La sindrome dell’intestino gocciolante (traduzione del termine inglese Leaky Gut Syndrome) è un termine di recentissima introduzione, che ha generato grande interesse tra i medici di tutto il Mondo, soprattutto tra quelli interessati all’area della psicobiotica e del rapporto tra salute e microbioma.
Di conseguenza, poi, la Leaky Gut Syndrome suscita notevole interesse tra tutti coloro che si occupano del rapporto tra dieta-malattia, nutrizione e psichiatria e ai possibili rimedi offerti da prodotti integratori alimentari e medicine alternative.
Lasciatemi anche dire che tutti, in ambito sanitario, amano una risposta semplice ad un problema complesso, quindi probabilmente non sorprende che la “leaky gut syndrome“, la sindrome dell’intestino gocciolante, sia una diagnosi che abbia suscitato l’interesse di tutta la rete, in particolare sui social network.
Secondo questa teoria, la barriera della mucosa intestinale in alcune particolari condizioni parafisiologiche potrebbe diventare sempre più permeabile, consentendo alle tossine dannose e ai batteri di entrare nel flusso sanguigno e causare alterazioni caotiche in tutto il corpo.
Molti incolpano questa anomalia della parete intestinale di essere la causa di molte patologie, dalla depressione all’eczema, dalla fibromialgia all’acne, dall’ADHD all’artrite reumatoide ed alle altre patologie autoimmuni.
Il problema è che, ad oggi, questa sindrome dell’intestino gocciolante non è riconosciuta dalla comunità scientifica e non è assolutamente elencata tra le migliaia di diagnosi nella 10a revisione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-10).
Tuttavia, questa potenziale nuova sindrome intestinale sarebbe correlata a prove sufficienti per renderla quantomeno degna di attenzione e di considerazione da parte dei medici, psichiatri inclusi.
Sebbene i ricercatori abbiano iniziato a delineare il ruolo potenziale dell’aumento della permeabilità intestinale in particolare tra le classiche malattie gastrointestinali, le loro scoperte sembrano potenzialmente estendibili a quasi ogni altro ambito della medicina.
Oltre alla scoperta del concetto del microbioma, la visione del nostro intestino è cambiata anche nei primi anni ’70 quando un gruppo di ricerca giapponese ha dimostrato per la prima volta che la spaziatura tra le cellule della parete intestinale non è statica ma dinamica, e può essere modulata dalla presenza di strutture chiamate “tight junctions“.
Queste tight junctions (“giunzioni serrate”) sono strutturate per consentire una giusta modulazione tra interno ed esterno dell’intestino; le giunzioni serrate sono regolate per lasciare entrare alcune cose e tenerne fuori altre.
Questo sistema di “giunzioni serrate” mantengono l’equilibrata permeabilità intestinale da cui la nostra salute psicofisica dipende, impedendo che antigeni e microrganismi dannosi possano influenzare il nostro sistema immunitario, consentendo al tempo stesso il passaggio di acqua, sostanze nutritive e ioni necessari per la nostra sopravvivenza.
Nell’ottica delle moderne teorie della genesi infiammatoria delle malattie psichiatriche, in particolare della depressione, questo meccanismo suscita grosso interesse tra gli psichiatri ed i neuroscienziati.
Quali collegamenti si possono immaginare tra Leaky Gut Syndrome e le malattie mentali come la depressione, la schizofrenia o il disturbo bipolare?
Sono in molti tra i ricercatori, a quanto pare, coloro che sembrano desiderosi di raccogliere questa ennesima sfida a favore della salute mentale.
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