L’Ansia è definibile in molte maniere. Gli psichiatri spesso la definiscono come “una paura senza oggetto“. In pratica il soggetto ansioso è simile ad una persona che in una foresta sente avvicinarsi un predatore pericoloso, solo che non c’è nessun pericolo concreto: l’ansia è una paura che dimora nella mente di una persona.
Negli ultimi decenni i disturbi d’ansia hanno assunto un vero e proprio andamento epidemico con grossi picchi di richiesta di aiuto psicologico e sanitario di non facile gestione. I dati dei principali studi epidemiologici condotti in 91 Paesi del mondo tra il 1980 e il 2010 indicano che l’ansia interessa il 7,3% della popolazione mondiale; i disturbi d’ansia si riscontrano prevalentemente in Europa, Stati Uniti e Australia, con un tasso di incidenza nella popolazione generale del 10%. Secondo queste premesse è normale che molte persone si chiedano…
Che cos’è l’Ansia?
Ci sono almeno tre teorie fondamentali che spiegano le cause dell’ansia.
La psicoterapia Cognitivo-Comportamentale ci insegna che a generare i sintomi d’ansia sono i pensieri negativi e gli atteggiamenti irrazionali; ad esempio se una persona ha la convinzione di dover avere sempre l’approvazione degli altri potrà esprimere una quota molto alta di ansia ed angoscia se un collega gli rivolgerà delle critiche oppure se dovrà affrontare una presentazione davanti a molte persone.
Pensiamo adesso a come potrebbe rispondere alla domanda “Che cos’è l’ansia?” uno psicoanalista. Chi si dedica alla psichiatria psicodinamica, come Glen O. Gabbard, sicuramente affermerebbe che a rendere le persone ansiose sono i conflitti repressi che si trovano nel nostro spazio inconscio. Questa semplice teoria è alla base della psicoanalisi. In un esempio simile al precedente, la rabbia o i conflitti presenti con un collega potrebbero essere repressi, secondo uno schema di funzionamento acquisito da piccoli, per emergere in seguito come sintomi d’ansia.
Infine pensiamo a come risponderebbe alla domanda uno psichiatra orientato ad una visione biologica dei fenomeni mentali: a causare sentimenti di ansia, angoscia o panico sono degli squilibri nella chimica del cervello. Conseguenza di una visione biologica dei fenomeni d’ansia potrebbe essere quella di impostare un trattamento di tipo psicofarmacologico analogamente a quello che potrebbe avvenire con altre patologie neurologiche o organiche.
Infine meritano di essere citate alcune teorie bizzarre che potreste sentire in giro per il mondo: allergie, intolleranze alimentari, influenze bioenergetiche, inquinamento ed altre curiose interpretazioni. Ovviamente nessuna di queste curiose spiegazioni, al momento, meritano di essere considerate come scientificamente attendibili.
(1) Come i nostri pensieri possono spaventarci
La terapia cognitivo-comportamentale è basata sulla premessa che non sono gli eventi esterni, ma i pensieri e le interpretazioni degli eventi a disturbare la mente degli esseri umani producendo sintomi d’ansia. Questo non vale solo per i sintomi d’ansia e di panico, ma anche per altre emozioni negative.
Questo non è difficile da considerare corretto nella misura in cui possiamo renderci conto che un evento o una situazione non generano ansia sino a che la mente umana non la interpreta in una maniera negativa.
Questa teoria ha delle conseguenze davvero interessanti dato che, secondo queste premesse, quando un essere umano riesce a cambiare il modo di pensare può cambiare il modo in cui si sente. Secondo questa teoria sarebbe possibile superare paure, preoccupazioni, ansia o depressione analizzando il modo in cui si interpreta il mondo e provando a cambiarlo.
Un’altra interessante conseguenza di questa teoria è che gli esseri umani sperimentano due tipi di paure: paure sane e realistiche contrapposte ad ansia patologica. Dopo un certo lavoro psicoterapico potrebbe diventare più facile distinguere questi due diversi modi di sentire.
(2) I pensieri repressi possono generare ansia
Sigmund Freud ha affermato che la rabbia repressa può generare emozioni negative che emergono dall’inconscio. Freud, ad esempio, immaginò per primo che le persone potessero diventare depresse per la paura di esprimere i loro sentimenti di rabbia, temendo di essere rifiutati dalle persone verso le quali si esprime attaccamento.
Allo stesso modo ci sono molte teorie psicoanalitiche che interpretano i sintomi d’ansia come l’espressione di pensieri e sentimenti repressi. E’ di frequente riscontro, nella pratica clinica, come persone che soffrono di ansia o panico stiano reprimendo sentimenti di rabbia. Questi sentimenti possono non essere completamente consci poichè questo genere di persone tendono a spingerli fuori dalla loro mente cosciente.
Quando una persona inizia a negare i propri sentimenti negativi, evitando i conflitti che questi sentimenti potrebbero generare con gli altri, inizia a manifestare sintomi d’ansia e panico che potrebbero risolversi durante un lavoro analitico: l’analisi permette di far emergere e di rendere tollerabili i conflitti presenti nella nostra mente incoscia.
(3) La visione biologica dell’Ansia
Dopo aver riassunto le due più comuni teorie psicologiche dell’ansia, “pensieri negativi” e “pensieri repressi”, vorrei proporvi il punto di vista di quelli psichiatri che ritengono che l’ansia possa avere un origine medica e biologica.
Partiamo da un dato indubbiamente rilevante: circa il 90% delle persone che sperimentano ansia acuta grave o panico si rivolgono in prima istanza ad un medico temendo che a causare questi sintomi sia una malattia organica (cardiaca, polmonare o neurologica) e, prima di arrivare sotto l’osservazione di uno psichiatra, il 70% di loro è stato osservato da almeno 10 medici diversi.
Questi dati non stupiscono alla luce del fatto che le più rilevanti manifestazioni di ansia e panico colpiscono prevalentemente funzioni corporee, ancor più che mentali: nodo alla gola, respiro affannato, tachicardia, palpitazioni, vertigini, nausea, ronzii alle orecchie, parestesie, bocca secca, sudorazione profusa, etc.
Inoltre non bisogna sottovalutare l’importanza di una accurata valutazione medica che escluda cause organiche reali dei disturbi d’ansia e del Panico come ad esempio:
- Prolasso della valvola mitrale
- Disordini ormonali (Tiroidei, Surrenali)
- Pneumopatie allergiche
- Ipoglicemia
- Utilizzo di sostanze d’abuso: alcool, caffè, cocaina, marijuana, etc.
Di sicuro ci sono molte prove indirette che indicano che l’ansia ed il panico hanno dei meccanismi di espressione di tipo biologico, ma non sempre può essere una buona idea utilizzare un approccio farmacologico ad un disturbo che si trova, in maniera complessa, al crocevia di tre diverse prospettive. La domanda è spesso: ho bisogno di uno psicologo o di uno psichiatra? A questa domanda ho risposto in un’altro articolo di questo blog.
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