Quali variazioni ha avuto l’utilizzo delle sostanze d’abuso in corso di pandemia COVID-19?
Il biennio 2020-2021 rappresenta un periodo di tempo in cui si è potuto assistere ad una modifica eccezionale e, forse, irripetibile delle abitudini e degli stili di vita delle persone appartenenti alla cultura occidentale.
Una forte esposizione a plurimi fattori di stress (economici, relazionali e di paura) unita ad una modificazione dello stile di vita (attività fisica, sonno ed alimentazione) hanno creato le premesse per un possibile danno nel lungo periodo alla salute di molte persone.
Ma in che modo è stato modificato l’utilizzo delle sostanze d’abuso in corso di pandemia?
Sostanze d’Abuso in corso di Pandemia: i dati a disposizione per l’Italia
Sono diversi i lavori scientifici che riportano dati sull’utilizzo delle sostanze d’abuso in corso di pandemia COVID-19 in Italia, inoltre alcune riduzioni divulgative di questi dati sono state riportate su diversi quotidiani e su riviste (ad es. Wired Italia).
Sono anche da riportare alcune differenza tra lo scenario italiano e quello, più generale, dell’Europa.
Vediamo che i dati riferiti all’Europa indicano, durante i vari lockdown (in particolare durante il primo della scorsa primavera), una certa diminuzione di sostanze quali l’eroina, amfetamine, MDMA e Cocaina, in favore di Alcol, Droghe Psichedeliche Dissociative (LSD, Psilocibina e Ketamina) e alcuni tipi di psicofarmaci (in particolare le benzodiazepine).
Dopo le riaperture il mercato ed il consumo sembravano riassestarsi sui valori precedenti, ad esclusione del permanere di un maggiore consumo di alcol e benzodiazepine.
In Italia è stato compiuto uno studio sul primo lockdown (riportato in bibliografia) della primavera 2020 da cui è emerso che:
- Acuisto e consumo di Eroina, Cocaina, MDMA e Cannabis sono considerevolmente diminuiti durante il primo lockdown.
- Il consumo di alcol e di benzodiazepine è, parallelamente, aumentato.
- Dopo la fine del lockdown si è assistito ad un ripristino dei normali valori di acquisto e di consumo delle sostanze d’abuso sopracitate (Eroina, Cocaina, MDMA e Cannabis) mentre acquisto e consumo di alcol e benzodiazepine sono restati elevati.
Questi dati vengono confermati, per lo meno rispetto alle sostanze d’abuso “legali”, in quanto una maggior vendita di benzodiazepine (ma anche di altri psicofarmaci in realtà, sebbene meno marcata) è stata rilevata e, allo stesso modo, i dati di vendita e consumo delle bevande alcoliche indicano chiaramente che, nelle varie regioni italiane, c’è stato un incremento delle vendite che varia dal 180 al 250% in più.
Considerazioni sui dati
È verosimile immaginare che, in Italia come nel resto dell’Europa, alcol e benzodiazepine (“legali”) possano aver “tamponato” la difficoltà di acquisto di altre sostanze d’abuso (“illegali”).
Inoltre è altrettanto probabile che la gestione dello stress cronico (leggi “Disturbo dell’Adattamento” un grosso problema per la psichiatria….) indotto sui cittadini dalla pandemia da COVID-19 non abbia avuto delle adeguate ed efficaci risposte istituzionali e che, di conseguenza, le persone si siano affidate al “fai da te” per gestire i sintomi affettivi e di ansia correlati alla mancanza di lavoro, all’isolamento, alle tensioni intrafamigliari, al lutto per la morte dei propri cari ed alla paura del contagio.
È importante anche ricordare che i canali di vendita di alcol e benzodiazepine (supermarket e farmacie), ovviamente e logicamente, sono stati gli unici a non essere mai stati interrotti e che, allo stesso modo (e questo è meno comprensibile) anche le tabaccherie, aree di smercio di sigarette e di gioco d’azzardo, non hanno subito alcuna limitazione.
Sarà cruciale valutare come questo pattern di comportamento preoccupante possa aver lasciato degli strascichi e, di conseguenze, quali potranno essere le risposte dei vari Sistemi Sanitari Nazionali a questa possibile emergenza di consumo di alcol e benzodiazepine.
L’onda lunga del COVID-19 sulla salute mentale, al di là di allarmismi e di facili “epidemie psichiatriche“, potrebbe passare proprio dalla gestione dello stress e dal contenimento degli abusi (alcol e benzodiazepine in primis) utilizzati per farci fronte in un clima di solitudine e di pericolosa autonomia dei cittadini.
Bibliografia:
- Manthey J, Kilian C, Carr S, Bartak M, Bloomfield K, Braddick F, Gual A, Neufeld M, O’Donnell A, Petruzelka B, Rogalewicz V, Rossow I, Schulte B, Rehm J. Use of alcohol, tobacco, cannabis, and other substances during the first wave of the SARS-CoV-2 pandemic in Europe: a survey on 36,000 European substance users. Subst Abuse Treat Prev Policy. 2021 Apr 26;16(1):36. doi: 10.1186/s13011-021-00373-y. PMID: 33902668; PMCID: PMC8072737.
- Gili A, Bacci M, Aroni K, Nicoletti A, Gambelunghe A, Mercurio I, Gambelunghe C. Changes in Drug Use Patterns during the COVID-19 Pandemic in Italy: Monitoring a Vulnerable Group by Hair Analysis. Int J Environ Res Public Health. 2021 Feb 18;18(4):1967. doi: 10.3390/ijerph18041967. PMID: 33670560; PMCID: PMC7922660.
- Beccegato E, Angiola F, Favretto D, Ruggeri A, Terranova C. Coronavirus lockdown: Excessive alcohol consumption and illicit substance use in DUI subjects. Traffic Inj Prev. 2021;22(5):355-360. doi: 10.1080/15389588.2021.1923701. Epub 2021 May 26. PMID: 34037479.
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