“Weltschmerz” è un termine tedesco che esprime un concetto molto interessante: il sentimento di tristezza esistenziale che emerge dal confronto di un ipotetico mondo idealizzato con il mondo “così com’è”.
I tedeschi, come ben sapete, hanno una parola per tutto e, in questi tempi di crisi mondiale, credo valga la pena di rispolverare questa antica parola germanica, che si potrebbe anche tradurre con “dolore cosmico”.
“Weltschmerz“, questa bellissima parola, è stata coniata dallo scrittore tedesco Jean Paul, pseudonimo di Johann Paul Friedrich Richter, e sembra perfetta per descrivere lo stato d’animo dell’intero pianeta Terra in questi primi mesi del 2020.
Qual è il Mondo Ideale per noi Esseri Umani?
L’attuale pandemia di COVID-19 ci ha brutalmente portato fuori dall’immaginario condiviso che deriva dalla narrazione dominante della nostra società cosmopolita occidentale.
Dal Mondo come volevamo che fosse siamo passati improvvisamente al mondo reale o, meglio, al mondo naturale, lasciatemi dire.
Abbiamo tutti preso coscienza di quello che, intimamente, in molti sospettavamo: la natura non tiene conto dei nostri bislacchi progetti antropocentrici.
Stiamo iniziando ad abbracciare l’idea che il nostro valore come esseri umani non derivi da quanto riusciamo a deformare il mondo a nostra immagine ma da quanta intelligenza, prudenza e rispetto mostriamo nell’integrarci con esso.
Nulla ci vieta di pensare che il nostro Mondo Ideale, il migliore possibile per gli esseri umani, corrisponda ad una gigantesca e velocissima corsia di scambio di merci e di spostamenti di masse umane da un punto A ad un punto B.
Oppure che l’eccellenza tecnologica si debba manifestare prima di tutto nella macchina del marketing e nel conseguimento del profitto piuttosto che nel perseguire il bene per gli esseri umani.
O ancora che quello che rende la nostra vita degna di essere vissuta sia la ricerca continua di scariche di dopamina, in un rigido sistema in cui dobbiamo “consumare”, per le quali sacrifichiamo la ricerca della felicità, come singoli, come specie e come ecosistema:
“La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cavolate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene“
“Fight Club”, Chuck Palahniuk, 1996.
Probabilmente uno dei meccanismi di coping meno evoluti per far fronte a questo sentimento angosciante che moltissimi di noi provano, è quello della negazione o, meglio, del diniego.
Semplicemente io posso ritenere che il Mondo coincida effettivamente con il modello idealizzato che ho immaginato e, di conseguenza, mi comporto secondo queste premesse deliranti (infatti se la negazione appartiene al campo delle nevrosi, il diniego è un meccanismo francamente psicotico).
Ma quello che sta accadendo in questi tempi bui rischia di infliggere un’enorme ferita narcisistica a tutta l’umanità, obbligando tutti noi a riconfigurare la nostra idea di Mondo Ideale.
Copernico ci ha detto che non siamo noi il centro dell’universo….
Darwin ci ha detto che non siamo una specie creata ad immagine di Dio ma che semplicemente discendiamo dalle scimmie….
Sigmund Freud ci ha fatto capire, una volta per tutte, che “l’IO non è padrone in casa propria” ma che siamo governati da un serbatoio di pulsioni….
Infine questa pandemia di COVID-19 ci ricorda, riassumendole, tutte queste ferite dell’Ego che l’Umanità a subito sino all’inizio del ‘900, senza, peraltro, riuscire a coglierne l’insegnamento profondo.
Un inganno narcisistico, iniziato nel dopo guerra e durato sino a ieri, ci ha fatto credere nuovamente di essere Noi al centro dell’universo, creature di Dio, e da Lui delegati ad essere padroni assoluti dell’orizzonte spazio-temporale dispiegato dalla sua parola.
Effettivamente il Lockdown Mondiale, l’isolamento, a cui tutti stiamo partecipando rappresenta, secondo il più crudele contrappasso dantesco, l’esatto contrario di quello che avevamo identificato essere il nostro stile di vita ideale.
Adesso siamo tutti così tristi perché stiamo contrapponendo il nostro Mondo Ideale Antropocentrico al Mondo Naturale, che contempla (ma guarda un pò!) virus, terremoti, asteroidi ed altre disgrazie del genere.
Ma qual è questo famoso Mondo Ideale frutto della narrazione capitalistica occidentale, che tutti abbiamo condiviso e che tanto ci manca in questi giorni?
La durezza della realtà di questi giorni, senz’altro, ci porta a fare riflessioni molto semplici e direttamente connesse ai nostri bisogni attuali.
Probabilmente stiamo iniziando a capire che delle macchine per la ventilazione potrebbero essere più utili all’umanità di automobili da centinaia di migliaia di euro, città folli come Dubai o Las Vegas, oppure altri beni di consumo completamenti superflui.
Che i Medici non sono tutti “delinquenti da denunciare” ma che sono professionisti che si trovano spesso a fare un lavoro impossibile con risorse scarse (….e la retorica fasulla di questi giorni che li definisce “angeli” fa francamente vomitare).
Che quei poveri ricercatori sporchi e squattrinati che si dedicano alla scienza portano valore nel mondo almeno tanto quanto i fighissimi manager che si dedicano a produrre soldi in borsa o nelle industrie.
Ma se poi guardiamo alcuni dati, non solo quelli connessi alla COVID-19, iniziamo a sospettare che il nostro Mondo Ideale non fosse poi così tanto ideale, già prima della pandemia.
Non soltanto di virus muoiono gli Esseri Umani ….
Che cosa dire di tutti i morti che ci sono stati (e che purtroppo ci saranno ancora) in questi giorni di pandemia? ….
Una tragedia immane di sicuro.
Difficile da digerire.
Ma vorrei provare a suggerire un cambio di prospettiva a cui molti, forse, non hanno mai pensato.
Proviamo a guardare anche altri dati, dati che nessuno guarda mai.
In Italia ogni anno muoiono ben più di 100.000 persone per danno diretto di alcol e nicotina; questo non accadrà solo nel 2020 ma anche in futuro ed è accaduto per molti decenni nel nostro paese (e in scala ancora più grande in tutto il Mondo).
D’altra parte alcol e Nicotina non mancano mai, in ogni angolo, anche il più remoto del nostro Mondo Ideale, no?
Ovviamente, in questi giorni di isolamento, restano a nostra disposizione bevande alcoliche e nicotina, addirittura per decreto legge.
Parallelamente ci stanno convincendo che le “interazioni sociali pericolose” siano quelle di chi corre in un parco e non quelle di chi si è imballato (….e si imballerà ancora!) in metropolitane, bus, treni, aerei, negozi, bar, discoteche, uffici, nei giganteschi palazzi delle pubbliche amministrazioni e nei grattacieli delle multinazionali.
Ma non solo….
Quanta gente muore, e continua a morire, per inquinamento?
Quanta gente si suicida, e continua a suicidarsi, per condizioni di vita inumane?
Quanta gente muore, e continua a morire, di fame, di sete o di banali malattie curabilissime nel Mondo?
Devo continuare?
Che differenza c’è tra questi morti e quelli che sta causando il virus? Chi prega per loro?
Se muori in maniera più silenziosa, graduale, diluita nel tempo, per cause a cui siamo abituati e senza saturare il sistema sanitario occidentale, va tutto bene?
E, cosa ancora più grave, tutte queste morti passano ancora più inosservate perché non solo non ostacolano la macchina del marketing e del capitalismo, ma addirittura la nutrono.
Se questo è il Mondo Ideale occidentale, credo che tutto sommato non dovremmo essere così propensi a sviluppare un grosso sentimento di Weltschmerz, dato che il nostro stile di vita, il nostro Mondo Ideale che abbiamo provato ad edificare, rispetto al potenziale che avrebbe, fa abbastanza schifo.
Il Weltschmerz che tutti stiamo provando forse è semplicemente inutile, fasullo.
Badate bene che non intendo dire che viviamo in un periodo che non abbia delle potenzialità immense di progresso e di felicità, tutt’altro.
Probabilmente quello in cui viviamo avrebbe il potenziale per essere il miglior Mondo possibile dalll’inizio della storia dell’Uomo.
Quello che voglio dire è che riusciamo a perseguire degli ideali fasulli e disastrosi, piuttosto che utilizzare le immense risorse che abbiamo per provare a creare una società meno diseguale, più razionale, in cui gli esseri umani sappiano integrarsi nel Mondo naturale, seguendone le sue leggi senza provare a deformarle secondo delle prospettive che rendono felici una piccola minoranza della popolazione mondiale.
Io, sempre di più, vedo che tutte le nostre risorse tecnologiche e culturali risultano completamente sottomesse alla spietata macchina del capitale.
Ma forse questa tragedia immane ci sta aprendo gli occhi.
Sicuramente questa crisi mondiale legata alla pandemia cambierà il Mondo per come noi lo conosciamo.
Di sicuro nulla sarà più come prima e credo che avremo una finestra di tempo per provare a ripensare a come stare nel Mondo.
Guariamo subito da questo inutile Weltschmerz e proviamo a fare meglio di così.
Penso che tutti sappiamo che possiamo fare molto meglio di così.
Che cosa ne dite? Mi piacerebbe davvero sentire il parere di chi legge questo blog….
Per terminare vi voglio dare un piccolo contributo video, tratto dalla serie “The Big Bang Theory“, in cui uno spettacolare Sheldon Cooper spiega al suo amico Leonard Hofstadter che cosa sia il “Weltschmerz” …. da vedere assolutamente!
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Giusto dottore. Avremo un a.p e un d.p. ante pandemia e dopo pandemia, e il dopo avrà qualche marcia in più: la scienza, la conoscenza, un po’ di sana noia che ci avrà costretti a guardare le margherite nelle aiuole e i vecchi ricettari delle nonne e ritroveremo i piccoli privilegi della povertà perché dopo le epidemie ci sono anche le carestie. E avremo la voglia di rialzarci con uno scopo di buon senso la mattina: un po’ più essere con un po’ meno avere
Grandissimo Valerio ???? Perché non se ne parla altrettanto di questi altri morti? Perché non facciamo lo stesso sforzo che stiamo giustamente facendo per combattere questo virus ? Se muori in maniera silenziosa purtroppo sembra che vada tutto bene….
Non penso che alcuni mesi di lockdown possano cambiare le abitudini consolidate delle persone,
semmai potrebbero avere un effetto di catalizzatore sugli acquisti (augmentation che auspicano le società di marketing).Conosco persone che non rinuncerebbero mai all’ultimo gioiellino tecnologico o all’ultimo modello di moto e altre come me che si accontentano di ascoltare buona musica fra gli alberi di ciliegi in fiore.
Buongiorno non credo di essere titolato per dare giudizi su ciò che scrive, so che condivido ciò che scrive, senza quella difficile parola che non provo nemmeno a scrivere o pronunciare, senza sentirmi Gesù sceso in terra, ma solo perché la realtà è la natura che fortunatamente ancora ci circonda ed è in lei che dobbiamo vivere. Se la smettessimo di pensare che come ci comportiamo oggi vale per la morte un domani, paradiso o inferno per intenderci, e provassimo a pensare che ciò che modifichiamo oggi sarà il mondo dei nostri figli domani. Ma qualcuno mi. Risponderà dicendo che ei ciò che fin’ora abbiamo fatto, ed in effetti ha ragione, solo che partiamo da un punto sbagliato e viaggiamo verso un punto peggiore. Non si puo vivere fuori dalle regole naturali e come vivere in una famiglia ove ognuno fa ciò che gli pare senza comunicazioni o confronti e nel momento in cui si ha bisogno dello stesso spazio si entro in crisi e scoppia una gueri di potere.
Il divario tra mondo ideale e reale l’ho sentito ma non in questi termini. Ho sempre avvertito l’alienazione di questo sistema, i filosofi i politici e i gtandi pensatori dagli anni 50 parlavano di alienazione dell’uomo alla società. In questo periodo sono cadute molte maschere: come dimenticare il momento di penuria delle mascherine arrivate a costare tre volte e spesso irreperibili…idem il prezzo dei disinfettanti e a volte anche mancanza di prodotti alimentari.
Sono accaduti fenomeni simili a quelli visti durante altre pandemie: negazione, ostracismo,nsscita di idee farneticanti e addirittura nascita di dubbiosi contro i vaccini.
E le persone che sono diventate peggiori rispetto a prima ancora piú inferocite, egoiste, disforiche in cerca di capri espiatori…intolleranti all’ineluttabilità della fine…la caccia alle categorie perseguibili.
Eroi angeli ma anche denunce davvero orrende…ho avvertito l’orrore dell’umanità e mi sono chiesta ma questa è la stessa specie a cui appartenevano Shakespeare? Ipazia? Rosa Luxenburg?
Sono andata in crisi esistenziale vedendo anche i me i segni di un ritmo di vita errato…la carriera che ci strozza, la biologia messa in un angolo, amicizie? Lotto da anni per trovare amici sicuri. Ho conoscenze buone. Non siamo liberi nè nel fisico nè nello spirito.. I rapporti umani sono spesso aridi meccanizzati strozzati dal tempo e legati alle occasioni piú che da autentico interesse.
È diventato tutto troppo complesso, persino scherzare è diventato pericoloso, fare i figli è un’impresa troppo costosa a cui hanno assegnato asticelle troppo alte…troppo controllo troppa abbondanza troppi giocattoli regali e prodotti per l’i fanzia costosi.
Io? Vorrei fuggire su una montagna se potessi. Ma sono nata nella società non so piantare orti, non sono capace di costruire una casa nè di allevare animali..dipendo purtroppo dalla società. so solo fare il medico ed è un lavoro che mi sta intossicando rapidamente. Ha perso di senso il mondo o meglio si vede adesso la mancanza di senso di questo mondo.
Il mio mondo ideale è utopistico…è legato all idea di perseguire il meglio e il bene…ma la maggior parte delle persone è indifferente e per citare Witmann “vive giorni di quieta disperazione”.
Non credo cambierà molto. Purtroppo. E io appartengo a un mondo diverso da sempre. Vorrei tornare alla natura all’autosufficienza, a una vita piena di stimoli culturali non meccanizzata, di corsa sempre impeccabile e al top..io sono uno spirito riflessivo, malinconico ho un ritmo mio cosí diverso dagli standard che virus o non virus sempre saró un outsider…solo che adesso veramente devo ritrovare il Senso altrimenti vivo nel vuoto.
Grazie per questa bellissima parola che dovrebbe guidare gli esseri umani a far scendere Utopia sulla terra. Magari…
Grazie IM, per questa testimonianza davvero profonda e toccante. Ho letto quello che hai scritto per due volte, per capirlo bene e per entrare in sintonia con il tuo stato d’animo. Non posso che ringraziarti per aver dato valore alla mia riflessione con un tocco di profonda umanità. Un caro saluto!
Sarebbe veramente bello se un giorno noi umani riuscissimo a mettere da parte questa brama di avere, di ottenere, di dover raggiungere un certo standard, di accumulare capitale, anche a scapito degli altri, e della natura… Purtroppo la lettura del libro “Memorie dal sottosuolo” di Dostoievskij mi ha parecchio disilluso: mi ha mostrato un uomo masochista, profondamente misantropo, solo nella sua miserabile meschinità. E questo uomo non è il folle, il criminale, no: è quello intelligente. Questo libro mi ha fatto capire che è possibile che agli uomini non interessi veramente il fare qualcosa di buono, che porti ad un sostanziale progresso per tutti, in modo che ci possa essere un mondo migliore. Il suo interesse più grande non sarebbe la salute, il benessere psico-fisico, vivere in un mondo più stabile, essendo in buoni rapporti con gli altri, non è vivere in modo razionale, ma sentirsi uomo, nonostante tutto. Questo implica che non importa quali traguardi noi possiamo raggiungere, prima o poi arriverà qualcuno che tirerà un calcio a questo grandioso castello di carte, perché dentro di noi c’è qualcosa che ci spinge a considerarci non come un oggetto, non come parte di un sistema, per quanto perfetto sia, ma come individui, i quali avranno sempre la volontà di seguire i propri interessi, non importa se questi non sono razionali o prevedono il fare del male agli altri. L’uomo tende a fare quello che vuole, e quello che vuole non sarebbe stare con le mani in mano ed accettare un mondo perfetto, ma fare qualcosa in modo che lui si possa sentire parte di qualche cosa, di un processo; il motivo dell’azione umana è il fare per sfuggire alla noia, non il costruire qualcosa che funzioni, che sia utile e serva, perché alla fine questo si risolve sempre in un ostacolo per qualcuno, un muro da buttare giù, per fare strada a qualcos’altro.
Un altro problema si instaura considerando l’interazione tra umani in questo modo: supponiamo che ci sono 2 uomini che interagiscono. Ognuno dei 2 ha una targa “Accordo” e un’altra targa “Disaccordo”. Se le porgono uno all’altro. Se uno porge la targa accordo e l’altro pure, tutti e due vincono 300 euro. Se uno porge la targa accordo e l’altro mette la disaccordo, quello che ha messo la disaccordo guadagna 500 euro, e l’altro li perde. Se tutti e 2 porgono la disaccordo, perdono 10 euro ciascuno. Ora, se uno porge la disaccordo ha più possibilità di vincere più soldi rispetto alle altre mosse, e il rischio è minimo, solo 10 euro. Per cui si dovrebbe sempre adoperare la targa disaccordo, ma se tutti e 2 la usano sempre, ci perdono comunque tanto, interazione dopo interazione. Per avvantaggiarsi e avere un successo duraturo, i 2 dovrebbero puntare sempre sull’accordo, e ciò andrebbe benissimo se uno si fidasse veramente dell’altro sul fatto che quello metta sempre la targa accordo. Ma non si può avere la garanzia che funzioni così, perché ognuno sa che, se tradisce l’altro, avrà in compenso più soldi. Così i 2 uomini potrebbero lavorare insieme per un futuro migliore, ma non lo fanno perché il rischio che l’altro lo freghi è troppo grosso, e così perdono lentamente tutti e 2.
Il problema quindi è che per un futuro migliore ci vogliono dei sacrifici, e potrebbero arrivare a stento perché non tutti abbiamo le stesse volontà o idee.