Con il termine mindfulness digitale si intende il processo di riduzione algoritmica, di digitalizzazione e di erogazione tramite un software di un intervento di aiuto basato sui principi della meditazione mindfulness.
È ormai noto che la pratica regolare della mindfulness potrebbe portare beneficio a molti pazienti affetti da disturbi mentali, ma molti soggetti che potrebbero beneficiarne non praticano la mindfulness.
In questo scenario il concetto di mindfulness digitale potrebbe portare soluzioni innovative.`
Gli interventi basati sulla digitalizzazione della mindfulness (“Digital mindfulness-based interventions“, spesso indicati come d-MBI) rappresentano una via promettente per la progressiva diffusione dell’insegnamento della mindfulness nel 21° secolo.
Le applicazioni per smartphone, le piattaforme basate sul web e la realtà virtuale possono offrire potenziali vantaggi rispetto ai formati tradizionali “faccia a faccia” attraverso una maggiore accessibilità, standardizzazione, personalizzazione ed efficacia della formazione alla mindfulness.
Un corpo crescente di ricerche ha documentato che un approccio digitale all’insegnamento della mindfulness può migliorare le variabili cliniche di attenzione, gestione dello stress, depressione e ansia.
Tuttavia, un’efficace erogazione digitale di tecniche di mindfulness deve superare una serie di sfide, tra cui la possibilità di un basso coinvolgimento, un apprendimento superficiale o sbagliato o anche, semplicemente, una bassa efficacia legata al fattore aspecifico dell’assenza dell’operatore umano..
Fortunatamente, le migliori pratiche provenienti da diversi campi di ricerca forniscono strategie per superare queste sfide, garantendo la percorribilità dei vari metodi di mindfulness digitale.
Inoltre il periodo pandemico 2020-2021 ha fornito spinta e motivazione a ricercare nuove modalità di gestione dello stress e del trauma e delle psicopatologie correlate (ad esempio Disturbo dell’Adattamento e Disturbo da Stress post-Traumatico) facendo uso, in particolare, di strumenti che favorissero il distanziamento sociale, l’erogazione in remoto e l’assenza dell’operatore umano.
Quali sono le principali forme di Mindfulness Digitale?
Al momento, in ambito commerciale e open source, possiamo già trovare moltissime varianti della mindfulness digitale: video, podcast, app per smartphone, piattaforme web e applicazioni per la realtà virtuale:
- Video su YouTube o Netflix: si tratta di file multimediali che propongono scenari video e colonne sonore rivolte al rilassamento da cui emergono voci guida che propongono dei “classici” esercizi di mindfulness.
- Podcast: sono file audio “on demand” presenti su varie piattaforme che vengono fruiti tramite lo smartphone ed un paio di auricolari che, nuovamente, propongono musiche o effetti sonori rilassanti accompagnati da voci guida con il fine di favorire un percorso mindfulness.
- Applicazioni per smartphone o WebApp: sono software tutti piuttosto simili alla APP “Calm”, capostipite di questo gruppo, che generano percorsi mindfulness sulla base della tipizzazione dell’utente e dei suoi gusti personali; fanno dell’interattività e della personalizzazione il loro punto di forza.
- Realtà Virtuale ed Aumentata: questo è, probabilmente, lo scenario più potente e meno esplorato per via della parziale penetrazione sul mercato delle periferiche di realtà virtuale (caschetti ed occhiali); è sicuramente possibile prevedere la prossima imminente esplosione della mindfulness in quest’ambito per via della grossa potenza ed efficacia degli scenari immersivi audio e video. Al momento il migliore setup per la realtà virtuale (caschetto autonomo) è quello di Facebook, ovvero OCULUS Quest 2.
Alcune di queste risorse possiedono un buon livello di efficaci apparente ma quasi tutte non sono state sottoposte a validazione di efficacia clinica.
Questo può non essere un problema etico e di concetto se ci muoviamo nel contesto generico del software di eWelness (“benessere digitale”), ma rappresenta un limite importantissimo se decidiamo di approcciare l’area della eHealth declinata nei PSP (ovvero software di “supporto al paziente“, “Patient Support Program“) o addirittura nelle DTx (ovvero “Terapie Digitali“, “Digital Therapeutics“).
Se un percorso di mindfulness digitale ha velleità di essere d’aiuto nella gestione dello stress cronico o nelle conseguenze del grave trauma psichico necessiterà di un percorso di validazione clinica strutturato e codificato, secondo vari gradi di profondità sino all’estremo dell’RCT (“Trial clinico Randomizzato e Controllato“).
Stiamo parlando, in poche parole, della concreta applicazione clinica in campo psicologico e psichiatrico di uno strumento digitale che eroghi un trattamento mindfulness strutturato.
Bibliografia:
- Navarro-Haro MV, López-Del-Hoyo Y, Campos D, Linehan MM, Hoffman HG, García-Palacios A, Modrego-Alarcón M, Borao L, García-Campayo J. Meditation experts try Virtual Reality Mindfulness: A pilot study evaluation of the feasibility and acceptability of Virtual Reality to facilitate mindfulness practice in people attending a Mindfulness conference. PLoS One. 2017 Nov 22;12(11):e0187777. doi: 10.1371/journal.pone.0187777. PMID: 29166665; PMCID: PMC5699841.
- Mrazek AJ, Mrazek MD, Cherolini CM, Cloughesy JN, Cynman DJ, Gougis LJ, Landry AP, Reese JV, Schooler JW. The future of mindfulness training is digital, and the future is now. Curr Opin Psychol. 2019 Aug;28:81-86. doi: 10.1016/j.copsyc.2018.11.012. Epub 2018 Nov 28. PMID: 30529975.
- Seabrook E, Kelly R, Foley F, Theiler S, Thomas N, Wadley G, Nedeljkovic M. Understanding How Virtual Reality Can Support Mindfulness Practice: Mixed Methods Study. J Med Internet Res. 2020 Mar 18;22(3):e16106. doi: 10.2196/16106. PMID: 32186519; PMCID: PMC7113800.
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