In questi ultimi anni, davvero in sordina, si è fatto strada il concetto di PSSD, ovvero di una disfunzione sessuale persistente dopo utilizzo di farmaci antidepressivi SSRI e SNRI. Di che cosa si tratta? È un fenomeno reversibile? Come si cura?
La disfunzione sessuale dopo utilizzo di antidepressivi SSRI e SNRI è stata per lungo tempo ignorata dai medici, poco conosciuta e sottovalutata dagli studi registrativi delle aziende farmaceutiche.
La disfunzione sessuale post-SSRI (Post-SSRI Sexual Dysfunction, PSSD) è un disturbo iatrogeno causato dai farmaci SSRI, ovvero inibitori della ricaptazione della serotonina e SNRI, inibitori della ricaptazione di serotonina-noradrenalina.
Questa disfunzione sessuale è caratterizzata da alterazioni della libido, difficoltà a raggiungere l’orgasmo, anorgasmia, difficoltà di erezione ed altro, spesso accompagnate da alterazioni emotive che si manifestano durante l’assunzione di questo genere di farmaci antidepressivi e che possono persistere per un tempo indefinito dopo la sospensione del farmaco stesso.
Nelle ultime settimane l’Agenzia europea del farmaco (“EMA”) ha iniziato a prendere in considerazione la raccomandazione di aggiornare i foglietti informativi di questi farmaci. Eccovi alcuni link utili ad approfondire il tema:
- Citizen Petition https://content.iospress.com/articles/international-journal-of-risk-and-safety-in-medicine/jrs745
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6004927/
- Rxisk.org
- https://it.wikipedia.org/wiki/Disfunzione_sessuale_post-SSRI
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Per maggiori informazioni vi riporto i collegamenti che hanno ispirato questo video, oltre al contributo di alcuni pazienti e miei follower che lo hanno ispirato direttamente.
RxISK, del Professor David Healy: https://youtu.be/GJrRemX5Q-c
Nell’ambito della seduta PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee) del 29-31 ottobre 2018, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA – European Medicines Agency) ha richiesto alle case farmaceutiche di SSRI e SNRI chiarimenti approfonditi rispetto alle Disfunzioni sessuali persistenti da SSRI e SNRI, in seguito alla sospensione del farmaco, da presentare all’EMA entro 60 giorni.
Il verbale della seduta è consultabile a questo link (pag. 15-16): https://www.ema.europa.eu/documents/minutes/minutes-prac-meeting-29-31-october-2018_en.pdf
Disfunzione sessuale post-SSRI su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Disfunzione_sessuale_post-SSRI
Il blog del Fatto Quotidiano sull’argomento della PSSD: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/07/proibito-fare-sesso-quando-i-farmaci-mettono-in-pericolo-la-sensibilita-genitale/3708607/
La migliore Bibliografia che potrete trovare sull’argomento la trovate sul blog http://disfunzionisessualipostssri.blogspot.com
Trascrizione Automatica del Video su “PSSD: Informazioni ed Aggiornamenti sulla Disfunzione sessuale post-SSRI” tramite software di Google:
La trascrizione è stata solo parzialmente corretta manualmente, per cui non si garantisce un testo completamente leggibile o perfettamente corretto sul piano sintattico-grammaticale. Questa versione trascritta è indirizzata agli utenti che presentano difficoltà uditive rispetto alla fruizione del video su YouTube.
La disfunzione sessuale dopo utilizzo di farmaci antidepressivi SSRI e SNRI, spesso denominata con l’acronimo PSSD (ovvero “Post-SSRI Sexual Dysfunction”), è una patologia causata prevalentemente dai farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina, come ad esempio fluoxetina, paroxetina, escitalopram ed altri, e anche gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina come la duloxetine o venlafaxine, ed altri.
Questa patologia iatrogena, cioè causata dall’assunzione del farmaco in una percentuale della popolazione trattata, si caratterizza per la presenza di una alterazione della sessualità e, spesso, anche della sfera emotiva, che insorgono sia durante l’assunzione del farmaco, o anche dopo la sospensione, e che possono persistere per un tempo molto lungo, secondo alcuni studi addirittura indefinito, difficile da prevedere. Recentemente, grazie ad una petizione firmata da pazienti che hanno sperimentato questa patologia, nell’ambito della seduta della PRAC (ovvero il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee) avvenuta ad ottobre 2018, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA – European Medicines Agency) ha richiesto alle case farmaceutiche produttrici di SSRI e SNRI chiarimenti approfonditi rispetto alle Disfunzioni sessuali persistenti in seguito alla sospensione del farmaco, anche per un’eventuale segnalazione sul foglietto illustrativo.
Ma quali sono i punti salienti di questa richiesta di segnalazione? Bhe, inanzi tutto si afferma che le disfunzioni sessuali persistenti in seguito alla sospensione dei farmaci antidepressivi SSRI e SNRI sono state segnalate in letteratura scientifica internazionale dal 2006 tramite svariati case reports e reviews, ma tali dati hanno avuto scarsa diffusione in ambito formativo universitario, a convegni o tramite l’informazione scientifica delle aziende produttrici.
Per queste ragioni, per la scarsa diffusione di questi dati, questa patologia iatrogena è rimasta sottostimata dalla quasi totalità di medici e psichiatri sino ad oggi, lasciando i pazienti che hanno sviluppato la PSSD senza informazioni e senza trattamenti, costretti a convivere con una grave alterazione della propria sessualità, e alle volte accompagnata da sintomi aggiuntivi come l’ottundimento emotivo e l’anedonia. Le problematiche sessuali riguardano difficoltà erettili, difficoltà a raggiungere l’orgasmo e calo della libido.
Quali potrebbero essere le cause della PSSD? Il discorso sembra essere molto complesso ed i dati in letteratura risultano tra loro ambigui e, a tratti, contraddittori. Le ipotesi etimologiche sulla PSSD si muovono da un possibile silenziamento genico dei recettori ad un danno periferico delle piccole fibre nervose dei genitali. Altri studi tirano in ballo i livelli di alcuni neurosteroidi.
Viene anche segnalata una sindrome con caratteristiche simili, la sindrome post finasteride, che comporta disfunzioni sessuali permanenti molto simili alla PSSD. Infine abbiamo ipotesi che si appoggiano al cosiddetto “filone epigenetico”.
Soltanto durante questo giugno 2019, finalmente l’EMA, appunto sotto pressione della CItizen Petition, sostenuta dal Prof. David Healy che dal 2012 raccoglie sul suo sito https://rxisk.org le segnalazioni al riguardo, ha quindi pubblicato una raccomandazione del PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee) con la finalità di richiedere l’aggiornamento dei foglietti illustrativi dei farmaci antidepressivi SSRI ed SNRI con l’informazione che in alcuni casi le disfunzioni sessuali possono persistere a tempo indeterminato dopo la sospensione del farmaco.
Mi sembrava opportuno segnalare questo importante passaggio che dovrebbe comportare maggiore responsabilità nelle prescrizioni “a tappeto” dei farmaci antidepressivi, che sono utili e hanno una ottima finestra terapeutica nei casi giusti, ad una maggiore consapevolezza di medici e pazienti al momento delle prescrizioni, e alla speranza che il riconoscimento ufficiale di questa disfunzione iatrogena possa indurre l’interessamento di molti più ricercatori con l’obiettivo di indagarne le cause e ricercare una cura, un trattamento ed un’eventuale prevenzione.
Ringrazio tutti i pazienti che mi seguono e che mi hanno spinto a parlare di questo problema, che è poi un problema generale della medicina, non solo della psichiatria, e che riguarda molti altri farmaci, ovvero il problema di effetti collaterali che non vengono approfonditi abbastanza in fase di studio del farmaco o nel post-marketing, oppure notizie che vengono nascoste, distorte o non divulgate.
Mi sento anche però di affermare che i farmaci antidepressivi, se prescritti nelle situazioni patologiche giuste, con le dovute cautele e con la condivisione corretta delle informazioni, mostrano un ottimo livello di rapporto rischio/beneficio e, spesso, salvano la vita o quanto meno l’esistenza a molte, molte persone.
Certo negli ultimi anni tutti i medici ben impostati sul piano professionale ed etico si sono sempre prodigati per evitare di prescrivere farmaci, di ogni tipo, in situazioni nelle quali non vi fossero indicazioni nette, basate su linee guida serie e nelle quali il rapporto rischio/beneficio non fosse abbondantemente a favore del beneficio.
Ok, per adesso è tutto, se vi è piaciuto questo video datemi un like e se vi interessano la psichiatria e le neuroscienze iscrivetevi a questo canale YouTube. Alla prossima!
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Buonasera Dottore, ma come si fa a capire se si parla di una ricaduta o di una “probabile” sindrome da sospensione? I sintomi riportati sembrano gli stessi di alcuni disturbi d’ansia / depressivi.
Mi sembra inoltre controproducente pubblicare articoli del genere in quanto una persona, magari con un disturbo ossessivo, di panico o ipocondriaco (resistenti), nel caso dovesse leggere determinate cose, potrebbe spaventarsi ed aggravare ulteriormente il disturbo stesso. Credo che una persona che magari stia attraversando una ricaduta possa focalizzarsi più sui sintomi da sospensione e quindi aspettare nel riprendere una terapia e, di nuovo, aggravare il disturbo.
Infine, senza ovviamente creare polemiche, non mi sembra molto convincente pubblicare pagine di Wikipedia ed articoli de “il fatto quotidiano” (stessa testata che alcuni anni fa fece uscire un articolo alquanto bizzarro sugli “psicofarmaci”).
Grazie e buon proseguimento
Buonasera dottore ,
ci sono novita’ riguardo i trattamenti di questa disfunzione da quanto ha scritto questo articolo
Grazie
Saluti