Il limite del mio Mondo è il limite del mio Linguaggio
cit. Ludwig Wittgenstein
Confrontarsi con i limiti della Psichiatria Moderna
Nonostante i numerosi successi degli ultimi 100 anni, la psichiatria moderna è ben lontana dal soddisfare i bisogni di un numero elevato di persone affette da patologia mentale, specialmente schizofrenia e disturbo bipolare grave, disturbi di personalità e dipendenze. La psichiatria ha, purtroppo, dei grossi limiti.
Per riassumere, molto rapidamente, questi limiti, guardando con onestà alla mia professione di psichiatra, mi pare sia corretto evidenziare i seguenti 4 punti:
- L’attuale impossibilità di oggettivare l’esperienza psichica umana, sia fisiologica che patologica
- L’insufficiente conoscenza del substrato biologico della mente e delle psicopatologie
- Il sostanziale stallo del paradigma di cura delle psicopatologie
- L’incapacità di analizzare e, di conseguenza controllare, le variabili ambientali come concausa di psicopatologia
Osservando questi limiti, tutt’altro che ininfluenti, la sensazione che emerge in gran parte dei neuroscenziati e degli psichiatria e che essi potranno essere superati solamente con l’ausilio delle competenze specifiche di matematici, fisici ed ingegneri, applicando i loro linguaggi al mondo della biologia.
Di sicuro, se nel passato gli psichiatri hanno avuto modo di dedicarsi in maniera efficace ed efficiente all’espansione del loro sapere, espandendo la conoscenza del loro oggetto di studio, allo stato attuale un sottile senso di frustrazione e di incapacità pervade lo psichiatra “classico” quando decide di approcciare la ricerca.
Perché questo accade?
La vecchia psichiatria ci ha portato sul baratro della complessità che sta alla base del rapporto tra mente, corpo ed ambiente. Un secolo di salute mentale, da Freud ai giorni nostri, ci ha permesso di accumulare informazioni che ci hanno semplicemente svelato un nuovo ordine di conoscenze e di territori della mente che aspettano di essere conquistati con mezzi nuovi.
Nuova Psichiatria attraverso Nuovi Linguaggi
Espandere i nostri orizzonti significa saper espandere il nostro linguaggio ed imparare a saper fare cose nuove con le informazioni in nostro possesso, che sono molte. E per poter lavorare con le informazioni bisogna conoscere i linguaggi che si dedicano alla complessità ed all’interpretazione dei dati. Questo perché il problema, ad oggi, non é tanto quello di raccogliere dati ma di saperli processare ed interpretare.
Ad oggi con i big data, le tecniche moderne di imaging e le grosse banche dati sanitarie il problema non è tanto di avere dati, bensì e quello di sapere cosa fare con questi dati.
Da qui la grande sfida per gli psichiatri di aggiungere competenze trasversali al loro bagaglio culturale, ovvero smettere di essere puristi della loro lingua “madre” di tipo medico e psicologico ma di acquisire tutti i linguaggi che i dati e le informazioni comprendono meglio, ovvero la matematica, la statistica, l’informatica, la programmazione ed il digital in generale magari espanse da molte altre lingue secondarie che possono arricchire il bagaglio creativo di un ricercatore moderno come l’arte, la musica e la comunicazione.
Tutti questi linguaggi determinano i limiti delle nostre competenze come psichiatri e come esseri umani desiderosi di superare il confine delle nostre conoscenze, come ha affermato Ludwig Wittgenstein nella sua famosa frase riportata all’inizio di questo breve articolo. Più linguaggi conosciamo e padroneggiamo e maggiori saranno le mie opportunità in futuro.
Di sicuro la psichiatria, come la medicina in generale, grazie al digital (google, wikipedia, pubmed, big data) può ormai permettersi di abbandonare dei percorsi formativi basati sull’accumulo di nozioni, ma favorire l’espansione della lingua madre della medicina e della psicologia con la possibilità di saper leggere e scrivere le lingue dell’informazione.
La psichiatria, come molte altre specialità mediche, per progredire nella ricerca e per rispondere alle richieste della popolazione, dovrà per forza uscire dalla posizione arroccata ed aristocratica che ha mantenuto per tutto il ‘900, dovrà uscire dai suoi schemi, farsi contaminare da nuovi linguaggi e dalla rivoluzione del digitale come, ad esempio, la grande innovazione dell’intelligenza artificiale che sta per cambiare tutta la medicina e la scienze per sempre.
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Salve dottore,
Sa dirmi quale psichiatra in Italia usa le tecniche di neuroimaging in diagnostica o i tests di farmaco genomica per proporre terapie personalizzate anziché basarsi solo sui trials clinici?
La realtà è che anche gli psichiatri “illuminati ” come lei devono scontrarsi quotidianamente con budgets limitati e amministratori incapaci.
Perché oggi un malato oncologico usufruisce di target therapy e uno psichiatrico no? Forse perché si aggiunge anche lo stigma che pervade le malattie mentali ovvero del cervello?