La prevenzione digitale in salute mentale potrebbe essere una delle più importanti applicazioni delle tecnologie digitali in medicina.
Uno dei principali ostacoli al miglioramento dei risultati della lotta ai disturbi mentali è che una volta che l’insorgenza di un dato disturbo è iniziata, non è così semplice attuare un trattamento realmente efficace e ancora meno possibile sembra essere riuscire a raggiungere una completa restituzione funzionale alla persona, in particolare quando si parla di gravi psicopatologie.
Quindi, la prevenzione digitale dei disturbi mentali potrebbe essere il modo più promettente per ridurre gli alti costi personali, familiari, sociali, clinici ed economici dei disturbi mentali in Europa e nel mondo.
Una delle sfide nel pensare alla prevenzione nel campo della salute mentale è che ci sono diversi domini di prevenzione per via del fatto che la salute mentale rimane, per fortuna, strettamente legata alla scienza medica e alle idee medico-scientifiche.
Quando parliamo dell’uso della tecnologia digitale per la prevenzione nella salute mentale, di cosa stiamo effettivamente parlando?
Solo recentemente, i paradigmi preventivi si sono concentrati sulla prevenzione primaria, quella che realmente tutti noi vorremmo poter attuare in salute mentale.
Questo include sicuramente la prevenzione primaria “classica” indicata in individui che presentano sintomi sotto soglia, come quei soggetti ad alto rischio clinico per la psicosi (“High Risk State“) o quelli a rischio per i disturbi bipolari, la depressione o i disturbi d’ansia.
Abbiamo poi approcci emergenti che includono una prevenzione primaria selettiva e precoce, rivolta a individui asintomatici con specifici fattori di rischio famigliari, genetici o ambientali per i disturbi mentali, e la prevenzione primaria universale, che può essere applicata su scala nella popolazione generale per abbattere il più possibile i fattori di rischio noti.
Gli interventi primari per i disturbi mentali sono incorporati in un modello transdiagnostico e sono senza età, comprendendo il periodo perinatale, il periodo post-natale, l’infanzia, l’adolescenza e la prima età adulta.
Se la tecnologia digitale ha intenzione di concentrarsi sulla prevenzione della malattia mentale, allora la tecnologia digitale deve agire su questi fattori in modi che abbiano senso per le persone.
Il prodotto o il progetto digitale deve fornire un beneficio all’individuo che gli dia piacere, o gioia, o realizzazione: con la prevenzione, questo significa vendere un reale impatto positivo sulla speranza che un risultato negativo di salute venga evitato.
I prodotti digitali possono interagire, e lo fanno, con le persone che li usano in modi incredibilmente sofisticati.
I dati che queste interazioni generano vengono sempre più utilizzati in modi sempre più complessi che stanno cominciando a cambiare il mondo della persona le cui interazioni hanno generato i dati.
La tecnologia digitale si sta avvicinando ad essere in grado di fare quasi tutto ciò che le si potrebbe chiedere di fare: se avessimo avuto questa conversazione in un blog di solo sei anni fa, la gente avrebbe parlato della promessa infinita (e non mantenuta….) della Realtà Virtuale.
Ora puoi comprare la realtà virtuale ad un prezzo abbordabile da Facebook.
Potrebbe essere che la realtà che definisce la tecnologia digitale intorno alla salute mentale non sia tanto la ricerca ma i modelli di business che permettono di ottenere dei risultati rilevanti di salute.
Ad un livello molto concreto, vediamo l’impatto delle tecnologie digitali sulla prevenzione quando le persone creano oggetti digitali che hanno non solo effetti positivi misurabili sulla salute mentale ma che sono anche vendibili.
Questo significa che le cose devono essere effettivamente costruite e usate per le persone: al momento, come è accaduto alla prevenzione del passato (quella “analogica”), molte ricerche non riconoscono che la preferenza e il desiderio dell’utente sono il fattore più grande rispetto al fatto che qualcosa venga effettivamente utilizzato dalla popolazione.
Senza engagement non c’è prevenzione.
Il digitale può garantire sia modelli di business etici ed efficaci, sia engagement.
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