Gli antidepressivi sono farmaci sicuri?
Personalmente io risponderei di si, per molte ragioni connesse con la mia pratica clinica, con quella di altri colleghi e con molti studi che, nel corso degli ultimi 30 anni, hanno indagato il rapporto costo beneficio di questa classe di farmaci così tanto utilizzata nel mondo sia per i disturbi depressivi che per i disturbi d’ansia.
D’altra parte molte certezze che avevamo su questi farmaci si stanno rivelando non così fondate. Ad esempio di recente alcune evidenze suggeriscono che l’efficacia di questi farmaci (SSRI, Triciclici, etc.) non sia poi così elevata, specialmente se prescritti per tutto ciò che non è un reale disturbo mentale, affettivo o d’ansia, come molte volte accade. In sostanza se prescriviamo uno di questi farmaci perchè una persona ha una reazione emotiva ad un evento come un licenziamento, un lutto o altro, (cosa che purtroppo accade molto di frequente) non avremo il risultato sperato.
Restringendo il campo sulla domanda che troviamo nel titolo di questa mia breve riflessione, non possiamo non discutere un recente studio, a mio parere molto ben disegnato e condotto, il cui abstract si può leggere gratuitamente, il quale sostiene che assumere antidepressivi aumenterebbe il rischio di morte dei pazienti del 33%.
Antidepressivi mortali? Contenuti e significato dello studio di Maslej M.M.
Secondo la meta-analisi effettuata dal gruppo di ricerca di Maslej M.M. et coll., l’utilizzo terapeutico di antidepressivi sarebbe associato ad un aumento del rischio di morte nella popolazione dei pazienti trattati rispetto alla popolazione generale; questo dato allarmante non si ritroverebbe, curiosamente, nei pazienti già affetti da malattia cardiovascolare.
I risultati supportano l’ipotesi che gli antidepressivi potrebbero essere più dannosi di quello che si pensava, secondo questa meta-analisi che ha incluso 17 studi rilevanti: calcolando che negli USA 1 cittadino su 10 utilizza questi farmaci, i risultati dello studio meriterebbero di essere approfonditi.
Inoltre si è potuto valutare che non sono solo gli antidepressivi triciclici ad essere considerati pericolosi, ma anche altre classi, incllusi gli SSRI, avrebbero lo stesso preoccupante effetto.
Il razionale di questi preoccupanti risultati ed il fatto che non vi siano differenze di pericolosità tra classi diverse di farmaci, o tra vecchie e nuove molecole, potrebbe essere, sempre secondo gli autori, da mettere in relazione al blocco del reuptake della serotonina stessa in relazione al fatto che essa è una specie chimica con diversi significati in molti distretti del corpo e non solo nel cervello.
Poiché le funzioni della serotonina in molti distretti del nostro corpo (fegato, polmoni, cuore, etc.) non è ancora chiara, potrebbe essere che i farmaci antidepressivi generino i loro effetti negativi a livello di alcuni di questi organi. In realtà non è possibile, ancora, fornire una risposta biochimica e patofisiologica adeguata ai risultati di questo studio.
D’altra parte, prima di generare allarmismo in medici e pazienti, mi sento di dire che sarà opportuno replicare i risultati di questo studio con modalità cliniche dirette, e non speculative, magari in diversi contesti e con diverse popolazioni.
Lasciatemi ribadire ancora una volta il concetto: ad oggi gli antidepressivi vanno considerati farmaci sicuri poiché i dati a favore di questa tesi sono, per ora, quantitativamente e qualitativamente sufficienti a sostenerla.
Eccovi altre fonti online di questa notizia:
- https://www.karger.com/Article/Abstract/477940
- https://www.medscape.com/viewarticle/886015
- http://nypost.com/2017/09/14/study-finds-antidepressants-increase-risk-of-death/
- https://www.sciencedaily.com/releases/2017/09/170914152238.htm
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Dottore buonasera io assumo laroxyl da 2 anni, ho 31 anni, e stasera leggendo un articolo che diceva che questo farmaco può causare un infarto, ho una paura , vorrei sospenderlo ma ho ancora più paura che si ripresenta la depressione maggiore di cui soffro… io me prendi 50 mg !