Il 2020 è la data del debutto ufficiale della rete 5G in Italia.
Siamo quindi prossimi alla nascita della rete 5G, l’infrastruttura wireless più ambiziosa di sempre.
La più potente, la più veloce e la più capillare rete senza fili di collegamento ad internet che sia mai stata realizzata dall’Uomo, avrà la capacità di mettere in rete un numero impressionante di smartphone, computer ed altre periferiche, il cosiddetto IoT, l’Internet of Things, l’internet delle cose.
Grazie alla rete 5G gli utenti delle compagnie che lo renderanno disponibile potranno contare su di un’altissima banda a disposizione (decine di megabit al secondo per decine di migliaia di utenti), con una latenza molto bassa.
La fascia di operatività del 5G avverrà nella banda di spettro corrispondente alle cosiddette microonde, ovvero su frequenze da 3 GHz a 300 GHz, e in Italia in particolare sono state assegnate tre bande: la più alta di queste opera a 30 GHz e dovrà essere irradiata con antenne di piccole dimensioni a livello locale e anche all’interno degli edifici, mentre la banda intermedia opera a 3 GHz.
Queste nuove antenne dovranno essere installata in grande numero proprio per poter garantire la connessione ad un numero elevatissimo di periferiche di varia natura (smartphone, televisori, sensori, IoT, IoMT, veicoli a guida autonoma, computer).
Nonostante non vi sia alcuna prova che il 5G, al pari delle altre reti wireless, possa causare tumori negli esseri umani ma se ne riconoscano solo alcune conseguenze generiche, per lo più connesse ai possibili effetti termici, sono sorte varie campagne e iniziative da chi sostiene che le onde radio del 5G possano essere nocive per la salute.
Ho già parlato dell’influenza delle onde elettromagnetiche sulla mente umana in un precedente post, ma in questo articolo proveremo a rispondere alla seguente specifica domanda: le onde radio emesse dalle reti 5G possono creare problematiche psichiche o influenzare negativamente la Salute Mentale delle persone?
Impatto della rete 5G sulla Salute dell’Uomo
Quando si parla di effetti nocivi per l’uomo derivanti dall’esposizione a reti wireless 3G, 4G o 5G, si possono ritrovare essenzialmente due posizioni, ovvero una posizione negazionista ed una posizione cautelativa.
Secondo la posizione negazionista, detta anche conservativa, l’esposizione alla rete 5G può avere soltanto effetti termici, ovvero di riscaldamento dei tessuti con conseguenze tutto sommato poco rilevanti per la salute umana, soprattutto locali.
La posizione cautelativa invece è a favore della possibilità che vi possano essere anche effetti non termici, direttamente correlati con una interazione tra radiazione elettromegnetica e tessuti organici, con effetti tutti da studiare, sebbene un certo corpo di evidenze sia già presente in letteratura scientifica internazionale.
Quest’ultimo approccio, sicuramente più prudente e cauto, implicherebbe secondo molti scienziati l’applicazione urgente del cosiddetto principio di precauzione come sta già accadendo in alcuni paesi come il Belgio e la Svizzera.
Vorrei iniziare a parlare della cosiddetta Elettrosensibilità o, più propriamente, Ipersensibilità Umana ai Campi Elettromagnetici, che è una patologia nuova ed in via di studio ma già affrontata in via teorica dall’OMS (“Organizzazione Mondiale della Sanità“).
L’ipersensibilità ai campi elettromagnetici si definisce come una reazione avversa, spesso multiorgano, caratterizzata da un numero elevato di sintomi aspecifici che possono variare molto in intensità e presentazione clinica, manifestati da una percentuale ancora da definire della popolazione in relazione all’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti ad alta o bassa frequenza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità aggiunge alcune specifiche al riguardo di questa Elettrosensibilità che si ritrova in una percentuale non irrilevante della popolazione mondiale, ovvero:
“[….] un fenomeno dove individui sperimentano effetti avversi alla salute mentre utilizzano o sono nelle vicinanze di apparecchiature che emettono campi elettromagnetici. [….]”
“[….] i sintomi sono certamente reali e possono variare molto nella loro gravità [….]”
Inoltre un’importante specifica è che il fenomeno dell’elettrosensibilità può manifestarsi anche per campi elettromagnetici di diverse grandezze inferiori ai limiti internazionalmente stabiliti come sicuri per la salute umana
Quali fattori sembra che potrebbero predisporre a questo fenomeno dell’ipersensibilità ai campi elettromagnetici? Sono diverse le possibili determinanti eziologiche:
- Esposizione prolungata e continuativa a diverse fonti di emissione elettromagnetica (router wifi, device mobili, smartphone, lampade fluorescenti, elettrodi, alta tensione, ripetitori di segnale radio, etc.)
- Soggetti con intossicazione pregressa o in atto da metalli pesanti
- Presenza di parti metalliche nel corpo (amalgame, protesi, device cardiaci, pompe sottocutanee, etc.)
- Predisposizione genetica, in particolare alcuni polimorfismi di geni che codificano per proteine coinvolte nel metabolismo degli xenobiontici e di farmaci.
- Secondaria a Malattia di Lyme.
- Sindromi da sensibilizzazione centrale (ad es. Encefalomielite Mialgica, FM, MCS, etc.)
Quali sono i sintomi più frequenti della elettrosensibilità? Eccovi una lista di riferimento:
- Cefalea
- Vertigini, Nausea
- Disturbi del sonno
- Difficoltà di concentrazione e Mild Cognitive Impairment
- Irritabilità
- Astenia
- Parestesie
- Palpitazioni
- Malessere generale
Rispetto all’andamento nel tempo di questa sindrome connessa all’esposizione ai campi elettromagnetici si distinguono tre diversi gradi di gravità con sintomi temporanei (Stadio 1), persistenti (Stadio 2), sintomi gravi e continuativi (Stadio 3) che richiedono l’allontanamento dalle fonti di emissione elettromagnetica che hanno generato il quadro clinico.
Quali conseguenze potrebbero avere la rete 5G sulla psiche delle persone?
La rete 5G avrà, come ricordato all’inizio di questo articolo, una caratteristica molto importante, ovvero la sua assoluta capillarità e diffusione sul territorio.
Sembra ormai chiaro che i diffusori del segnale 5G andranno a diffondersi con un’altissima densità sul territorio urbano ed extraurbano.
Infatti si prevede che le reti 5G riuscirebbero a servire circa a un milione di dispositivi per chilometro quadrato connessi in contemporanea, ovvero quasi mille volte più della capacità delle odierne reti wireless.
Questo incredibile e massiccio incremento del numero di device connessi incrementerà anche a dismisura il traffico per singola “cella” di accesso alla rete, che renderà indispensabile creare celle sempre più piccole per garantire queste prestazioni e, di conseguenza, un aumento della densità e della capillarità di antenne trasmittenti installate sul territorio.
Quindi ci sarà un irraggiamento di emissione elettromagnetica indubbiamente molto più elevato di quella attuale. Questo è indubbio.
E cosa succederà al nostro cervello? Senza scendere nel complottismo e nelle fake news catastrofiche, sembra necessario provare a porsi questa domanda.
Già ad oggi abbiamo segnalazioni di casi particolarmente gravi di elettrosensibilità, che riguarderebbero un 10% di tutti i casi accertati, con sintomi che sembrano tipici di una psicopatologia, ovvero:
- difficoltà a proseguire un lavoro a contatto con campi elettromagnetici
- difficoltà a frequentare luoghi ad alta intensità elettrromagnetica
- ritiro in luoghi extra-urbani e necessità di abolizione di tutte le infrastrutture tecnologiche che emettono onde elettromagnetiche
- fotosensibilità che favorisce l’attività notturna o in luoghi bui
Sembra forse esagerato ma sempre di più si rilevano segnalazioni di casi di questo genere che, indubbiamente, rappresentano casi estremi ma non irrilevanti e tutti da studiare.
In diversi paesi come UK, USA e Spagna si ritrovano centri ospedalieri che stanno studiando questi quadri clinici particolarmente gravi; in Svezia e Canada questi pazienti vengono riconosciuti come affetti da una patologia complessa che implica un grado di disabilità codificato.
Se poi si osserva la frequenza di alcuni sintomi presenti in questi casi gravi (irritabilità, iperattività, tensione, ansia, tono dell’umore fluttuante, difficoltà di concentrazione, sensibilità al rumore e disturbi del sonno), sembra molto evidente l’affinità di questa sindrome da elettrosensibilità con una vera psicopatologia.
Già nel 1932, il Dr. E. Scliephake descrisse una sindrome simile che affliggeva le persone che vivevano in prossimità di una stazione radio ad onde corte; i sintomi erano prevalentemente di natura neuropsichiatrica (astenia, disturbi del sonno, eccitabilità, nervosismo e depressione) e molto simili a quelli descritti oggi per l’ipersensibilità da campi elettromagnetici.
Conclusioni
Non è facile poter ottenere certezze in questo ambito di studio delle neuroscienze, anche perchè ogni ricerca al riguardo è fortemente osteggiata da varie prospettive di metodo generali:
- Accusa di complottismo (in alcuni casi pure a ragione….!)
- Accusa di voler interrompere il progresso per impostazione ideologica
- Sostanziale insensibilità dell’ambiente accademico ad una area di studio completamente priva di sponsor (anzi il contrario….)
- Assenza di leggi e di obbligatorietà di indagini epidemiologiche e studi preliminari da parte dalle industrie coinvolte
Di fatto sono completamente persi di vista, in questo mondo in vertiginosa trasformazione digitale, alcuni diritti e istanze etiche come ad esempio l’inviolabilità della casa e del mio corpo da parte di irradiazioni elettromagnetiche non volute; infatti io posso tranquillamente “bonificare” casa mia da tutte le sorgenti di emissione elettromagnetica ma continuerò ad essere immerso in un ambiente ad alta densità.
Concludo dicendo che l’obiettivo di questo mio breve articolo è quello di sensibilizzare più gente possibile sul fatto che non sono presenti studi adeguati e adeguate riprove scientifiche che autorizzino a dichiarare o a diffondere l’idea che l’espansione delle reti wireless, tutte, 4G o 5G, cosí come altre sorgenti di emissione elettromagnetica, non possa avere conseguenze sulla salute fisica o sulla salute mentale (posto che si possa fare nel 2019 ancora questa distinzione) dell’essere umano e del contesto naturale che lo accoglie.
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