Hannibal Lecter, ovvero gli psichiatri, in ambito letterario e cinematografico, spesso mostrano dei connotati sadici ed oscuri.
In questa mia breve riflessione sull’immaginario della psichiatria e degli psichiatri vorrei affrontare, in realtà, una domanda più generale: cosa succede quando chi dovrebbe aiutarci, curarci o proteggerci diventa invece un persecutore, un “cattivo”?
Quello che vi sto suggerendo con questo quesito è, in realtà, un espediente letterario molto usato per creare il cosiddetto “unheimlich”, una parola tedesca che potremmo tradurre come “il perturbante”, “il non famigliare”, ma anche “l’estraneo“.
Sto parlando di quella sottile sensazione di angoscia e di paura che si impossessa di noi quando, ad esempio, un nostro famigliare, un amico, un insegnante, il nostro compagno oppure proprio un medico o uno psichiatra, si trasformano in persone cattive che potrebbero, in qualche maniera, attaccarci o farci del male.
Faccio questa breve premessa per via del fatto che un mio video sui serial killer (presente sul mio canale YouTube) ha suscitato molte domande negli ascoltatori, alcune davvero intelligenti ed affascinanti a cui ho risposto anche in privato.
Tra queste domande molte hanno riguardato lo psichiatra cattivo, raffinato ed intelligentissimo, immaginato da Thomas Harris nei suoi libri, in particolare nel “Silenzio degli Innocenti”, da cui hanno tratto un famosissimo e bellissimo film agli inizi degli anni ‘90.
Come state immaginando sto parlando di Hannibal Lecter, una delle figure letterarie e cinematografiche più riuscite, anche per via della splendida interpretazione di Anthony Hopkins nel film del 1991 di Jonathan Demme, tratto appunto dall’omonimo libro di Harris “Il Silenzio degli Innocenti”.
Thomas Harris in realtà ha prodotto una corposa quadrilogia di libri sul personaggio di Hannibal Lecter, il primo è “Il Delitto della Terza Luna”, del 1981, poi “Il Silenzio degli Innocenti”, il romanzo più famoso e, forse, il più interessante del 1988, poi ancora “Hannibal” del 1999 e infine “Hannibal Lecter – Le origini del male”, del 2006.
In tutti questi libri, e nei film che da essi sono stati tratti, si possono reperire molte informazioni utili a generare un profilo psicologico di questo serial killer e psichiatra, con la forte tendenza al cannibalismo, che spesso divora parti del corpo delle sue vittime.
Per iniziare con il piede giusto questa breve riflessione, credo sia importante segnalare quali sono stati i veri serial killer da cui Thomas Harris ha tratto ispirazione nella costruzione del personaggio di Hannibal Lecter, che sembra essere nato come una sorta di “vestito d’arlecchino” di diversi killer psicopatici.
Abbiamo quindi molti riferimenti a Ted Bundy, il più efferato serial killer americano, affascinante ed intelligente, che studiò psicologia, poi il cosiddetto Dr. Salazar, soprannome di Alfredo Ballí Treviño, un medico omosessuale messicano che uccise e smembrò il suo compagno e che fu sospettato di diverse altre uccisioni di autostoppisti (senza mai riuscire ad ottenere le prove, però), poi ancora il serial killer cannibale del Mississippi, William Coyne.
Ma non solo.
Infine Thomas Harris rimase anche molto affascinato dalla storia del cosiddetto “Mostro di Firenze”, non tanto per il personaggio di Pietro Pacciani ovviamente ( che potremmo affermare essere stilisticamente all’opposto del Dr. Hannibal Lecter), ma piuttosto in ragione dello scenario raffinato dell’Italia e dalle reminiscenze rinascimentali della città di Firenze, teatro di diverse avventure dello psichiatra cannibale, e immaginando che il responsabile di quei delitti potesse proprio essere il suo personaggio.
Quindi il personaggio di Hannibal Lecter è, per cosí dire, un puzzle di vari serial killer reali, questo per stessa ammissione di Thomas Harris.
Ma qual’è l’origine della psicologia di Hannibal Lecter e della sua furia omicida e cannibale?
Harris ce lo spiega fornendo diverse tracce e memorie, qui e la nei suoi romanzi.
Hannibal nasce in Lituania nel 1933 da una famiglia aristocratica, che dimorava in un castello e che, durante la guerra mondiale, scappati in un bosco, vengono sterminati durante uno scontro tra nazisti e sovietici e anche la piccola sorellina Mischa, inizialmente sopravissuta anche se ferita, viene uccisa e divorata dai soldati russi sopravvissuti per nutrirsi.
Anche il piccolo Hannibal di 8 anni viene tenuto in vita e nutrito con il corpo della sorellina.
Insomma un trauma orribile e “da manuale”, un danno psicologico irreparabile che, potremmo dire, da inizio a tutta la tragedia umana di Hannibal.
Quando il piccolo Hannibal Lecter cresce ed inizia a frequentare le scuole, possiamo dedurre che inizia a manifestare dei sintomi evidenti di Disturbo da Stress post Traumatico, con incubi vividi, flashback, e inoltre si iniziano a manifestare dei tratti di personalità indubbiamente anomali dato che il piccolo Hannibal si mostra contrario alle regole, taciturno e spesso aggressivo.
Scappato poi da un orfanotrofio il giovane Hannibal si trasferisce in Francia dalla moglie giapponese di suo Zio ed inizia studiare medicina e a trovare conforto dallo studio della letteratura, della musica e della tradizione giapponese.
In Francia inizierà la sua carriera di serial killer inizialmente “vendicandosi” dei carnefici della sua famiglia, meticolosamente ricercati ed uccisi, per poi trasferirsi in America per finire i suoi studi di medicina e specializzarsi in psichiatria.
La psicologia di Hannibal Lecter, uno psichiatra “cattivo”
Come forse ricordate da un mio precedente video sui serial killer, nella genesi di queste condotte efferate ci sono due elementi importanti.
In primo luogo un senso grandioso di rivalsa e di vendetta rispetto ad un torto antico, un danno iniziale.
Inoltre, elemento di grossa importante, la perdita completa dell’empatia e della vicinanza emotiva con i propri simili che può avere molte cause ma, nel caso specifico di Hannibal Lecter, pare derivare direttamente da un grave disturbo di personalità di tipo narcisistico.
Possiamo dire che l’assetto personologico di questo psichiatra cannibale, in realtà, si pone al confine con altri tratti di personalità disfunzionali come l’istrionico e lo schizoide (andate a vedere l’altro mio video sui disturbi di personalità per capire meglio di cosa si tratta).
Tutto questo alimentato da un evidente Disturbo da stress post traumatico che il Dr. Lecter si porterà dietro per tutta la vita, come si capisce da molti riferimenti nei libri.
Insomma una bella miscela esplosiva di trauma infantile, cultura psichiatrica, psicopatia, sensibilitá relazionale superiore e capacitá manipolativa, enorme rabbia antica, rancore verso i propri simili, sadismo, raffinatezza e genialità.
Tutti elementi che garantiscono la riuscita di un personaggio che è un super eroe negativo di cui è facile innamorarsi, anche per le sue apparenti contradizioni, e le sue fragilità che contrastano con una personalità sadica, lucida, intelligente e spietata.
Una personalità inquieta che tenta di alleviare le sofferenze della sua mente con rituali sadici di annullamento, come molti killer seriali hanno fatto, senza ovviamente riuscirci.
Riuscendo solo transitoriamente a trovare riparo e quiete nell’arte, nella musica, nella letteratura e nelle raffinate tradizioni italiane.
Ma in realtà, a ben vedere, anche alcuni suoi momenti di tenerezza apparente, ad esempio la storia ed il trasporto sentimentale per l’agente Clarice Starling, hanno degli elementi atipici e anomali.
L’amore, l’affetto, nel caso di Hannibal Lecter, è confuso con il fenomeno dell’identificazione, la “pietas”, e non riconosce il valore della differenza, ovvero non ha nulla a che vedere con l’affermazione “io amo te come soggetto diverso da me”, riconosco i tuoi bisogni e li voglio soddisfare, ma è, in realtà, un legame arcaico in cui i confini dell’Io inglobano l’oggetto amato e l’affetto diventa un nuovo esercizio narcisistico: io ti amo perché sei simile a me, perché assomigli ad una parte di me, perchè anche tu hai subito un danno simile al mio (in questo caso la morte del padre).
Alla fine possiamo dedurre che Hannibal Lecter sia uno psicopatico puro, con un grandioso senso di sé, in linea con la definizione di personalità narcisistica, e quindi con senso di superiorità, mancanza di empatia ed esigenza di ammirazione, credendo di essere autorizzato a soddisfare i propri bisogni, sfruttando gli altri, i cui bisogni e le opinioni vengono ritenute di scarso valore.
Abbiamo poi anche l’elemento della manipolazione, mediante la menzogna ed il continuo cambiare le carte in tavole ed infine la sua intelligenza superiore ed il suo potenziale sensoriale e cognitivo che lo porta ad essere un’arma perfetta.
Per concludere vediamo che la figura di Hannibal Lecter non è poi cosí difficile da analizzare, sia perché ampiamente rappresentata da stereotipi psicanalitici “classici”, sia per il fatto che Thomas Harris ha sparso molti indizi, molte notizie biografiche in ogni libro, indizi che potrebbero passare inosservati soltanto a chi non è avvezzo al ragionamento psicologico, psichiatrico e psicoanalitico.
Bene, adesso prima di salutervi non posso che consigliarvi di leggere i libri di Thomas Harris che parlano di Hannibal Lecter, lo psichiatra più “cattivo” della storia:
- Harris, Thomas (Autore)
- Harris, Thomas (Autore)
Nota Bene: In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
Lascia un commento