La psicoeducazione digitale, ci scommetto qualsiasi cosa, sarà il più diffuso ed efficace intervento terapeutico digitale dei prossimi anni.
Perché sostengo questo?
Procediamo con ordine ed iniziamo a discutere alcuni punti generali sulla psicoeducazione “tradizionale“, quella attuata da terapeuti umani.
La psicoeducazione: tutti ne parlano, tutti la elogiano, in molti ne decantano e ne dimostrano le sue qualità terapeutiche; tutti vogliamo proporla ai nostri pazienti.
La psicoeducazione mostra delle evidenze nette ed ineguagliabili come vero e proprio Game Changer nel trattamento di ogni patologia psichiatrica.
Dall’insonnia al disturbo bipolare, dalla schizofrenia all’abuso di sostanze.
In quasi ogni area di psicopatologia la psicoeducazione mostra, studi clinici alla mano, di essere il più efficace coadiuvante di un progetto terapeutico psichiatrico che includa farmaci, riabilitazione, lavoro, reinserimento sociale, supporto o altri interventi psicoterapeutici.
La psicoeducazione dovrebbe essere la più fidata compagna di ogni paziente seguito in ambito psichiatrico ma…. ecco i punti critici:
- I medici (risorsa scarsa nel SSN) non hanno voglia/tempo per farla.
- Pochi medici la conoscono in maniera approfondita.
- Gli psicologi (risorsa scarsa nel SSN) non hanno voglia/tempo per farla.
- Pochi psicologi la conoscono in maniera approfondita.
- Pochi responsabili di Dipartimento hanno voglia/tempo per promuoverla o finanziarla.
- Pochi responsabili di Dipartimento la conoscono in maniera approfondita.
In estrema sintesi ad ogni convegno se ne parla, escono fiumi di lavori scientifici che la sostengono, ma poi, nel mondo reale, pochissimi pazienti hanno ricevuto, nel loro percorso di cura, un reale, strutturato, adeguato intervento psicoeducativo.
Sfido chiunque a smentirmi.
Si, lo so che c’è quel tale, quel collega, in quel piccolo centro di salute mentale di eccellenza che la fa a tutti e la fa benissimo….
Ma per il restante 99% della popolazione la psicoeducazione è un miraggio.
Al netto delle risorse umane mediamente presenti nei vari Dipartimenti di Salute Mentale in italia e nel Mondo, e tenendo conto della scarsità di figure professionali super-specializzate per attuare interventi psicoeducativi adeguati, l’unica soluzione sembra essere quella di digitalizzare gli interventi psicoeducativi.
In che modo può essere fatto? In molti modi diversi….
Abbiamo la possibilità di erogare interventi digitali di psicoeducazione tramite piattaforme web, tramite APP sugli smartphone, utilizzando video, podcast o anche semplicemente trasferendo in ambito digitale i diversi libri di auto-aiuto basati sulla psicoeducazione presenti la fuori.
È chiaro che questi interventi digitali di salute, se ben disegnati (magari “cuciti” su quel dato paziente e per quella data patologia mediante un processo di learning e di raccolta dati preliminare), una volta testati sul campo tramite un trial clinico randomizzato, potranno diventare delle terapie digitali (DTx).
In particolar modo immagino delle terapie digitali, basate sulla psicoeducazione, che potranno essere combinate in maniera routinaria con qualsiasi intervento psicofarmacologico sul mercato.
Quale psichiatra non vorrebbe che un dato paziente bipolare, insieme al litio o alla lamotrigina, non potesse ricevere anche di default un intervento di psicoeducazione digitale?
Vi informo che per approfondire tutti questi temi connessi alla psichiatria digitale, vi rimando al blog italiano di riferimento nel campo: www.psichiatriadigitale.it
Bibliografia:
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- Shiraishi N, Watanabe N, Katsuki F, Sakaguchi H, Akechi T. Effectiveness of the Japanese standard family psychoeducation on the mental health of caregivers of young adults with schizophrenia: a randomised controlled trial. BMC Psychiatry. 2019;19(1):263. Published 2019 Sep 2. doi:10.1186/s12888-019-2252-y
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