E’ stato durante gli anni ’90 che medici e biologi hanno iniziato ad osservare da nuove prospettive il nostro intestino. Alcuni autori, non solo su riviste specializzate, portarono all’attenzione di tutti i concetti di Microbioma e Microbiota.
Sino a pochi anni prima, sia in ambito colto che profano, ci si riferiva alle colonie batteriche presenti nel nostro intestino definendole “flora batterica intestinale”, ma dopo i lavori di alcuni autori fondamentali come Michael D. Gerhson, Steven R. Gill ed altri, si iniziò a definire Microbiota la massa di microorganismi che dimora nel nostro intestino e Microbioma il patrimonio di DNA presente in tutti i ceppi batterici che compongono il microbiota (recentemente questi due termini tendono, erroneamente, ad essere utilizzati come sinonimi).
L’introduzione dei concetti di Microbiota e Microbioma non ha avuto solo il significato di fornire una nuova terminologia tecnica per un concetto tutto sommato antico, bensì ha gettato le basi per un nuovo punto di vista su quella che è una vera e propria simbiosi tra il nostro corpo, propriamente detto, ed un enorme patrimonio di microorganismi, e del loro DNA, che potenziano ed estendono le caratteristiche dei nostri sistemi immunologico e nervoso.
Verso la fine degli anni’90 il New York Times pubblicò un articolo divulgativo sul microbioma intestinale parlando per la prima volta di Secondo Cervello, facendo riferimento ad un nuovo campo della medicina definito neurogastroenterologia; i ricercatori citati in quell’articolo, incluso il famoso Michael D. Gerhson, hanno dimostrato che l’intestino contiene circuiti neuronali indipendenti.
Queste due acquisizioni, ovvero la rivalutazione dell’importanza del Microbioma e la scoperta di un sistema nervoso intestinale autonomo, hanno gettato le basi della Psicobiotica.
Ora è indispensabile ricordarci quello che tutti coloro che si occupano di scienza dovrebbero sapere bene: ogni scienziato (medico, biologo, fisico, chimico) porta con se l’arroganza di pensare di essere il primo ad avere certe intuizioni, al contrario certe “scoperte”, in realtà, sono solo delle ri-scoperte, degli approfondimenti di precedenti intuizioni. Ovvero la scienza raramente procede “a salti”, o per cosiddetti Quantum Leap, ma più spesso dimostra di avere un andamento discreto e continuo.
È questo anche il caso della Psicobiotica che, in qualche maniera, rappresenta semplicemente il più recente tentativo di ricomposizione dell’antichissima dicotomia tra Mente e Corpo.
Di che cosa si occupa la Psicobiotica? Ho scritto molti post sul mio blog https://www.valeriorosso.com al riguardo ma vorrei, in questa sede particolare, provare ad essere ancora più chiaro su questa premessa.
La Psicobiotica si interessa di come l’intestino ed il Microbioma Intestinale sia in grado di influenzare e di regolare alcune funzioni del Cervello e, in conseguenza di ciò, di contribuire al mantenimento del nostro Benessere Mentale.Una mole crescente di evidenze scientifiche sono a sostegno di questa teoria.
A margine di questa definizione di base stanno poi molte aree limitrofe di interesse e di intervento terapeutico che riguardano i rapporti che l’attività fisica, la nutrizione, la nutraceutica e gli stili di vita possono avere con il funzionamento del complesso sistema biologico composto dal cervello, dall’intestino e dalla restante parte del corpo.
Queste sono, in estrema sintesi, le dimensioni teoriche che definiscono il concetto di Psicobiotica.
Psicobiotica, ovvero microbiota e psichiatria, ed il blog del Dr. Valerio Rosso
Una certa parte di quello che potrete leggere su questo blog, come state iniziando ad intuire, riguarda anche i rapporti e le connessioni che esistono tra il nostro cervello ed il nostro intestino (microbioma, microbiota e “secondo cervello” intestinale).
Questo è indubbiamente un tema particolare se affrontato da uno psichiatra.
In effetti, tradizionalmente, la psichiatria si è occupata prevalentemente del cervello e dei fenomeni mentali patologici che esso può generare, e solo transitoriamente tende ad includere nel fuoco della sua attenzione altri organi o sistemi.
Quello che sta accadendo alla psichiatria negli ultimi anni è qualche cosa di piuttosto rivoluzionario ed innovativo, che esemplifica i corsi e ricorsi da cui questa disciplina medica è stata spesso coinvolta e cambiata.
La psichiatria, come tutta la medicina, la filosofia e l’epistemologia, ha subito pesantemente le oscillazioni delle prospettive connesse al dualismo mente-corpo o alla sua negazione.
Si è passati da visioni completamente organicistiche ad altre basate sulla psicoanalisi, ad altre connesse profondamente alle dimensioni sociali, prima di raggiungere, faticosamente, una accettabile integrazione.
Questa integrazione sta portando psichiatri e neuroscienziati a dirigere l’attenzione verso orizzonti che allontanano fortemente dal Cervello come unico oggetto “nobile” e degno della massima attenzione.
Infatti, molto recentemente, alcune delle più interessanti innovazioni della psichiatria stanno provenendo da discipline non mediche oppure dallo studio di aree del nostro organismo piuttosto lontane dal Cervello, come la Psiconeuroimmunologia, l’Intelligenza Artificiale, lo studio delle interazioni tra individui tramite i Big Data e, appunto, la Psicobiotica che si dedica allo studio dell’asse tra Cervello ed Intestino.
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Per approfondire consiglio i seguenti link:
- La sezione “Psicobiotica” del blog del Dr. Valerio Rosso (in italiano): https://www.psicobiotica.it
- Il portale di aggiornamento sul Microbioma della Società Italiana di Microbiologia (in italiano): https://microbioma.it
- “The Mind-Gut Connection”, Emeran Mayer, Harper Collins, 2016
In alternativa, per chi desidera studiare seriamente le attuali conoscenze sui rapporti tra microbioma, “secondo cervello” enterico ed i disturbi psichiatrici come ansia, depressione, schizofrenia ed autismo, consiglio di leggere “Psicobiotica: un nuovo modo di intendere il rapporto tra la mente ed il corpo“. Acquistatelo al miglior prezzo su Amazon.it:
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