Di cosa parliamo quando parliamo di rivoluzione digitale?
In estrema sintesi ci stiamo riferendo a tutti i cambiamenti che la diffusione di internet e del web ha generato in vari campi dell’attività umana.
Le potenzialità della rete sono cresciute con modalità esponenziali perchè i suoi basamenti tecnologici si sono pesantemente ibridizzati con le recenti evoluzioni della tecnologia elettronica, con “oggetti” del mondo reale che ne hanno aumentato pervasività, efficacia, efficenza e potenzialità.
Il concetto quasi etereo ed impalpabile del web rappresenta l’anima di moltissime tecnologie che senza di esso sarebbero dei “corpi morti”.
Pensate che negli anni ’80 nessun computer era in rete (salvo alcune eccezioni molto particolari relegate all’ambito militare o di ricerca) mentre adesso un computer che non è connesso ad internet sembra quasi inutile, no?
Se ci pensiamo bene per la maggior parte degli esseri umani il web coincide con una periferica che abbiamo sempre con noi ovvero lo smartphone.
Ancora più recentemente abbiamo un concetto che porterà internet ovunque, ovvero il cosiddetto IoT (“Internet of Things”), l’internet delle cose.
La rete, internet, il web, chiamateli come volete, rappresentano l’anima, il cuore pulsante di qualsiasi tecnologia elettronica presente sul pianeta.
Questo connubio tra oggetti elettronici e la rete ha cambiato quasi ogni nostra abitudine ed attività quotidiana, non ha quasi senso farvi degli esempi…. anche se ricordarcelo è importante per una ragione molto semplice: il cambiamento è talmente integrato ed indissolubile nelle nostre vite che non ci facciamo neppure più caso.
Siamo ormai abituati a fare shopping di giorno e di notte e a ricevere i nostri acquisti spesso in meno di 24 ore, tutta la musica del mondo, i film e ogni altro contenuto multimediale è a nostra disposizione in ogni momento, gran parte dell’amministrazione e di tutte quelle attività di ufficio che ci hanno fatto perdere ore e ore di tempo in interminabili code presso enti e servizi adesso possiamo farle in pochi secondi sul nostro smartphone.
La rivoluzione digitale ha completamente cambiato la nostra vita.
Dopo la trasformazione digitale della musica, del commercio, della televisione, dei libri, della pubblicità, della comunicazione iniziata alla fine degli anni ’90, ora è il turno della salute e di tutta la sanità.
Paradossalmente l’area più importante della nostra esistenza, ovvero il mantenimento ed il ripristino della nostra salute fisica e mentale, è quella che, ad oggi, è stata meno trasformata dal digital.
O per meglio dire la trasformazione digitale della Salute e della Sanità pubblica è ancora molto lontana dal suo pieno potenziale di cambiamento.
Probabilmente quest’ultima area della nostra esistenza sarà la più importante e la più impattante sul nostro destino di esseri umani.
In che maniera il digital cambierà la medicina? Vi propongo questi 10 punti da considerare:
- La comunicazione della Salute: educazione sanitaria, prevenzione, autonomia delle persone, diffusione di notizie supportate da evidenze
- Organizzazione del sapere medico: vecchi modelli sostituiti da nuovi, nuova organizzazione del sapere tramite l’intelligenza artificiale
- Telemedicina: visite, trattamenti e supporto in remoto
- IoMT: internet delle cose in medicina
- Big Data: condivisione/donazione dei dati clinici, raccolta automatica dei dati, variabili cliniche nel “mondo reale”
- Sviluppo di Nuovi Farmaci: Intelligenza Artificiale, Banche dati condivise
- Terapie Digitali: prevenzione, trattamento, in associazione a farmaci o meno
- Pazienti Esperti: collaborazione in studi clinici, sviluppo tecnologico, supporto ad altri
- Blockchain: gestione dei dati medici sensibili e ricerca
- ….“Next Big Thing”?
In questo contesto di trasformazione profonda della quotidianità del lavoro in ambito sanitario, quale sarà il ruolo del medico? In che modo il medico può diventare protagonista di questa trasformazione?
Il Medico che collabora nella costruzione della nuova Sanità Digitale: realtà, necessità o utopia?
Non so se vi ricordate qualche anno fa quando molti di noi dicevano: “Hai visto quello li? Deve essere un po stupido, si è comprato un telefono cellulare….“. Oppure qualche anno dopo: “Internet? Una scemenza inutile“. O ancora dopo un pochino: “Facebook? I Social Network? Cose da bambini o per chi non ha niente di meglio da fare…“
Nello stesso periodo ho sentito io, di persona, grandi professori e luminari della medicina affermare cose di questo genere: “La cartella clinica elettronica, inutile….“, “Internet serve solo a far perdere tempo ai medici e agli infermieri in ospedale….“, “La tecnologia? Renderà la medicina meno umana….“, “Google? Rovina i pazienti che pensano di curarsi da soli!“.
Vi ricordate cose di questo tipo?
Ma nonostante tutte le resistenze che percepiamo, la maggior parte di esse di natura ideologica, le cose poi cambiano, ed il cambiamento digitale sta travolgendo la medicina e tutte le professioni mediche.
Lo scenario della salute cambierà qualsiasi possa essere l’autorevole giudizio della classe medica o di altri soggetti attori della Sanità; lo abbiamo visto in altre aree della nostra società e adesso è il turno della medicina.
La trasformazione del digitale fornisce troppi potenziali innovazioni e migliorie per pensare anche lontanamente di opporsi a questa ondata di cambiamento.
É cambiata la musica, il marketing, la televisione, l’editoria, la ristorazione, i trasporti , il turismo, il divertimento, gli incontri e la relazione tra esseri umani e adesso tocca alla medicina essere trasformata e ripensata a partire dalle sue fondamenta sulla base del nuovo paradigma digitale.
Sarà proprio adesso, a questo punto che il medico dovrà compiere una scelta ben precisa e non più procrastinabile: diventare un attore di primo piano in questo cambiamento digitale della Salute oppure subirne in maniera passiva le modificazioni.
Un cambiamento cosi potente e rivoluzionario non potrà essere fermato ma soltanto adattato al meglio alle esigenze della Salute e della Medicina e questo compito deve per forza spettare al medico ed alle altre professioni sanitarie (infermieri, psicologi, tecnici, educatori, etc.)
Altrimenti accadrà quello che è accaduto sino ad oggi, ovvero che la classe medica subirà una trasformazione decisa da altri, spesso in nome di un super-specialismo tecnologico che, di fatto, non viene mai diretto, mai guidato da noi medici che ci limitiamo, in maniera molto infantile ed irresponsabile, a criticarne i risultati.
Una volta che noi medici permetteremo, con superficialità, scarsa lungimiranza, analfabetismo tecnologico e snobberia, a ingegneri e tecnici vari di compiere il delicato lavoro di adattamento della tecnologia alla clinica, il danno sarà fatto e non potremmo fare altro che lamentarci stupidamente.
Io credo fermamente che la Sanità non dovrà essere trasformata soltanto da ingegneri o da tecnici, bensí da un avanzato (e consapevole) sodalizio tra medici, infermieri e figure tecniche, possibilmente parlando una medesima lingua e sviluppando delle competenze trasversali complementari tra loro.
Competenze trasversali…. chi segue il mio blog, il podcast o il mio canale YouTube sa bene quanto io ritenga che sia importante per un medico lo sviluppo di competenze trasversali che, di fatto, sono gli strumenti che ci potranno permettere di gestire in maniera efficiente ed efficace la trasformazione digitale della medicina.
Quali sono queste competenze trasversali utili al medico che vuole partecipare alla definizione di trasformazione digitale in medicina? Difficile ricordarle tutte, alcune possono essere davvero importanti, altre forse meno…. in ogni caso lasciatemi indicarne alcune: capacità di gestione degli strumenti comunicativi sul web, competenze di programmazione, conoscenza dei concetti di base di intelligenza artificiale e della blockchain, database, analisi dei dati ed etica in ambito tecnologico.
E voi? Intendo voi colleghi che lavorate in Sanità e Medicina, in clinica o in ambito di ricerca…. cosa ne pensate? La discussione è senz’altro aperta, anche se il tempo per decidere da che parte stare è ormai quasi terminato.
E quindi la domanda ultima è: volete trasformare la Medicina o volete subirne passivamente la sua trasformazione?
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Salve dottore,
Penso che nessun professionista della sanità subirebbe passivamente la sua trasformazione senza avere un ruolo proattivo anche perché chi non si aggiorna è emarginato da nuove figure emergenti sempre più competitive.
Per quanto riguarda l’etica in ambito tecnologico ho dei dubbi inquietanti,basti pensare allo IOT che si basa sulla tecnologia 5G che avvolgera’ l’intero pianeta con le sue frequenze dalle quali non potremo sottrarci come dicono gli inglesi:Not in my backyard!