Il World Ufo Day si celebra il 2 Luglio di ogni anno come ricorrenza del più famoso avvistamento UFO della storia, ovvero l’incidente di Roswell. In New Mexico, nel 1947, per gli appassionati di ufologia si sarebbe schiantato un disco volante in avaria, con un equipaggio di alieni a bordo.
Da allora l’interesse mediatico per il fenomeno UFO si è diffuso in tutto il mondo, generando un vero e proprio fenomeno sociale. Quali sono le interpretazioni profonde di questo fenomeno di massa e culturale che ha dilagato per tutto il XX secolo?
Breve Storia degli UFO e degli incontri con gli alieni
La storia del “Fenomeno UFO” si potrebbe far risalire al 24 Giugno 1947 quando un importante uomo d’affari statunitense, Kenneth Arnold, dal finestrino del suo aereo privato osservò nove oggetti metallici che si muovevano in formazione “a cuneo”, in prossimità del Monte Rainer.
Giunto a terra, descrisse gli oggetti osservati come dei piatti che “rimbalzavano sul pelo dell’acqua”, ed il giornalista che intervistò Mr. Kenneth li definì come “flying saucers”, (“dischi volante” in italiano , espressione che ha spesso identificato analoghi avvistamenti). Molti eventi, film, avvistamenti hanno contribuito a dare visibilità mediatica a questo misterioso fenomeno a metà tra scienza e fantasia.
Secondo gli ufologi, la presenza sulla terra di oggetti provenienti dallo spazio profondo non può essere fatta risalire al 1947 poiché la loro presenza sarebbe costante in tutte le epoche storiche dall’uomo primitivo ai giorni nostri.
Se nell’era moderna è facile riuscire ad ottenere prove fotografiche e filmate di avvistamenti di ufo, nel passato le medesime prove, o presunte tali, sono state raccolte con modalità indirette, studiando monumenti, manoscriti, opere d’arte ed interrogando la cultura ed i miti popolari.
Molti nostri illustri predecessori si sono espressi al riguardo di “oggetti” o “luci” misteriose nel cielo:
- Cicerone narra di globi nel cielo nel suo “De Divinatione”, nel Capitolo 43, riferendo che «…il sole splendette nella notte, con grandi rumori nel cielo e il cielo sembrava esplodere e stupefacenti sfere vi apparvero…».
- Tito Livio, nella sua “Storia di Roma”, narra di oggetti a forma di scudi circolari che volavano nel cielo e che erano stati osservati sopra molte città dell’Impero; aggiunge che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, fu testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi oggetti.
- Senofonte, nel suo “Anabasi”, crea una classificazione degli oggetti volanti che si possono osservare in cielo in base alla loro forma.
- Seneca narra d’inspiegabili “travi luminose” che comparivano all’improvviso nei cieli delle città antiche; questi oggetti rimanevano immobili per giorni per poi scomparire.
- Nei Manoscritti del Mar Morto, del primo secolo a.C., si parla di uomini provenienti “dal cielo” e di terrestri che sono stati “prelevati” dalla Terra e “portati in cielo”.
- Ad Hereford, in Gran Bretagna, nel 500 d.C. alcune cronache raccontano di una “trave infuocata” che atterrò vicino alla città e, poco dopo, ripartì.
- Un oggetto volante venne avvistato nel 776 d.C. durante l’assedio del Castello di Sigiburg, in Francia: durante i combattimenti improvvisamente un gruppo di dischi, definiti “scudi fiammeggianti”, apparvero sopra il tetto della chiesa. Ci sono almeno due illustrazioni dell’accaduto, disegnate su di un manoscritto del XII secolo ”Annales Laurissenses” dove gli oggetti raffigurati in cielo sembrano vere e proprie astronavi.
- Nel 842 d.C. venne segnalato l’avvistamento di un oggetto volante non identificato sopra la città francese di Angers, raffigurato in un’illustrazione dell’epoca che testimonia l’avvistamento.
- Sono tantissimi altri gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati nel corso della storia: nel XIII secolo un veicolo aereo rimase precipitò in una città inglese e l’alieno al suo interno fu ucciso dalla folla; nel 1217 d.C. tre croci volanti furono viste volare nel cielo di Nizza in Francia; nel 1254 d.C. su St. Albans, in Inghilterra, venne avvistato nel cielo una grande astronave; nel 1290 d.C. un enorme oggetto circolare di colore argenteo sorvolò lentamente l’Abbazia benedettina di Amplefort, in Inghilterra; nel 1301 d.C. su Firenze apparvero delle croci luminose volanti; … Corrado Lychostene, nel “Prodigiorum ac Ostentorum Chronicon”, stampato a Basilea nell’anno 1557, descrive gli avvistamenti di strani oggetti volanti durante il Medio Evo e nel Rinascimento.
L’Ipotesi Psicosociale sugli UFO
Il fenomeno UFO è stato analizzato secondo varie prospettive: razionali-scientifiche, basandosi sui fatti, irrazionali-metafisiche o ancora facendo uso di un approccio psicosociale. Tralasciando le teorie sugli UFO come possibili forma di vita extraterrestre, senza approfondire volontariamente questo punto di vista, l’ipotesi psicosociale fornisce diverse e variegate spiegazioni dei fenomeni ufologici, chiamando in causa dimensioni di natura psicologica, sociologica e culturale.
Nel suo famoso libro Il mondo infestato dai demoni, Carl Sagan riporta alcuni esempi di spiegazioni razionali a sostegno dell’ipotesi psicosociale. In pratica gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati può essere spiegata con:
- Erronee interpretazioni, ovvero fenomeni “illusori”, di fenomeni naturali, oggetti naturali o artificiali. Ad esempio particolari categorie di nuvole possono essere scambiate per un disco volante. Oppure aeromobili o palloni sonda, osservati da particolari angolazioni o distanze, possono generare difetti di valutazione.
- Veri e propri sintomi psichiatrici come allucinazioni, pareidolie, fenomeni proiettivi o altri sintomi psicopatologici. Quasto genere di sintomi possono capitare anche a persone normali per effetto dello stress, assenza di sonno e deprivazioni sensoriali dovute all’isolamento.
Anche Hilary Evans, un giornalista britannico che si è occupato del fenomeno UFO, ritiene che gli avvistamenti di UFO possano essere il risultato di alterazioni percettive e fenomeni psicopatologici; è anche vero che alcune persone sono particolarmente predisposte a generare “sogni ad occhi aperti” particolarmente vividi. Sono ovviamente da considerare individui affetti da malattie mentali come ad esempio la schizofrenia o il disturbo bipolare.
Accanto ai meccanismi psicologici possono avere un ruolo importante anche i fattori sociali, come l’influenza dei mezzi di comunicazione di massa. Ad esempio Philip J. Klass, giornalista statunitense che si dedicò molto al fenomeno degli UFO, riteneva che le cosiddette “ondate di avvistamenti di UFO” potessero essere spiegate con l’attenzione che i mezzi di comunicazione hanno dato al fenomeno per molti anni, con un notevole effetto di suggestione sul pubblico in una sorta di “contagio psicologico”.
L’ipotesi psicosociale tenta di dare una spiegazione anche al perché i presunti alieni protagonisti di incontri ravvicinati e rapimenti siano così diversi tra loro a seconda dell’area geografica e dell’epoca storica; Steven Novella ha commentato in proposito che l’aspetto degli alieni si evolve con l’epoca, in dipendenza di fattori culturali.
Numerose dimensioni psicologiche vengono chiamati in causa anche per spiegare l’impressionante fenomeno dei rapimenti alieni.
Secondo la psicologa Susan Clancy, le cause di questi fenomeni dovrebbero essere cercate nella paralisi nel sonno e nella creazione di falsi ricordi; lo psicologo Chris French, esaminato un gruppo di persone che riferiscono di essere stati rapiti, conclude che questi fenomeni possono essere spiegati con cause psichiatriche, allucinazioni e paralisi nel sonno, senza dover ricorrere agli extraterrestri.
Sempre Carl Sagan ha rilevato che i racconti di rapimenti alieni, poco frequenti negli anni sessanta, sono aumentati di frequenza dopo un film trasmesso in televisione nel 1975 sul presunto rapimento dei coniugi Hill.
Secondo gli avversari dell’ipotesi psicosociale, come ad esempio alcune sette ufologiche, essa non sarebbe in grado di spiegare gli avvistamenti di UFO che lasciano anche tracce fisiche, come segni sul terreno, tracce radar e filmati.
David Clarke, un famoso scrittore britannico che ha pubblicato parecchio sull’argomento UFO, è forse l’unico che non nega la possibile realtà fisica di certi fenomeni ufologici e considera che gli UFO dovrebbero essere oggetto di studio sia da parte di fisici e ingegneri che da parte di psicologi e sociologi.
Il punto di vista di Jung sul fenomeno UFO
Una lettere scritta da Carl Gustav Jung nel 1957 al giornale New Republic di Washington rivela l’interesse per lo psicoanalista nei confronti degli UFO; l’anno seguente verrà pubblicato da Jung un libro estremamente interessante sull’argomento “Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo”
Ovviamente il punto di vista dello psicanalista la principale preoccupazione dello studioso non quello di stabilire la realtà o la falsità degli UFO, ma di studiarne le sue implicazioni psichiche. In molti passi del libro viene sostenuta la tesi che i tipici corpi rotondi e luminosi avvistati nel cielo rappresentano chiaramente un simbolo che l’inconscio fa emergere durante le esperienze di sogno, di visione o di scissione dalla realtà.
Jung non indugia mai sullo speculare la presunta origine extraterrestre degli UFO, al contrario si chiede quale possa essere il significato profondo e simbolico di questi fenomeni, reali o immaginari che siano, per l’umanità: il periodo post bellico, durante l’inizio della Guerra Fredda ha rappresentato un momento durante il quale l’umanità si è sentita minacciata come non mai nella sua storia.
Carl Gustav Jung afferma che gli UFO sono da considerarsi come un fenomeno ascrivibile ad un “mito moderno”.
Ecco il testo della famosa lettera:
“Caro signor Harrison,
il problema degli UFO è, come ha giustamente lei detto, molto affascinante, ma allo stesso tempo è anche sconcertante, dal momento che, a dispetto di tutte le osservazioni che mi sono note, non vi è nessuna certezza circa la loro natura.
Dall’altro lato, vi è un materiale schiacciante che punta sulla loro natura mitica o mitologica. E’ un dato di fatto che l’aspetto psicologico del fenomeno è così fondamentale, che quasi si deve rimpiangere il fatto che gli UFO sembrano essere reali, dopo tutto.
Ho seguito il fenomeno, per quanto possibile, ed effettivamente sembra che qualcosa sia stato visto e confermato anche dai radar, ma nessuno sa esattamente ciò che sta vedendo”.
Nonostante Jung tentò di fornire una spiegazione psicologica ed interpretativa del fenomeno UFO, verso la fine del libro viene chiaramente esplicitato che non tutti i casi di avvistamenti possono essere considerati “fenomeni mentali”. D’altra parte Jung, prima di scrivere questo famoso ed interessante testo, si impegnò a documentarsi con grande interesse sulle dimensioni reali del fenomeno, indagando su molti casi di avvistamenti.
Vale la pena ricordare che Jung, negli anni ’20, tentò di fornire una base scientifica alla propria psicologia analitica con il libro “Energetica psichica” (1928): la libido, secondo la teoria espressa in quel testo, poteva essere trattata come una reale forma di energia e dunque doveva valere il principio fisico che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, generando le necessarie compensazioni ove sarebbero servite.
Se in una parte della psiche avviene uno sbilanciamento dovuto ad un trauma o ad un disagio, allora si attiverà una compensazione energetica che consentirà alla persona di fare fronte all’evento traumatico. Di conseguenza se una certa quantità di libido scompare in una certa area della psiche, per il principio di equivalenza della fisica, essa si sposterà altrove.
Il concetto di “compensazione” sarebbe alla base della connessione fra trauma e percezione della forma-UFO. In quest’ottica il bilanciamento della libido avverrebbe attraverso la proiezione di un simbolo che è circolare, analogamente a quanto accade con il mandala, che trasforma l’eccesso di energia libidica in una forma visibile alla persona che sperimenta uno scompenso. Carl Gustav Jung, in estrema sintesi, ricondurrà la visione dei dischi volanti alla rappresentazione archetipica del mandala.
Storia della Teoria Psicosociale sugli avvistamenti UFO
Dagli anni ’50 in avanti, parallelamente al diffondersi a livello mondiale del fenomeno UFO, si sono organizzati movimenti di pensiero che hanno approcciato criticamente l’analisi degli avvistamenti di oggetti misteriosi nel cielo, in contrapposizione, spesso, alla disciplina dell’Ufologia che era ed è completamente propensa a considerare esclusivamente l’ipotesi extraterrestre per la loro interpretazione.
Il primo esempio di approccio psicosociale al fenomeno UFO lo abbiamo nel 1954, quando lo psichiatra francese George Heuyer scrisse una nota per il Bulletin de l’Acadèmie Nationale de Médecine in cui esprimeva l’idea che gli UFO potevano essere espressione di una isteria di massa, specialmente durante le cosiddette “ondate di avvistamenti di UFO”.
Uno dei contributi più importanti è stato espresso nel 1958 quando lo psichiatra Carl Gustav Jung scrisse il saggio “Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo”, nel quale avanzava l’idea che gli UFO potevano essere in parte spiegati come fenomeni psicologici: Jung vide un’analogia tra la forma circolare degli UFO e la forma dei mandala. In quest’ottica gli UFO sarebbero proiezioni incoscie.
Il saggio di Jung è considerato un contributo fondamentale dell’ipotesi psicosociale, anche se viene strumentalizzato allo stesso modo dai sostenitori delle spiegazioni paranormali sugli UFO.
Nel 1977 il francese Michel Monnerie ha sviluppato ulteriormente l’ipotesi di Jung, affermando che i casi di avvistamenti di UFO non riconducibili a spiegazioni convenzionali (palloni sonda, fenomeni naturali, ecc.) si possano spiegare con proiezioni psicologiche che causano una specie di “sogno da svegli”, ovvero delle Reverie. Il giornalista belga Jacques Scornaux ha contribuito con i suoi articoli alla diffusione delle idee di Monnerie.
Nel 1978 il sociologo francese Bertrand Méheust si riferisce esplicitamente a fattori culturali, dicendo che le produzioni di fantascienza della prima metà del XX secolo hanno rappresentato un elemento importante nella spiegazione dei racconti sugli avvistamenti di UFO.
Allo stesso modo le connessioni tra gli UFO e la fantascienza sono state approfondite dallo statunitense Martin Kottmeyer, che ha prodotto un grande lavoro di studio grafico e simbolico riguardante le similitudini tra gli extraterrestri dei film di fantascienza e i racconti di UFO e di rapimenti alieni.
Nel 2004 il francese Claude Maugé, professore di matematica e fisica e giornalista scientifico, ha suggerito di modificare la definizione di “Ipotesi Psicosociale”, utilizzando al suo posto la definizione di “Teoria riduzionista composita del fenomeno UFO”, poichè i fattori psicologici e sociali andrebbero integrati con altre spiegazioni razionali, ad esempio i fenomeni naturali, comunque alternative alle ipotesi di vita extraterrestre o interdimensionale.
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