Chiunque si voglia interessare allo scandalo che ha coinvolto Facebook e l’aziende Cambridge Analytica nella primavera del 2018, sarà sicuramente entrato in contatto con un termine piuttosto curioso e poco conosciuto: psicografia.
Che cos’è la psicografia e perchè rappresenta la chiave per comprendere questo evento che ha fatto vacillare il titolo di Facebook in borsa?
La psicografia, di fatto, esiste da molti anni soltanto che poche persone lo sanno. L’inizio delle pratiche di raccolte di dati sulla base dei principi della psicografia viene fatto risalire al 1964, negli USA, e la paternità di questo termine, che deriva dalla più diffusa parola “demografia”, viene attribuita al ricercatore Emanuel Demby, il quale ha definito la psicografia come una vera e propria “applicazione pratica delle scienze psicologiche, sociali e del comportamento alle ricerche di marketing“.
La psicografia è importante per una ragione molto semplice: sia facebook che Cambridge Analytica hanno fatto della psicografia il loro più importante business; in estrema sintesi qualunque ditta che, negli anni 2000, si occupa di marketing utilizza o produce dati che derivano da ricerche psicografiche, Cambridge Analytica inclusa.
Ma che cos’è la psicografia?
Quando una azienda come Facebook si occupa di fare psicografia significa che non si sta accontentando di raccogliere le cosiddette variabili demografiche “di base” per profilare i suoi utenti ma si sta spingendo oltre iniziando a sondare lo studio degli stili di vita, dei profili psicosociologici, dei valori, delle interazioni sociali, degli interessi culturali e delle passioni delle persone. Per fare questo utilizza la propria piattaforma social per sondare abitudini, gusti, tipo di alimentazione, modalità di fruizione dei mass media, attenzione per i problemi della salute, preferenze politiche e altre variabili di ordine psico-sociale, presenti in gruppi di individui che possono poi venire profilati allo scopo di creare campagne pubblicitarie super-specifiche e super-efficaci.
Facebook, Google, e molti altri servizi connessi ai social media, ma anche Amazon, sono gratis o, comunque se a pagamento, molto convenienti non perchè ci fanno un favore. Dietro ai vantaggi che noi possiamo ottenere da tutte queste piattaforme ci sta la rivendita dei nostri dati ad aziende che li utilizzano per sondare il mercato o per creare pubblicità sempre più efficaci.
L’obiettivo finale è. probabilmente, quello di provare ad estrarre in maniera il più possibile precisa, il sistema di valori, le credenze inconsce e gli interessi più nascosti allo scopo di poter manipolare non solo i nostri acquisti ma, in ultima analisi, il nostro comportamento ed il nostro modo di pensare.
Volete un esempio? Banalmente, se io faccio “like” a post che hanno impliciti significati razzisti, non sarà cosí difficile mettermi in contatto con pubblicitá di partiti affini a questo mio orientamento momentaneo. Dico “momentaneo” perché nel momento in cui inizierò ad interagire positivamente con post di altro tipo, quello che mi verrà proposto, in termini di visibilitá e non solo di pubblicità, cambierà di conseguenza.
Infatti l’obiettivo di queste piattaforme è quello di estremizzare le nostre linee di pensiero, riunendo le persone in maniera omogenea, e solo allora bombardare il gruppo omogeneo con pubblicità specifiche. Queste aziende hanno imparato benissimo la psicologia dei gruppi: il singolo diventa più manipolabile se è aggregato ad un gruppo di riferimento compatto.
Ma tutto questo “meccanismo” funziona?
Assolutamente si, dato che tutto questo, come vi ho già detto, è il vero modello di business di Facebook e di quasi tutte le altre piattaforme online, google inclusa. E tutta questa gente sta facendo una barcata di soldi offrendo servizi GRATIS! Non lo avevate notato? …
In estrema sintesi, ogni volta che utilizziamo un servizio online “gratis”, quello facciamo è pagare quel servizio con la nostra profilazione psicografica che facebook, google o amazon potranno rivendere o meglio “affittare” a chiunque loro decidano.
Volete fare una prova? Bene, andate sulle impostazioni di Facebook e provate a cliccare su “APP” e potrete avere un idea di quante app sono connesse al vostro profilo, ovvero a quante aziende, in questo momento, stanno acquisendo le vostre informazioni psicografiche… rimarrete assolutamente stupiti!
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