Stiamo entrando nell’era del business della tranquillità?
Nel prossimo futuro l’intrattenimento potrebbe diventare una specie di terapia per tutti noi.
Se è vero che l’ansia e lo stress sono ormai un’epidemia di sofferenza per il Mondo occidentale, sono in molti a chiedersi se la gente abbia ancora voglia di immergersi nella spettacolarizzazione di guerre, omicidi, horror e drammi dell’esistenza.
I canali YouTube di ASMR, la app Calm oppure la serie di Netflix basata su Headspace sono tutti esempi di come il pubblico, ormai saturo di stimoli estremi, di testosterone e di adrenalina, stia andando alla ricerca della quiete tramite la riscoperta di stimoli audio e video naturali ed organici.
Sembra strano ma la ricerca di trame avvincenti e complesse sta per essere sostituita dalla fruizione contemplativa, connaturata alla mindfulness, di spettacoli naturali, di stimoli sonori intimi oppure alla osservazione di scene quotidiane di lentezza, calma e tranquillità.
La possibilità di richiamare on demand sui nostri smartphone o sulle smartTV, scenari naturali, scene rincuoranti di vita quotidiana oppure tutte quelle pratiche di ritiro in un “nido sonoro” ovattato ed accogliente (vedi nuovamente l’ASMR) stanno diventando ormai un modello di business che rischia di trasformarsi in una terapia di massa con un grande potenziale di clienti.
E, badate bene, tutto il potenziale del business della tranquillità, ormai battezzato “Calmtainment” non ha ancora avuto modo di giovarsi dell’imminente potenziamento delle tecnologie VR e AR, ovvero realtà virtuale e realtà aumentata….
Il futuro del Calmtainment: la ricerca di intrattenimento tramite rilassamento e mindfulness è qui per restare?
Il lento trend di crescita del Calmtainment è stato, nel corso dell’ultimo anno, accelerato dalla pandemia COVID-19.
Ma la domanda che in molti si fanno è: la ricerca di intrattenimento tramite rilassamento e mindfulness è qui per restare?
Startup (adesso vere e proprie aziende) come Calm e Headspace sono state fondate rispettivamente nel 2012 e nel 2010, ed il loro successo suggerisce che la richiesta di contenuti audio e video basati sulla contemplazione di stimoli visivi e sonori rilassanti e antistress sia un bisogno assolutamente generale del grande pubblico.
L’idea del Calmtainment è stata ed è semplice e geniale: le persone non possono oppure non hanno tempo di immergersi in scenari multimediali che favoriscano la loro salute mentale, per cui glieli forniamo noi, in alta definizione audio e video, mediante un modello di business ad abbonamento.
Perché di questo si tratta, ovvero di startup che si sono fatte media company, in cui la produzione di contenuti audio o audio/video di altissima qualità vengono orientati al trattamento (per cosí dire) di ansia, tensione e stress, secondo l’ipotesi della disconnessione dallo stimolo piuttosto che la più antica, complessa ed impervia ipotesi terapeutica dell’elaborazione dello stimolo.
Disconnettersi dallo stimolo patologico oppure provare ad elaborarlo e a cambiarlo?
Sicuramente l’approccio volto alla disconnessione dagli stimoli stressanti e di sovraccarico della nostra società ne permette una sua riduzione algoritmica, per cosí dire, ed un confezionamento digitale in un prodotto/servizio che sono le app o le serie televisive o i canali YouTube.
Proprio da questa ipotesi nasce il business della tranquillità che, a mio parere, è destinato a rimanere e a superare il periodo pandemico alla luce del fatto che tempo e spazio restano, per noi umani, ancora un problema.
Volete un esempio di calmtainment, prodotto da me medesimo?
Eccovi alcuni contenuti multimediali dal mio canale YouTube basati sul suono, sulla mindfulness e su ambienti rilassanti e disconnettenti:
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