In questo articolo vi parlerò di due studi molto interessanti che hanno rilevato come l’attività fisica di tipo aerobico sia efficace nel trattamento della depressione, e di altre malattie mentali, tanto quanto una terapia di tipo psicofarmacologico.
Nonostante questo studio sia piuttosto convincente, probabilmente la maggior parte di voi, medici o pazienti, avrà delle obiezioni al riguardo…
Quante volte i medici consigliano ai pazienti di praticare regolarmente attività fisica? Pensate adesso a quanti di questi pazienti seguono questo consiglio. Probabilmente molto pochi.
Provate adesso ad immaginare se questo consiglio venisse dato ai pazienti affetti da depressione o da altra malattia mentale più o meno grave: probabilmente molti di noi staranno pensando che, per le caratteristiche stesse della patologia psichica, quasi nessuno sarà disposto a mettere in pratica un consiglio di questo genere.
…o forse, no?
Gli studi che dimostrano che lo Sport fa bene alla Mente
Una importantissima meta-analisi del 2014 di Wegner M. et al. (1) ha riportato in maniera piuttosto convincente che l’esercizio fisico regolare nei pazienti affetti da disturbi d’ansia e depressivi ha la stessa efficacia di una terapia psicofarmacologica.
Nonostante questi dati, lo sport molto raramente è preso seriamente come una potenziale terapia per i pazienti affetti da disturbi mentali d’ansia o depressivi. Tanto più che lo sport risulta meno costoso e più sicuro rispetto ad una qualsiasi terapia farmacologica.
Più recentemente un nuovo studio sull’utilizzo dello sport in psichiatria ha confermato ed ampliato quelle che sono state per molti anni solo suggestioni ed intuizioni: l’attività fisica ha efficacia terapeutica anche nelle patologie mentali più gravi.
Lo studio condotto dall’equipe di Davy Vancampfort, dell’Università di Leuven in Belgio, (2) è una nuova meta-analisi che ha studiato il comportamento sedentario vs l’attività fisica in pazienti affetti da Disturbo Bipolare e Schizofrenia.
La minore attività fisica, nei pazienti studiati, sembra essere associata ad una più lunga durata ed intensità dei sintomi di malattia, all’assunzione di un maggior numero di farmaci, all’obesità e ad altre variabili che possono influenzare negativamente la prognosi della malattia mentale.
Perché l’utilizzo dell’attività fisica come terapia in Psichiatria sembra essere così difficile?
E’ senz’altro corretto affermare che i pazienti con grave malattia mentale possono sperimentare una serie di ostacoli che impedisce loro una regolare attività fisica.
D’altra parte nel corso del tempo molte sfide sono state vinte nell’ambito del trattamento delle malattie psichiatriche: terapie eccessivamente sedative, il reinserimento sociale e lavorativo, la lotta alla dipendenza da fumo di sigarette, lotta allo stigma, chiusura dei manicomi, trattamento delle sindromi metaboliche, attenzione alla qualità di vita, etc.
Partendo dal presupposto che in molti pazienti sono già presenti molti elementi di motivazione all’attività fisica (migliorare la salute, perdere peso, incontrare altre persone) gli sforzi per favorire l’attività fisica in psichiatria non sembrano, come dimostra un recente studio di Joseph Firth dell’Università di Manchester, molto più onerosi che in altre specialità mediche.
Quando un obiettivo risulta essere molto chiaro nella mente degli psichiatri in termini di utilità clinica e di miglioramento delle condizioni di vita generali del paziente, allora le difficoltà in qualche maniera si superano.
La realtà è che, in molti casi, sono gli psichiatri stessi (alla stesso modo di quello che accade in altre aree della medicina) a non essere completamente convinti rispetto all’efficacia di alcuni elementi di innovazione, e l’attività fisica come strumento di terapia è una di questi.
Gli studi sopra riportati sono solo due delle numerose ricerche che insistono sul concetto che l’attività fisica possa essere di grande aiuto nella gestione di molti sintomi di malattia mentale e, in molte condizioni di psicopatologia (ansia e depressione in primis), comparabile ad una terapia psicofarmacologica.
Dando per scontato la consistenza di queste ricerche, sembra essere necessario iniziare a diffondere in maniera capillare queste acquisizioni e, alla stregua di quanto stanno facendo altri specialisti in medicina (cardiologi, geriatri, etc.) iniziare a promuovere una cultura della salute mentale che passi attraverso la gestione di alcune abitudini di vita tra cui nutrizione, psicobiotica ed attività sportiva.
Possono essere molte le strategie per favorire l’attività fisica nel paziente affetto da malattia mentale: gruppi di escursione in montagna, gruppi di camminata in città, convenzioni con palestre, attività di gioco di gruppo all’aperto, sedute singole di psicoeducazione per pazienti e famigliari, incentivi economici da spendersi in attività fisica, giornate di promozione e di sensibilizzazione, etc.
L’obiettivo finale potrebbe essere quello di attuare sport su reale “prescrizione medica”? Sembra proprio essere questo ciò che si prefigge un gruppo di lavoro della Società Tedesca di Psichiatria, Psicosomatica e Neurologia (DGPPN): informare seriamente circa i benefici di una regolare attività sportiva, favorire la scelta della attività fisica più congeniale, incentivare economicamente, sviluppare strategie di mantenimento della motivazione.
Bibliografia:
- Wegner M, Helmich I, Machado S, Nardi AE, Arias-Carrion O, Budde H Effects of exercise on anxiety and depression disorders: review of meta- analyses and neurobiological mechanisms. CNS Neurol Disord Drug Targets. 2014;13(6):1002-14.
- Vancampfort, D., Firth, J., Schuch, F. B., Rosenbaum, S., Mugisha, J., Hallgren, M., Probst, M., Ward, P. B., Gaughran, F., De Hert, M., Carvalho, A. F. and Stubbs, B. (2017), Sedentary behavior and physical activity levels in people with schizophrenia, bipolar disorder and major depressive disorder: a global systematic review and meta-analysis. World Psychiatry, 16: 308–315. doi:10.1002/wps.20458
- Soundy A, Freeman P, Stubbs B, Probst M, Coffee P, Vancampfort D The transcending benefits of physical activity for individuals with schizophrenia: a systematic review and meta-ethnography. Psychiatry Res. 2014 Dec 15;220(1-2):11-9. doi: 10.1016/j.psychres.2014.07.083. Epub 2014 Aug 9.
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Grazie per questo articolo con i riferimenti ( sempre necessari per chi scrivi per altri ).