Emergenza Coronavirus: cambiamenti normativi e i danni alla Salute Mentale prodotti dall’isolamento stanno portando a un boom nell’uso delle applicazioni per la salute mentale e della telepsichiatria e telepsicoterapia, ma questi strumenti, ad oggi, sono pronti, affidabili e sicuri?
L’epidemia di coronavirus ha obbligato milioni di noi a isolarsi, per la sicurezza nazionale, a volte anche all’interno della stessa casa, da coloro con cui interagiamo ogni giorno: colleghi, amici, famigliari.
Combinate tutto questo con l’angoscia nei confronti di un futuro sconosciuto che incombe, ed è comprensibile che l’ansia sia alta.
In questo momento una percentuale elevatissima di cittadini italiani sta cercando informazioni on line sulla COVID-19, sulla gestione dell’isolamento, su come vivere serenamente all’interno delle mura domestiche e, soprattutto, come gestire l’ansia e l’insonnia.
I dati provenienti dai motori di ricerca (Google, Bing e Yahoo) affermano che il numero di utenti alla ricerca di contenuti specifici sullo stress è raddoppiato.
Le aziende produttrici di app rivolte alla gestione di problematiche inerenti il benessere mentale riferiscono un incremento esponenziale dei downloads dalle piattaforma di distribuzione, sia Apple Store che Playstore.
Questi sono tutti segnali che le persone sono pronte, in questi momenti drammatici, a ricevere aiuto in maniera digitale e non mediata necessariamente da operatori umani.
Purtroppo, ad oggi, non sembrano esserci risposte efficaci, sul piano tecnologico, da parte della psichiatria ufficiale.
In particolare non si intravvedono soluzioni tecnologicamente adeguate e al passo con i tempi rispetto alla comunicazione digitale/psicoeducazione ed alle terapie digitali.
La prossima, imminente, Onda di Picco di Psicopatologie correlate alla Paura e all’Isolamento da Coronavirus
Quello che la maggior parte degli operatori della Salute Mentale temono è che presto, entro poche settimane, si inizieranno a manifestare condizioni psicopatologiche correlate all’isolamento ed allo stress connesso all’epidemia COVID-19.
In che modo, con che intensità e in quale forma non è facile prevederlo, anche se ci sono delle ipotesi al riguardo.
È molto probabile che la psichiatria avrà delle difficoltà ad affrontare un onda di picco di psicopatologia correlata all’emergenza COVID-19 in maniera analoga a quello che è successo nelle terapie intensive con l’onda di picco delle gravi complicanze connesse all’infezione da SARS-CoV-2.
I problemi connessi alla gestione di un ondata di psicopatologia COVID-19-correlata sono di varia natura:
- Carenza del personale sanitario specializzato (psichiatri, Infermieri, Psicologi, Tecnici)
- Non sostenibilità economica di un sistema totalmente basato su Operatori Umani
- Difficoltà di “fare rete” e di coordinare tra di loro diversi interventi di altissima specializzazione: psicofarmacoterapia, psicoterapia, modifiche del comportamento e del Lifestyle, Psicoeducazione e Riabilitazione.
In uno scenario di questo tipo la necessità di utilizzare tecnologie digitali per ottenere interventi terapeutici “aumentati” da risorse digitali sembra essere un obbligo.
Questa emergenza sanitaria mondiale sarà, probabilmente, la spinta finale verso l’ibridizzazione di interventi mediati da esseri umani con altri basati su software o device tecnologici, nel campo della salute mentale.
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