La presenza di un Amico Immaginario è un fenomeno psicologico molto frequente nei bambini.
L’Amico Immaginario è una malattia? Nella maggior parte dei casi, no. Questo fenomeno non è quasi mai un sintomo di disagio psichico o di un disturbo mentale, ma una fase normale della crescita del bambino.
Infatti, secondo dati epidemiologici moderni, più del 60% dei bambini tende a strutturare una solida relazione con un compagno di giochi che vive esclusivamente nella loro fantasia. La presenza di un Amico Immaginario inizia a manifestarsi intorno ai 2 o 3 anni, spesso durante l’ultimo anno di frequenza dell’asilo nido, e può permanere nel mondo interno di un bambino sino ai 7-10 anni.
Le caratteristiche degli Amici Immaginari possono cambiare a seconda delle ansie, dei timori o semplicemente degli obiettivi di gioco del bambino. Queste presenze immaginarie si possono suddividere in tre diverse categorie:
- Amici Immaginari che vengono creati nonostante il bambino in questione sia perfettamente consapevole che questo personaggio che vive nella sua mente non è reale; sono queste le presenze normali, che nella maggior parte dei casi si manifestano in soggetti in perfetta salute mentale.
- Amici Immaginari che non sono distinguibili dalle persone normali e che possono confondere il giudizio critico del bambino; sono queste situazioni da indagare con attenzione.
- Amici Immaginari che non appaiono al bambino, il quale riesce soltanto a percepirne la presenza nell’ambiente intorno a lui, spesso con paura o angoscia; anche in questo caso è necessario portare attenzione clinica al fenomeno.
In generale, un amico immaginario può essere sia un non umano (elfi, folletti, alieni), o anche un animale, anche se spesso è una persona comune, con caratteristiche normali. L’Amico Immaginario ha spesso una storia bizzarra e curiosa, moto più avventurosa di quella delle altre persone reali che costituiscono l’esistenza del bambino.
L’aspetto fisico di esso può essere molto mutevole, e alle volte rispecchia un ideale fisico a cui il bambino aspira (molto forte, muscoloso, bello, veloce, o altro). Inoltre, ha quasi sempre un atteggiamento positivo, esprime un carattere buono e simpatico, si dimostra coraggioso e tende ad assecondare i desideri del bambino che lo crea nella sua mente.
Molte ricerche indicano che non sono i bambini più introversi, timidi o disadattati a creare un amico immaginario.
Al contrario questo fenomeno riguarderebbe quelli più positivi ed interessati al rapporto con le altre persone; spesso sono soggetti capaci di giochi più articolati e creativi, dotati di immaginazione e di un linguaggio più complesso ed articolato.
Secondo molti esperti di psicologia evolutiva, creare un amico immaginario arricchisce il mondo interno del bambino, aiutandolo a crescere e a conoscersi, per poi riuscire a capire meglio le altre persone e le dinamiche interpersonali. Il compagno immaginario si può considerare una manifestazione di creatività, che il genitore deve accettare con attenzione e rispetto.
Possono essere molte le ragioni per cui si dà vita a un compagno immaginario. Alle volte si tratta di una presenza che esprime le caratteristiche che si vorrebbero avere e non mostra le debolezze o i timori che turbano di più il bambino, come la paura del buio.
In altri casi l’Amico Immaginario diventa un confidente al quale il bambino rivela i suoi segreti più intimi.
In ogni caso, quando si viene a conoscenza che un bambino ha creato un amico immaginario è importante, fatte le dovute eccezioni che ho prima illustrato, accettarlo senza timori o eccessive preoccupazione cercando, se possibile, di stare al gioco, prendendo parte alla fantasia del bambino, come ad esempio facendo finta che questo amico invisibile si sieda a tavola con noi se il bambino lo richiede.
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