La Cannabis per la cura dell’Ansia: ci sono reali prospettive di utilizzo della cannabis terapeutica in psichiatria?
Questa è una delle domande che più frequentemente le persone mi fanno sul web e “nel mondo reale”, ovvero i cannabinoidi (marijuana ed hashish), oppure il THC ed il CBD come componenti singoli, possono essere utili nel trattamento dei disturbi d’ansia (ansia generalizzata, fobie, ansia sociale e panico) e dei sintomi d’ansia correlati ad altri disturbi?
A mio parere ci sono 5 punti di partenza da sottolineare quando si parla dell’utilizzo della cannabis terapeutica per i disturbi d’ansia:
- Molte persone che utilizzano marijuana ed hashish riportano benefici rilevanti sui sintomi d’ansia, specialmente sull’ansia sociale, anche se in alcune situazioni è proprio l’utilizzo della cannabis (o la sua sospensione improvvisa) a generare ansia e panico.
- Tutti gli studi indicano come il THC, il delta9-Tetraidrocannabinolo, uno dei due più studiati componenti dei cannabinoidi, possa avere effetti benefici sull’ansia, ma soltanto a bassi dosaggi mentre a dosaggi medio-alti possa indurre ansia paradossa e attacchi di panico.
- Il CBD, il cannabidiolo, l’altro componente molto studiato dei cannabinoidi, ha nette evidenze rispetto ad effetti ansiolitici e rilassanti, ad ogni dosaggio, sia basso che elevato.
- Molti studi indicano la presenza di diverse risposte soggettive nei vari individui rispetto al supposto effetto ansiolitico dei cannabinoidi, anche in relazione al diverso modo di sviluppare tolleranza nelle persone; alcuni soggetti richiedono dosaggi sempre più elevati per ottenere lo stesso effetto, cosa che può comportare alcuni problemi, risolvibili con periodi di wash-out ovvero di sospensione dall’uso di cannabis.
- Il problema molto discusso della possibilità che i cannabinoidi possano funzionare come sostanze d’ingresso verso altre forme chimiche di abuso molto più dannose come l’alcol, gli ansiolitici, o altre droghe; voglio ripetere che in questo ambito gli studi sono più controversi.
Inizio adesso a parlarvi degli effetti più documentati che i cannabiboidi possono avere sul nostro sistema nervoso, in particolare del THC (delta9-Tetraidrocannabinolo) e del CBD (cannabidiolo).
Utilizzo della Cannabis la cura dell’Ansia: le possibili basi scientifiche
È realistico pensare alla cannabis per la cura dell’ansia, nelle sue varianti?
Una piccola premessa è d’obbligo: il THC ed il CBD non sono assolutamente le uniche sostanze psicotrope presenti nella cannabis terapeutica e negli altri cannabinoidi.
Ce ne sono molte di più,dato che i fitocannabinoidi conosciuti ad oggi sono circa 70, ma di sicuro THC e CBD sono i due composti che presentano il maggior numero di studi scientifici basati sulle evidenze, per cui per il momento conviene riferirci ad essi.
THC e CBD sono due composti molto diversi che hanno effetti diversi in vari ambiti (vedere la figura di seguito):
Rispetto ad effetti anticonvulsivanti (antiepilettici) diciamo vediamo che sia THC che CDB hanno effetti positivi anche se il CBD è molto più efficace.
Questo potrebbe essere importante anche in psichiatria dato che l’effetto anticonvulsivante spesso si utilizza per il trattamento del Disturbo Bipolare ed in questo senso il CBD potrebbe avere del potenziale da esplorare.
Poi vediamo che l’effetto miorilassante, di rilassamento muscolare, è maggiore nel THC, meno nel CBD, allo stesso modo dell’effetto analgesico, antidolorifico.
Come dicevamo all’inizio dell’articolo, l’effetto ansiolitico, favorente il rilassamento ed il benessere soggettivo, e l’induzione del sonno è decisamente maggiore nel CBD, meno nel THC che a dosaggio più elevati (….ed imprevisti!) può dare sintomi d’ansia e di panico paradossi, quindi bisogna fare attenzione.
Un possibile effetto antipsicotico è abbastanza ben documentato nel CBD mentre invece il THC ha un netto effetto negativo, e probabilmente peggiorativo (o addirittura scatenante, in soggetti predisposti).
Sia THC che CBD mostrano degli interessanti addirittura effetti neuroprotettivi in particolare il CBD.
Il THC è antinausea, molto meno il CBD, allo stesso modo il THC causa sedazione e favorisce maggiormente il sonno, sempre a bassi livelli, mentre il CBD non da sedazione e non induce il sonno.
THC e CBD come composti ansiolitici
Quindi vedete che hashish, marijuana, cannabis terapeutica, come li vogliamo chiamare nelle loro varianti (legali ed illegali), producono effetti diversi sulla base del rapporto THC e CBD e della loro concentrazione specifica.
Questo è molto importante, in primis, per via del fatto che se un individuo utilizza dei cannabinoidi presenti sul mercato nero, corre il rischio di assumere sempre più THC rispetto al CBD dato che nel corso degli ultimi anni le organizzazioni illegali che gestiscono lo spaccio della marijuana hanno selezionato geneticamente delle varianti sempre più potenti rispetto alla concentrazione di THC, elemento che fornisce l’effetto ludico, di abuso più ricercato e che da maggiormente tolleranza.
Spesso a discapito della concentrazione del CBD, che è addirittura scesa (quindi molta attenzione).
Date un’occhiata alla figura sotto per rendervene conto:
Per ritornare allo specifico dell’utilizzo della cannabis per la cura dell’ansia vediamo che la risposta soggettiva è molto varia e richiede attenzione non tanto nell’utilizzo del CBD quanto del THC, anche in relazione ai diversi fenotipi espressi del sistema degli endocannabinoidi, ovvero del nostro sistema naturale interno espresso in ogni area del cervello e del corpo, incluso cuore, sistema endocrino, etc.
Infatti il sistema degli endocannabinoidi sembrano modulare il nostro bilanciamento tra stress e ricompensa costituito non solo dal sistema endocannabinoide, ma anche dal sistema dopaminergico e dall’asse ipotalamo-ipofisario-adrenocorticale.
Queste reti fisiologiche interne stabiliscono l’equilibrio tra la percezione dello stress ed il benessere, inducendo molte nostre risposte comportamentali specifiche di ricerca.
Quindi l’utilizzo dei cannabinoidi può indurre risposte di benessere simili a quelle indotte dall’interazione sociale e dall’esercizio fisico, una specia di stato di calma o di benessere indotti e mediati da effetti ansiolitici in seguito all’aumento della attivazione dei recettori dei cannabinoidi, dell’ossitocina e gli effetti gratificanti della dopamina.
Al contrario, la sospensione immediata di cannabinoidi è associata a un tono del sistema interno degli endocannabinoidi più basso, parzialmente mediato dal rilascio di ormoni dello stress e dalla riduzione della dopamina, con possibilità di aumento dell’ansia, del discomfort e del panico e dell’attivazione rispetto ad uno stress che in realtà non esiste.
Quindi non è esattamente vero che non esiste astinenza da cannabinoidi, anche se è di natura molto diversa rispetto a quella di altre sostanze.
Conclusioni
Per finire con questa disamina sulla cannabis per la cura dell’ansia, vediamo che effettivamente ci sono molte ricerche e studi che confermano l’effetto ansiolitico del CBD a diversi dosaggi e del THC a bassi dosaggi.
Sebbene non ci siano ancora indicazioni nei disturbi d’ansia, in Italia e nel Mondo, lo studio dell’utilizzo della cannabis terapeutica in altri ambiti ha fornito dati abbastanza inequivocabili della sua utilità nel disturbo d’ansia generalizzato, nell’ansia sociale, nelle fobie specifiche (paura del volo, dell’altezza, degli spazi chiusi, etc), con i limiti del fatto che il termine cannabis si riferisce, in realtà, da un insieme di sostanze che come avete capito possono avere effetti diversi, alle volte sinergici alle volte molto meno.
In estrema sintesi, gli effetti della marijuana sui disturbi d’ansia sono complessi, anche se in generale, si possono definire per lo più positivi, in particolare per quello che riguarda il CBD, il cannabidiolo.
Resta il problema del fenomeno della tolleranza, più marcato sul THC che sul CBD, e quindi, per concludere, il problema è quello di utilizzare un giusto dosaggio di THC e CDB, un rapporto diverso per ogni individuo, molto difficile da trovare nelle varianti d’abuso della cannabis, tutte diverse tra loro e con prevalenza del THC.
La soluzione potrebbe essere quella di utilizzare i singoli componenti, THC e CBD, per produrre una soluzione precisa e personalizzata, sulla base delle diverse varianti fenotipiche del sistema degli endocanabinoidi.
Per approfondire le vostre conoscenze sull’utilizzo della cannabis in psichiatria vi consiglio questi altri miei articoli:
- Luci ed Ombre sull’utilizzo della Cannabis Terapeutica in Psichiatria
- Cannabis Terapeutica in Medicina e Psichiatria? Quali evidenze?
Bibliografia:
- Compton WM, Han B, Jones CM et al. Marijuana use and use disorders in adults in the USA, 2002–14: analysis of annual cross-sectional surveys. The Lancet Psychiatry 2016;3(10):954-64.
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- Childs E, Lutz JA, de Wit H. Dose-related effects of delta-9-THC on emotional responses to acute psychosocial stress. Drug and AlcoholDependence 2017;177:136-44.
- https://adai.uw.edu/pubs/pdf/2017mjanxiety.pdf
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