Il trattamento della depressione resistente rappresenta una grossa sfida per lo psichiatra anche alla luce dell’impatto che il disturbo depressivo ha sulla popolazione mondiale.
La depressione risulta essere una delle più frequenti malattie della popolazione generale ed una delle più importanti cause di disabilità; si tratta anche di un disturbo a elevata ricorrenza, dato che oltre 2/3 dei pazienti depressi presenta ricadute e, dopo un primo episodio, la probabilità di svilupparne un secondo è circa del 50%, mentre dopo un secondo episodio la probabilità di svilupparne un terzo supera il 90%.
A queste caratteristiche di alta ricorrenza e di elevata cronicità bisogna, purtroppo, appaiare il dato che, dopo un primo intervento antidepressivo mediante terapia farmacologica, circa 1/3 dei pazienti trattati rispondono in maniera non soddisfacente, circa il 50% non ottiene una risposta completa di remissione e un 19-34% non mostra un miglioramento clinicamente significativo.
Vi sono anche evidenze che indicano che un terzo dei pazienti depressi, anche dopo molteplici trial farmacologici, non raggiungerà mai la guarigione completa.
Curare la depressione resistente è uno dei bisogni ancora parzialmente insoddisfatti della psichiatria contemporanea.
Definizione di Depressione Resistente al Trattamento
Quell’entità nosografica che definiamo depressione resistente al trattamento è, sicuramente, uno dei principali problemi di salute pubblica dell’era moderna.
Nonostante questo non esiste ancora un consenso generale nella comunità scientifica rispetto alla sua definizione e classificazione.
In generale la definizione di depressione resistente al trattamento è la seguente: l’assenza di una risposta clinica dopo il trattamento con almeno due antidepressivi diversi e appartenenti a classi farmacologiche differenti, somministrati a un dosaggio e per un tempo adeguato.
In questa definizione per “dose adeguata” si intende la massima dose tollerata da quel dato paziente, mentre per “tempo adeguato” si intende un periodo che va dalle 6 alle 10 settimane.
Vale la pena ricordare che la depressione resistente al trattamento può essere immaginata come uno spettro che va dalla pseudoresistenza, ovvero assenza di compliance, trattamento non adeguato per durata o dose, alla resistenza ad uno specifico farmaco, alla refrattarietà o alla cronicità (ad esempio un episodio che dura per almeno 2 anni indipendentemente dal trattamento).
Elementi che sono correlati con la resistenza al trattamento della depressione sono i seguenti:
- Comorbidità psichiatriche (es. disturbi di personalità, ansia, abuso alcolico)
- Gravità della malattia
- Sintomi somatici
- Ideazione suicidaria
- Numero di episodi precedenti
- Età di esordio
- Famigliarità
- Genotipo “Rapido Metabolizzatore”
- Presenza di interazione con altri farmaci che accelerano il metabolismo dell’antidepressivo
- Resistenza al trattamento e diatesi bipolare
- Presenza di sintomi psicotici
Il Strategie di Trattamento della Depressione Resistente
Terminato il trial di prima linea per il trattamento della depressione con almeno due antidepressivi di classi diverse (per un tempo ed un dosaggio adeguato), si possono prendere in considerazioni diverse strategie di trattamento:
- Associazione di due antidepressivi (ponendo particolare attenzione alla compatibilità ed all’eventuale rischio di sindrome serotoninergica)
- Aggiunta di Litio
- Aggiunta di Tiroxina
- Aggiunta di un antipsicotico atipico (olanzapina, quetiapina, aripiprazolo)
- Utilizzo di Ketamina
- Utilizzo della terapia elettroconvulsivante
- Utilizzo della rTMS (Repetitive Transcranial Magnetic Stimulation) o della dTMS (Deep Transcranial Magnetic Stimulation)
- Utilizzo di psicoterapia (ad esempio la Cognitivo-Comportamentale)
Vale la pena ricordare che un nuovo trattamento che potrebbe diventare importante per la cura della depressione resistente sarà quello con esketamina per via intranasale che potrebbe essere disponibile intorno al 2020.
Volete approfondire il tema della depressione? Il Prof. Alberto Siracusano nel suo libro “Risalire in superficie. Conoscere ed affrontare la depressione” analizza questa patologia molto diffusa, parlando delle sue origini, dei meccanismi che la sostengono, delle caratteristiche e indicando i possibili e più efficaci trattamenti, non solo farmacologici. Acquistatelo al miglior prezzo su Amazon.it:
Bibliografia:
- Papakostas, G. I., & Fava, M. (2010). Pharmacotherapy for depression and treatment-resistant depression. Hackensack, NJ: World Scientific.
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Ma in Italia dove si può provare ad utilizzare la Ketamina per curare la depressione resistente ? Ci sono dei centri specializzati ? Si può sapere dove ? La rTMS o dTMS in Piemonte dove si possono provare ? Che evidenze scientifiche ci sono che dimostrino che funzionano ?
ci sono in corso o sono previste delle sperimetazioni anche in Europa sull’utilizzo della esketamina per le depressioni maggiori resistenti? ( cliniche svizzere, italiane spagnole etc.)
in caso negativo secondo lei è possibile recarsi negli Stati Uniti o ci sono dei protocolli stringenti per stranieri?
grazie e cordiali saluti
ciao, da ventidue anni ho sempre preso un psicofarmaco (venlafaxina) a causa di un episodio depressivo
all’inizio di questo anno, dato che sono in pensione (ho 65 anni), ho deciso di provare ad interrompere la cura
all’inizio sembrava non aver ripercussioni, ma da un mese ad oggi ho dovuto riprendere il farmaco
ho letto di studi e sperimentazioni che stanno facendo alcuni ricercatori in america, svizzera e inghilterra
sulla psilocibina (ci sono anche delle puntate su netflix) come cura della depressione e non solo
allora ho pesato che magari potrei provare questa sostanza con bassi dosaggi, visto anche che non è molto pericoloso l’uso e la si può trovare su internet…
volevo chiederti, per le tue conoscenze, se la psilocibina (funghi magici) potrebbe interferire con il farmaco
di tipo SNRI come quello che sto prendendo.
grazie 1000