Il Disturbo Delirante è una psicopatologia che deriva, tradizionalmente, dal ben più noto concetto di paranoia, che vi voglio presentare nella descrizione di Emil Kraepelin:
“La paranoia è lo sviluppo insidioso di un sistema delirante permanente e incrollabile risultante da cause interne, che è accompagnato dalla perfetta preservazione della chiarezza e dell’ordine del pensiero, volontà ed azione“
Emil Kraepelin, VII Ed. del suo Manuale di Psichiatria del 1921
Come potete vedere questa definizione di paranoia, diversa per molti versi da quella di altri autori (come ad esempio Sigmund Freud), presenta molti punti di contatto con la definizione di delirio persecutorio strutturato come ho descritto in un mio video su YouTube.
Il Disturbo Delirante è un disturbo mentale ancora presente nel DSM-5 ma non molto conosciuto e poco diagnosticato, sebbene abbastanza rappresentato nella popolazione.
Non ci sono dati epidemiologici precisi sul Disturbo Delirante, anche perché molti casi non vengono osservati in ambito clinico, ma si ritiene che la prevalenza lifetime di questa malattia mentale potrebbe essere tra il 0.05% e lo 0.1%.
Altri studi indicano che i tassi di comorbidità con un disturbo delirante riportati in campioni di pazienti che ricevono un qualsivoglia trattamento psichiatrico sono compresi tra lo 0,5 e l’1,2 per cento.
Queste statistiche e questi dati potrebbero, in realtà, essere stati valutati per difetto.
Come viene diagnosticato un Disturbo Delirante?
Nel corso del ‘900 questo disturbo ha ricevuto diverse definizioni e diversi inquadramenti nosografici.
L’attuale definizione è quella che deriva dai criteri del DSM-5.
Il disturbo delirante è quindi caratterizzato da uno o più deliri, spesso di natura non bizzarra (*)ma verosimile, che sono mantenuti in maniera persistente per almeno 1 mese, senza altri sintomi di psicosi.
In sintesi non deve essere soddisfatto il Criterio A per la schizofrenia e devono essere mantenuti un buon funzionamento generale ed il comportamento non deve essere compromesso o bizzarro.
(*) In realtà il DSM-5 sottolinea, rispetto alla versione 4 precedente, che i deliri potrebbero essere anche bizzarri, sebbene più rari.
Inoltre attualmente si rimarca di porre particolare attenzione a differenziare questo disturbo con altre psicopatologie che presentano alle volte connotati deliranti come il disturbo ossessivo-compulsivo e quello dismorfico corporeo.
Quali sono le cause del Disturbo Delirante?
L’origine del disturbo delirante non è attualmente nota, ma le linee di ricerca hanno cercato di approfondirne la patogenesi attraverso lo studio di:
(1) Fattori di rischio: è spesso presente in individui con problemi sensoriali, in particolare di udito o di vista; individui isolati, immigrati o gruppi linguistici; individui con una storia familiare di sospetto, gelosia marcata.
(2) I deliri sono comuni in molte condizioni psicopatologiche idiopatiche apparentemente distinte, malattie mediche, intossicazioni e altre condizioni che possono manifestare deliri, anche se in questi casi non si parla di disturbo delirante vero e proprio.
(3) Fattori che sembrano promuovere il pensiero delirante, come alcuni pregiudizi del ragionamento, la percezione esagerata della minaccia, la stanchezza e il disagio emotivo, la paura cronica.
(4) La psichiatria fenomenologica ha ricercato l’essenza di questa psicopatologia non nell’errore del giudizio, ma nell’alterazione di strutture fondamentali dell’essere-nel-mondo; Blankenburg (1971) ha molto acutamente scritto al riguardo della perdita dell’evidenza naturale, intesa come la nostra personale famigliarità con il nostro corpo e con il mondo che costituisce il prerequisito per un adeguato giudizio di realtà.
Altre prove indicano una predisposizione genetica a un’iperdopaminergia selettiva correlata al recettore D2 e a indagini sulla disfunzione dei neurotrasmettitori della dopamina che suggeriscono che il disturbo delirante può essere una condizione psicotica più puramente correlata al D2 che non le psicosi più comuni.
Un’altra ipotesi propone una diminuzione del trasportatore striatale di dopamina che funziona come causa di casi primari e secondari di psicopatologia delirante.
I risultati di un’anomalia cerebrale nella corteccia cingolata mediale anteriore/anteriore (considerata avere un ruolo nella patogenesi delle delusioni)in uno studio tra 22 pazienti che soddisfano i criteri del DSM-IV per il disturbo delirante suggeriscono che ulteriori ricerche possono rivelare un’anatomia alla base di questo disturbo (2).
Il Trattamento del Disturbo Delirante Cronico
Purtroppo il trattamento psicofarmacologico non viene considerato di particolarmente efficace in questa malattia mentale.
Più indicati sembrano essere altri tipi di interventi:
- Interventi Psicosociali
- Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
- Psicoterapia di Supporto
Quando il fenomeno delirante si cronicizza, purtroppo, i vari interventi terapeutici sono spesso vani.
Spesso questi pazienti sono trattati con vari dosaggi di neurolettici tipici ed atipici, anche se la loro efficacia è messa in discussione da molti studi (4).
Bibliografia:
- American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5), American Psychiatric Association, Arlington 2013.
- Vicens V, Radua J, Salvador R, et al. Structural and functional brain changes in delusional disorder. Br J Psychiatry 2016; 208:153.
- Munro A. Delusional Disorder: paranoia and related illness, Cambridge University Press, New York 1999.
- Muñoz-Negro JE, Cervilla JA. A Systematic Review on the Pharmacological Treatment of Delusional Disorder. J Clin Psychopharmacol 2016; 36:684.
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