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Valerio Rosso

Psichiatria, Salute Mentale e Neuroscienze

Gli sbagli più frequenti per i quali si cade in moto e come fare per evitarli

15/12/2019 da Valerio Rosso 1 commento

Pista o Strada? Questo è il dilemma…

Andare in moto è pericoloso? Sicuramente si, anche se è possibile ridurre al minimo i rischi conoscendo quali sono le ragioni per le quali si cade. Questo vale sia per la pista che per la strada anche se le due situazioni sono diverse per alcune variabili. In particolare i rischi in strada sono maggiori per almeno tre ragioni:

  1. La presenza di ostacoli fissi
  2. L’imprevedibilità degli altri motociclisti o automobilisti
  3. La variabilità del fondo stradale

Che conseguenza hanno queste tre differenze? Analizziamole una per uno…

La presenza di ostacoli fissi è la principale differenza tra la pista e la strada per ciò che concerne l’esito di una caduta. Se sono in pista ho le vie di fuga, se sono in strada avrò una marea di oggetti (guard-rail, alberi, muri, altri mezzi, … ) contro i quali potrò andare ad urtare provocando traumi di vari a natura o gravità. A titolo di cronaca vi voglio ricordare che la velocità a partire dalla quale si può morire per un urto diretto del cranio contro un ostacolo fisso è dai 50 Km/h in avanti. Avete capito bene, non è necessario fare i 300 Km/h, basta molto ma molto meno.

Un altro punto importante sono le altre persone che si muovono in strada insieme a noi. Non sempre i motociclisti sono persone spericolate ed amanti delle alte velocità, spesso sono persone che amano semplicemente la libertà. D’altra parte anche a basse velocità si possono correre grossi rischi se intorno a noi abbiamo persone distratte o spericolate. Volete degli esempi? Il costante utilizzo degli smartphone al volante, la fretta di arrivare in un luogo, la non completa padronanza del mezzo, l’età avanzata, sono tutte condizioni che possono rendere un automobilista un reale pericolo per un motociclista (e non solo).

Infine abbiamo una grossa variabile che ci può creare problemi enormi: come sarà l’asfalto dietro a questa curva? Infatti le probabilità che, al di la di una curva, vi possa essere del terriccio, ghiaia, olio, un animale o semplicemente un oggetto è tutt’altro che trascurabile. Le conseguenze di questo? Andate avanti e ve le racconto…

 

Come si cade in moto?

Dopo aver sottolineato le principali differenze tra pista e strada rispetto ai rischi per un motociclista, veniamo al dunque. Quali sono le principali ragioni per le quali si cade in moto? Personalmente ne ho identificato 6, ed eccovi l’elenco che ho prodotto:

  1. Low Side
  2. High Side
  3. Il “Dritto”
  4. Il danno meccanico
  5. Ostacolo improvviso davanti a noi
  6. Perdita di aderenza per temperatura, liquidi o polveri
  7. Malore del pilota

(1) Che cos’è un Low Side in moto? Il Low Side, volgarmente detta “scivolata”, è una perdita di trazione della gomma posteriore, dell’anteriore o di entrambe durante l’inserimento o la percorrenza di una curva; avviene quindi una scivolata a moto piegata verso interno curva. La perdita di trazione avviene per almeno 4 ragioni: (a) alta velocità, (b) asfalto o gomma freddi, (c) presenza di materiale scivoloso sull’asfalto (polverem ghiaia, olio, carburante, acqua), (d) apertura eccessiva e prematura del gas con perdita di aderenza del posteriore.

L’alta velocità da sola può essere causa di Low Side nel momento in cui si supera la massima tenuta fisica del sistema gomma-asfalto. La perdita di aderenza può avvenire sulla gomma anteriore (“chiusura dell’anteriore”), del posteriore o di entrambi.

Le conseguenze di un Low SIde sono solitamente non gravi a patto che non vi siano altri mezzi nelle vicinanze (magari nella corsia opposta, se in strada) e che vi sia una via di fuga adeguata. I controlli elettronici, il cosiddetto Traction Control, possono contenere solo in parte i rischi di un Low Side.

(2) Quando si ha un High Side in moto? L’espressione inglese “High Side”, che in italiano si può tradurre con “disarcionamento”, è il termine tecnico che definisce una tipo di caduta dove la moto in curva, ma può accadere anche ad andatura rettilinea o quasi, subisce una perdita d’aderenza sulla ruota posteriore, seguita rapidamente da una ripresa dell’aderenza che porta la moto a scomporsi ed il pilota ad essere scaraventato in aria.

La dinamica è la seguente: la ruota posteriore inizialmente perde aderenza, solitamente a causa di un eccesso di trazione per un’erogazione eccessiva; questa perdita di aderenza comporta uno scivolamento laterale con l’ammortizzatore posteriore che passa da uno stato di compressione ad uno stato di rapida estensione nel momento che la gomma riacquista il grip con l’asfalto. Nel momento in cui il pneumatico riprende aderenza, avrà una traiettoria lievemente diversa dal resto della moto, che comporterà un veloce raddrizzamento del motociclo e, appunto, un’estensione del mono-ammortizzatore dietro. Questo tipo di caduta, avendo come costante uno sfavorevole angolo d’impatto a terra, è molto pericolosa e può accadere anche a bassa velocità.

Bisogna sottolineare come i moderni Controlli di Trazione riescano quasi sempre ad impedire la perdita di aderenza della gomma posteriore anche se, a seconda della regolazione del livello di intervento, la possibilità di avere un High Side non è così improbabile per via delle condizioni dell’asfalto, della posizione del pilota o dell’angolo di piega.

(3) Il cosiddetto “dritto” è una dinamica di incidente molto frequente sia in strada che in pista. Quando si dice che un pilota ha fatto “un dritto” solitamente si intende che è entrato in curva ad una velocità eccessiva o comunque mal calcolata che comporta una scelta piuttosto difficile da fare a sangue freddo, ovvero (1) Frenare con il conseguente raddrizzamento della moto che non procederà più in curva ma tenderà ad andare, appunto, dritta verso l’esterno della curva (invadendo la careggiata opposta se si è in strada!) (2) provare a curvare piegando ancora di più nella speranza che le gomme mantengano il grip sull’asfalto.

Quando si va dritti non solo si perde il controllo del mezzo per alcuni secondi (!!) ma, solitamente, si perde anche il controllo della propria persona per lo spavento ed il panico che questa condizione evoca. Tutto questo non è buono. Fare un vero “dritto”, in strada, solitamente è sinonimo di incidente più o meno grave.

(4) Ebbene, si! Non potevate immaginarlo ma la vostra moto si può addirittura rompere! Sono diverse le parti del vostro motociclo che possono essere a rischio di rottura o di anomalia improvvisa. Ve ne elenco alcune: (a) gomma forata (b) surriscaldamento del sistema frenante (c) anomalie dell’elettronica, incluso il ride-by-wire, ad esempio a me su di una Panigale 1199 è rimasta tutta accelerata in curva! (d) sui motori a due tempi il grippaggio del motore può accadere con una certa frequenza, specialmente se tirato in pista, (e) rottura della catena di trasmissione, non così frequente.

(5) Secondo una mi personale stima, in accordo anche alle osservazioni fatte da amici del 118 (come ad esempio la Dr.ssa Maria Luisa Ruberto), una grossa percentuale di incidenti, spesso gravi o mortali, sono dovuti allo scontro con altri motociclisti o automobilisti, su strada molto frequentemente, raramente in pista. Il consiglio è ovviamente quello di pensare sempre al peggio quando si è in strada, in particolare prima delle curve cieche a destra ed in prossimità di immissioni laterali. Anche durante i sorpassi o incolonnati ricordiamoci sempre che le persone staranno, nel 95% dei casi, attaccati al loro smartphone a litigare con l’amante e di conseguenza il loro livello di attenzione è praticamente nullo.

(6) La perdita di aderenza della nostra moto nel momento che passiamo sopra a un fondo stradale “sporco” è un’altra eventualità frequente. Cosa possiamo trovare sulla strada? Sabbia, ghiaietto, carburante diesel, acqua e mille altre polveri perse da camion o da turisti. Un’altra possibilità è la presenza di salino nelle strade che costeggiano il mare o la presenza di saponine quando il tempo è umido o ha appena iniziato a piovere. Per questo specifico punto di questo articolo vi rimando ad un altro post che ho scritto in precedenza. Se volete provare a “spingere” un pochino di più su di un tratto di strada che vi piace particolarmente, è sempre consigliabile fare prima un giro di ricognizione.

(7) Pensate che avere un malore in moto sia impossibile? Bene, vi invito a ricredervi. Per malore non intendo solo eventi rilevanti come uno svenimento o un infarto. In quei casi la situazione comporterà di sicuro un incidente grave, anche se stavate andando piano. Molte altre cose possono alterarvi ad un punto tale da farvi perdere il controllo: abbassamenti di pressione, extrasistoli, attacco di panico, un reflusso abbondante con rigurgito nel casco, ipoglicemia e disidratazione. Non dimentichiamoci che ci sono anche delle forme di malore psicologico che possono non disporre bene un pilota ad una giornata in moto, come ad esempio eccessiva rivalità con un amico, il salire in moto dopo una litigata con la fidanzata o tutto ciò che ci pone in uno stato d’animo insicuro o instabile. A questo riguardo ha scritto un post interessante il Dr. Valerio Rosso sul suo blog personale.

 

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CEO a valeriorosso.com
Mi chiamo Valerio Rosso e sono un medico, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Da anni divulgo i principali temi della Salute Mentale, delle Neuroscienze e della Medicina Digitale come blogger e come YouTuber. Alcune persone mi conoscono anche come musicista (cercatemi su Spotify, iTunes e YouTube Music).
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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Gianluca dice

    29/07/2018 alle 9:19 am

    con DUCATI e’facile avere guasti…piu’di ogni altra moto!

    Rispondi

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