Metaverso, quali sono le sue potenzialità di utilizzo terapeutico nei campi della Salute Mentale, della Psichiatria e delle Neuroscienze?
La ricerca del setting terapeutico ideale per un dato disturbo e, soprattutto, per un dato paziente rappresenta una delle premesse terapeutiche più importanti quando si pianifica un intervento di aiuto che abbia l’ambizione di essere efficace (“fare le cose giuste“) ed efficiente (“fare le cose bene“).
Utilizzare il metaverso, o meglio uno dei possibili metaversi possibili, rende possibile progettare un contesto terapeutico che possieda le caratteristiche per massimizzare le proprietà terapeutiche di interventi farmacoterapeutici, psicoterapeutici, psicoeducativi e di modifica di abitudini e stili di vita.
Che cosa è il Metaverso?
La parola metaverso è l’italianizzazione del termine “Metaverse“, coniato dallo scrittore Neal Stephenson nel suo romanzo Snow Crash.
Con “metaverso” spesso si intende un sinonimo del termine “realtà virtuale” ma in realtà esso si riferisce ad uno dei possibili luoghi virtuali che popolano l’universo del cyberspazio.
Esempi di metaversi attualmente attivi sulla rete vengono considerati alcuni giochi MMORPG (come “World of Warcraft“, “EVE online” o altri) oppure alcuni social spaces in tre dimensioni come Second life, Earth2 o Active Worlds.
Un soggetto può moversi in un metaverso tramite diversai dispositivi: smartphone, computer o periferiche di realtà virtuale o aumentata (“AR/VR“).
È proprio la fruizione tramite caschetti o occhiali per la AR/VR che l’esperienza acquisisce maggiore efficacia e potenzialità.
La disponibilità concreta di esperienze virtuali in diverse specie di metaverso sono disponibili da diverso tempo grazie alla presenza sul mercato di periferiche per la AR/VR come OCULUS Quest 2, OCULUS Rift 2 oppure HTC Vive o alcuni altri dispositivi sempre più diffusi a livello della popolazione.
In estrema sintesi l’investimento economico per dotare sia il terapeutca che il paziente di un dispositivo adeguato per navigare nel metaverso è alla portata di molti; il vero problema è la creazione di una piattaforma che renda disponibili plurimi metaversi utili ad intervenire su di un dato paziente affetto da una data psicopatologia.
Il setting terapeutico nel Metaverso
Che l’incontro tra terapeuta e paziente nel metaverso sia, probabilmente, la più efficente variante di televisita in ambito psicologico e psichiatrico è ormai chiaro a molti, sebbene siano pochi gli studi al riguardo nell’ambito della letteratura internazionale.
La possibilità di condividere un ambiente virtuale con morfologia, regole e strutture semantiche finalizzate a potenziare e ad ottimizzare l’intervento terapeutico pianificato per un dato paziente rappresenta, ormai, un opzione teoricamente possibile e alla portata di un elevato numero di coppie terapeuta-paziente.
La sfida è quella di testare diversi setting virtuali e progettare una piattaforma che permetta di creare e di consegnare il giusto metaverso per una data coppia terapeuta-paziente.
Immaginate le potenzialità terapeutiche di alcuni di questi scenari:
- Sperimentare l’immersione terapeutica in contesti tipici di alcune fobie (sociale, paura del volo, rupofobia, aracnofobia, claustrofobia, etc.) accompagnati dal proprio terapeuta.
- Attuare interventi riabilitativi, psicoeducativi o social skills training in presenza del terapeuta e nel contesto adatto.
- Sperimentare le proprie competenze relazionali sotto la supervisione di un terapeuta.
- Attuare procedura diagnostiche mediate dalla “trasformazione” e dalla comunicazione del bias percettivo dell’ambiente da parte del paziente.
- Potenziare alcune capacità cognitive.
- Svolgere sedute psicoterapeutiche in ambienti “ideali” o dotati di maggiori potenzialità proiettive.
- Diagnosticare psicopatologie o prescrivere interventi psicofarmacologici a distanza in studi medici virtuali che siano la copia virtuale degli ambienti in cui il paziente è abituato ad incontrare il terapeuta.
- Rivedere il nostro modo di stare nella relazione con gli altri o con il Mondo registrando, come in un film, il nostro comportamento nel multiverso.
L’ultimo elemento da aggiungere per rendere questo scenario “completo” è la possibilità di avere disponibili degli avatar (terapeuta e paziente) generati in tempo reale e con proprietà super-fotorealistiche in modo tale da poter gestire delle esperienze immersive AR/VR totalmente realistiche e suggestive.
Le tecnologie per raggiungere questo livello di realismo e di immersività sono, letteralmente, a pochi passi da noi.
Bibliografia:
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- Livingston S. The two-minute virtual doctor visit. Mod Healthc. 2017 Mar 6;47(10):28. PMID: 30629351.
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