L’antipsichiatria rappresenta un fenomeno estremamente interessante, che uno psichiatra non dovrebbe ignorare ma, anzi, tenere in considerazione e provare ad usarlo per accrescere la propria personale quota di eticità.
Magari vi sembrerà strano che proprio uno psichiatra mostri interesse per il movimento antipsichiatrico ma, vi garantisco, ho le mie buone ragioni.
Per iniziare vorrei spiegarvi che cosa si possa intendere, modernamente, con il termine “antipsichiatria“.
L’antipsichiatria, sebbene venga spesso intesa come un movimento unitario, rappresenta una miscela di diverse prospettive di critica aspra nei confronti della cosiddetta psichiatria biologica; posizioni analoghe nei confronti delle discipline psicologiche o psicoterapicamente orientate si ritrovano più difficilmente.
Che cosa viene contestato alla psichiatria e agli psichiatri? Essenzialmente 3 cose:
- L’inconsistenza del concetto di malattia mentale.
- La possibilità che, con l’alibi di una psicopatologia, si attuino pratiche coercitive che aboliscano i diritti umani delle persone.
- Un più o meno esplicito collegamento tra il trattamento della malattia mentale e gli affari miliardari relativi all’industria farmaceutica.
La psichiatria e l’antipsichiatria, con il disappunto dei fautori di una posizione o dell’altra, sono indubbiamente collegate in maniera molto interessante.
Su di una cosa l’antipsichiatria ha torto, ovvero io sono sicuro che la psichiatria non sia una disciplina in mano ad un manipolo di medici sadici e venduti alle aziende farmaceutiche che hanno l’obiettivo di controllare o brutalizzare il prossimo.
Gli psichiatri, spesso, sono persone poco abili nel lucrare dalla loro professione e, tendenzialmente, ben disposte verso gli esponenti più fragili della società. Più passa il tempo e più sono sicuro della sostanziale onestà della maggior parte dei miei colleghi.
Per un altro versante, invece, sono sicuro l’antipsichiatria ha ragione quando afferma che la psichiatria possa avere una quota non indifferente di soggettività e di relativismo (rispetto alle altre discipline sanitarie) e che possa correre il rischio della deriva psudoscientifica se chi se ne occupa non utilizza una quota doppia di attenzione e di etica.
Molti sono i problemi della psichiatria contemporanea: scarsa oggettività delle diagnosi, trattamenti spesso insufficienti, difficoltà di attuare attività di ricerca scientifica di qualità e, probabilmente, anche il rischio di assecondare le eventuali richieste immorali di Big Pharma. In realtà nulla di così diverso dalle altre specialità mediche, solo maggiormente enfatizzato direi.
Di conseguenza sento che sia corretto affermare che a metà strada tra le posizioni di torto e di ragione dell’antipsichiatria ci sia un interessante e fertile terreno di confine sul quale potrebbe essere edificato un confronto sulle dimensioni scientifiche e morali della psichiatria e delle neuroscienze.
Se il messaggio dell’antipsichiatria è “cari psichiatri state attenti, siate etici e siate prudenti ogni volta che vi trovate a prendervi cura della mente delle persone”, sono perfettamente d’accordo.
Volete approfondire il tema dell’antipsichiatria? Personalmente vi consiglio il libro “Che cos’è l’antipsichiatria. Storia della nascita del movimento di critica alla psichiatria” di Francesco Codato. Acquistatelo al miglior prezzo su Amazon.it:
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Da paziente non mi sento ne brutalizzato ne soggiogato dalla psichiatria che mi ha aiutato anzi ringrazio gli psichiatri Seri e sensibili verso il prossimo e spero la psichiatria possa sempre andare avanti nel suo percorso scalando nuove vette e nuovi obbiettivi per il benessere e la salute della psiche che è molto importante
Salve dottore,
da caregiver posso affermare che antipsichiatri non si nasce ma lo si diventa quando dopo aver creduto nella scienza ti senti tradita nelle aspettative.Per quanto riguarda Big Pharma non seduce solo gli psichiatri ma tutti gli altri specialisti per cui è una questione di etica personale se accettare o meno eventuali richieste.Il punto dolente è quando illustri luminari sbagliano una diagnosi,perché
è facile scambiare i sintomi col core della patologia.
Nonostante il mio iter di sofferenze io ho ancora fiducia nella psichiatria soprattutto quella che verrà
assistita dall’IA da nuove App. e da professionisti seri,motivati,etici come lei.
Grazie, le mando un grosso abbraccio!
Buongiorno dottor Rosso
Io ho 35 anni, e ho alle spalle una storia più che ventennale di sedute psichiatriche (ne ho avute più di 200), il più delle volte imposte dai miei familiari.
La mia situazione è molto complicata, in quanto la mia unica sorella è affetta da gravi disturbi mentali, e anche mia madre soffre di disturbi mentali.
Ho iniziato a frequentare uno psichiatra all’età di 13 anni appena compiuti, e la cosa mi veniva ovviamente imposta e non potevo rifiutarmi di obbedire.
La gestione psichiatrica della situazione nei decenni è stata, come minimo, altamente discutibile. I risultati ottenuti corrispondono ad un totale macello, e personalmente non ho mai visto nessuna traccia di serietà o professionalità nell’approccio da parte dei vari professionisti. La situazione è peggiorata costantemente, non vi è mai stato alcun accenno al miglioramento (né mio, né di mia sorella), e avrei moltissimi argomenti da poter discutere (e questi argomenti, negli anni di riflessione, mi hanno fatto sorgere molte domande, anche dal punto di vista teorico, riguardo alla gestione sanitaria/psichiatrica di certe situazioni).
Tuttavia, incontro una grande difficoltà nel reperire un professionista/ente al quale poter esporre e spiegare nei dettagli le problematiche, e le eventuali lamentele circa gli abusi/soprusi subiti in ambito psichiatrico (e familiare, purtroppo). Questa difficoltà può (già essa) considerarsi una parte della “problematica”, in quanto non vi è nessuna possibilità di “controgioco” o rivalsa da parte del paziente isolato che avesse (o ritenesse di aver) subito ingiustizie e abusi in ambito psichiatrico, soprattutto qualora questi abusi non fossero “classici” abusi fisici, ma piuttosto abusi “psicologici”, o comunque abusi non sempre “espliciti”, ma collocati dentro un confusionario contesto di manipolazioni.
E’ da notare (a mio parere) che, di queste 200 e più sedute psichiatriche subite, io non ho mai avuto in mano una sola “virgola” messa per iscritto. Tutto è sempre rimasto nell’aria, nell’indeterminatezza.
Seguo i suoi video da alcuni giorni, e Lei mi sembra una persona molto disponibile e aperta. Posso chiederle se Lei è a conoscenza di un ente a cui rivolgersi per raccontare nel dettaglio la propria storia psichiatrica? (premetto che, purtroppo, non ho i soldi per portare avanti una pratica di medicina legale. E aggiungo che sto provando a raccontare la mia situazione a degli psichiatri del CSM della provincia in cui abito ora, ma purtroppo ho davanti la solita porta “chiusa”, in quanto dopo pochi minuti inizio ad essere interrotto sistematicamente, ed inizia il classico giro di parole a base di circoli viziosi che impediscono la corretta esposizione dei problemi).
Spero che Lei leggerà il commento fino alla fine, le chiedo scusa per l’eventuale disturbo.
La ringrazio molto,
Buona giornata
Buongiorno
Ho inviato correttamente il mio commento di poco fa?
Provo a postare quest’altro commento, nel dubbio, per verificare se questo sarà visibile ( in questo caso mi toccherà riscrivere da zero il commento precedente, dato che quello non risulta visibile)