di vecchie terapie. Iniziate con il Libro, come.la principessa degli scacchi. Ma.non vedo scacchiere sul soffitto. Grazie comunque.

    Rispondi

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