L’aumento dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari sono uno dei principali fattori che contribuiscono alla significativa riduzione dell’aspettativa di vita delle persone affette da schizofrenia o da disturbo schizoaffettivo.
Le cause di questo aumento di rischio i molti pazienti psichiatrici è sia connesso alle caratteristiche di molte psicopatologie in se, sia nel fatto che i trattamenti farmacologici utilizzati possono comportare effetti collaterali pericolosi in tal senso.
Non dimentichiamoci che l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da malattie psichiatriche è mediamente inferiore del 20% rispetto alla popolazione generale.
La patologia schizofrenica indubbiamente comporta lo sviluppo di uno stile di vita che favorisce il rischio cardiovascolare: fumo, abuso di alcol e droghe, assenza di attività fisica.
È presente anche un aumentato rischio di sviluppare malattie infettive, calcolato nel 3,4x rispetto alla popolazione generale.
Altri elementi che possono aumentare tale rischio sono direttamente correlati alle terapie neurolettiche: sindrome metabolica, eccesso di peso e diabete.
È chiaro che molte terapie in psichiatria, nonostante abbiano degli effetti addirittura Salva Vita per il paziente psichiatrico, hanno effetti collaterali da gestire, come in altri ambiti della medicina.
In questo articolo vi parlerò delle linee guida BAP (“British Association of Psychopharmacology“), il cui scopo è quello di fornire raccomandazioni relative al monitoraggio e alla gestione dei fattori di rischio per il diabete e le malattie cardiovascolari, negli adulti di età superiore ai 18 anni affetti da psicosi, tenendo conto degli effetti dei farmaci antipsicotici nei confronti della sindrome metabolica, del sovrappeso e del diabete.
La Sindrome Metabolica colpisce il 35-40% dei pazienti affetti da schizofrenia o da disturbo schizoaffettivo in trattamento, un pochino più frequentemente le donne, e necessita assolutamente di essere correttamente diagnosticata e trattata per migliorare durata e qualità di vita dei pazienti.
Dislipidemia, Ipertensione, Obesità e Diabete tipo 2 sono fattori che derivano dalla Sindrome Metabolica e che influenzano negativamente la salute dei pazienti schizofrenici, schizoaffettivi ma anche una certa percentuale di pazienti affetti dal disturbo bipolare.
Riconoscere i fattori di rischio nei pazienti in trattamento: Dislipidemia, Ipertensione, Obesità e Diabete tipo 2
Nei pazienti psichiatrici una intolleranza al glucosio (zucchero, bevande dolcificate, etc.) è stata ipotizzata non solo dopo l’utilizzo dei farmaci neurolettici ma anche ben prima, ipotizzando che sia connaturata alla patologia psichiatrica.
Ad esempio vi porto questo studio degli USA del 1924:
Si ipotizza che la malattia psichiatrica ed i trattamenti neurloettici (ma anche alcuni stabilizzatori dell’umore ed alcuni farmaci antidepressivi) possano lavorare sulla Sindrome Metabolica tramite una ipotesi patogenetica comune.
A collaborare nello sviluppo di una Sindrome Metabolica abbiamo anche alcuni altri fattori, connessi sia alla patologia psichiatrica che ai trattamenti:
- Dislipidemia
- Obesità
- Craving per i Carboidrati
- Ipertensione Arteriosa
- Diabete tipo 2
- Intolleranza al Glucosio
- Scarsa Attività Fisica
- Alimentazione di bassa qualità e troppo abbondante
- Fumo di sigaretta
- Alcol
- Droghe
- Eccesso di Caffè
Il risultato di questo quadro è, appunto, la Sindrome Metabolica che ha come conseguenze l’aumento del rischio cardiovascolare (Infarto, Scompenso) e cerebrovascolare (ictus, TIA).
Per inquadrare bene la sindrome metabolica vanno eseguiti alcuni esami del sangue ma anche esami strumentali, fisici e raccolta dati.
Le procedure per diagnosticare correttamente questo quadro clinico metabolico sono le seguenti:
- Visita dal medico di base (MMG, “medico di medicina generale“) che rilevi regolarmente il peso corporeo, la pressione arteriosa ed indaghi la presenza dei vari fattori di rischio.
- Valutare la misurazione dell’obesità addominale.
- Eseguire su base annuale un elettrocardiogramma di controllo.
- Attuare regolarmente esami ematochimici specifici: Glicemia, HDL, LDL, Colesterolo Tot., THS, FT3, FT4, Trigliceridi, Ac. Urico, prolattinemia.
Come gestire la Sindrome Metabolica nel paziente psichiatrico
Una volta attuato lo screening adeguato per identificare e valutare la gravità della sindrome metabolica in un paziente affetto da schizofrenia, disturbo schizoaffettivo o disturbo bipolare, è indispensabile studiare una strategia per affrontare il problema.
Da un punto di modificazioni del comportamento e dello stile di vita è indispensabile investire su tre versanti: alimentazione, attività fisica e stile di vita.
Lavorare su questi aspetti “organici” del trattamento di un paziente psichiatrico è importante tanto quanto il lavoro che facciamo per contenere i sintomi e le manifestazioni di psicopatologia.
Le armi a disposizione dell’equipe di lavoro e dei famigliari di un paziente, per provare a modificare i suoi comportamenti disfunzionali, sono essenzialmente due: il colloquio motivazionale e la psicoeducazione.
In questo senso vi voglio consigliare i due libri più completi ed efficaci per apprendere queste tecniche fondamentali di intervento, che ho già spiegato in molti articoli di questo blog:
“Il Colloquio Motivazionale” di William Miller e Stephen Rollnick
Tramite il colloquio motivazionale è possibile portare il paziente a scoprire le sue proprie buone motivazioni personali al cambiamento.
In questo caso specifico della Sindrome Metabolica si tratta di far ritrovare delle spinte interne soggettive che la persona può utilizzare per modificare il suo stile di vita, rispetto all’alimentazione sbagliata, alla scarsa attività fisica o al fumo di sigarette.
Personalmente mi sono formato al colloquio motivazionale ormai molti anni fa tramite l’insegnamento del Prof. Giampaolo Guelfi, uno dei traduttori di questo libro, e devo dire che non esiste strumento più utile e versatile per uno psichiatra.
Il punto è che il Colloquio Motivazionale può essere facilmente appreso anche da persone che non hanno competenze sanitarie o psicologiche, tramite questo libro.
Vi consiglio di acquistare subito “Il Colloquio Motivazionale” di William Miller e Stephen Rollnick al miglior prezzo su Amazon.it:
“Intervento Psicoeducativo Integrato in Psichiatria” di Ian Falloon
Leggendo questo libro potrete imparare ed affinare le migliori strategie per gestire al meglio la Sindrome Metabolica di un paziente psichiatrico, supportandolo nelle cure ed aiutandolo a diventare sempre più consapevole ed efficace nel suo percorso di guarigione.
Potrebbe essere una buon idea approfondire il tema della psicoeducazione, insieme a quello del colloquio motivazionale, per essere più efficaci nell’intervento di modifica del comportamento di un paziente psichiatrico, sia che siate operatori o famigliari.
A questo punto vi consiglio di acquistare “Intervento Psicoeducativo Integrato in Psichiatria” di Ian Falloon al miglior prezzo su Amazon.it:
Oltre ad interventi comportamentali e di cambiamento dello stile di vita, è assolutamente possibile intervenire anche sul piano farmacologico o di integrazione alimentare.
Una prima strategia farmacologica potrebbe essere quella di attuare un cambiamento sul trattamento neurolettico, ad esempio passando da farmaci neurolettici ad alto impatto metabolico (olanzapina, clozapina) ad altri a minor impatto metabolico (aloperidolo, lurasidone).
Si può intervenire anche sui meccanismi patofisiologici della Sindrome Metabolica con alcuni farmaci specifici, spesso utilizzati in off label:
- Metformina
- Lorcaserin
- Orlistat
- Statine
- Fibrati
- Bupropione e Naltrexone a rilascio prolungato (“Qsymia” o “Contrave” negli USA)
- Acidi Grassi Omega 3, utili e privi di effetti collaterali.
Ho già scritto un articolo sui migliori integratori per la salute mentale che include anche una sezione sugli acidi grassi Omega-3 che aiutano sia sul piano metabolico che mentale.
Un capitolo a parte riguarda la cura per il nostro microbiota che spesso viene danneggiato in corso di malattia psichiatrica, come si vede da questo schema:
Prendersi cura del nostro microbiota ha dei vantaggi non solo sul piano del compenso psicologico, ma anche in corso di sindrome metabolica, come si evince da questo schema, che racchiude molti aspetti racchiusi nella nuova disciplina della PSICOBIOTICA:
In conseguenza di tutte le ragioni che ho già spiegato più volte nei miei articoli e nei miei video, potrebbe essere assolutamente utile assumere regolarmente degli integratori probiotici di alta qualità per aiutare il nostro microbioma ad affrontare al meglio la sindrome metabolica, come ormai tutti gli studi sull’argomento ci suggeriscono.
Potete andare sul mio famoso articolo (il più letto d’Italia sull’argomento!) “Comparazione tra i migliori probiotici in vendita in Italia” per provare ad utilizzare un probiotico come coadiuvante della Sindrome Metabolica.
Per approfondire l’argomento della PSICOBIOTICA, vi consiglio anche di leggere il mio libro “Psicobiotica: Un nuovo modo di intendere il rapporto tra la Mente ed il Corpo” che potete comprare al miglior prezzo su Amazon.it:
Bibliografia:
- Cooper SJ, Reynolds GP; With expert co-authors (in alphabetical order):, et al. BAP guidelines on the management of weight gain, metabolic disturbances and cardiovascular risk associated with psychosis and antipsychotic drug treatment. J Psychopharmacol. 2016;30(8):717–748. doi:10.1177/0269881116645254
- Alberti KG, Zimmet P, Shaw J, et al. (2005) IDF Epidemiology Task Force Consensus Group. The metabolic syndrome new worldwide definition. Lancet 366: 1059–1062.
- Penninx BWJH, Lange SMM. Metabolic syndrome in psychiatric patients: overview, mechanisms, and implications. Dialogues Clin Neurosci. 2018;20(1):63–73.
- Rask Larsen J, Dima L, Correll CU, Manu P. The pharmacological management of metabolic syndrome. Expert Rev Clin Pharmacol. 2018;11(4):397–410. doi:10.1080/17512433.2018.1429910
- Chaplin A, Carpéné C, Mercader J. Resveratrol, Metabolic Syndrome, and Gut Microbiota. Nutrients. 2018;10(11):1651. Published 2018 Nov 3. doi:10.3390/nu10111651
- Festi D, Schiumerini R, Eusebi LH, Marasco G, Taddia M, Colecchia A. Gut microbiota and metabolic syndrome. World J Gastroenterol. 2014;20(43):16079–16094. doi:10.3748/wjg.v20.i43.16079
- Org E, Blum Y, Kasela S, et al. Relationships between gut microbiota, plasma metabolites, and metabolic syndrome traits in the METSIM cohort. Genome Biol. 2017;18(1):70. Published 2017 Apr 13. doi:10.1186/s13059-017-1194-2
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