• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Chi sono?
  • Archivio
  • Disclaimer
  • Politica dei cookie (UE)

Valerio Rosso

Psichiatria, Salute Mentale e Neuroscienze

Gli Stati Misti nei Disturbi Affettivi

29/07/2021 da Valerio Rosso 4 commenti

Gli Stati Misti rappresentano un quadro clinico frequente nell’ambito delle Patologie Affettive.

Con l’espressione “stato misto” ci si riferisce ad un disturbo dell’umore che è caratterizzato dalla contemporanea presenza, per un periodo di tempo di settimane, o anche di mesi), nello stesso soggetto, e nel contesto di un singolo episodio di malattia, di sintomi sia depressivi, sia maniacali, in forma più o meno completa.

L’episodio misto si manifesta spesso, ma non solo, in età giovanile (mediamente tra i 20 e i 35 anni), ed è più frequente tra le donne (60% versus 40%) e può manifestarsi:

  • all’inizio o alla fine di un episodio depressivo o (ipo)maniacale, quando la tonalità affettiva risulta particolarmente mutevole;
  • nel passaggio da una fase a un’altra di opposta polarità, quando convivono aspetti dell’episodio in via di risoluzione con aspetti del nuovo episodio;
  • durante un singolo episodio, senza premesse depressive o euforiche, costituendo, in questo caso uno stato misto detto “monofasico” o anche vero stato misto.

La Storia degli Stati Misti

La prima descrizione di uno stato misto affettivo risale a Johann Christian August Heinroth che, nel 1818, osservò che in alcuni pazienti erano contemporaneamente presenti sensazioni di estasi e depressione.

Nel 1854 Jules Gabriel François Ballairger notò che, a volte, sintomi maniacali potevano comparire all’inizio, alla fine o nel corso di un episodio depressivo.

E ancora, nel 1864, Jean Pierre Falret descrisse alcuni quadri clinici di difficile collocazione caratterizzati dall’associazione di tematiche depressive e di manifestazioni esteriori più propriamente maniacali o, al contrario, da uno stato di confusione ideativa, alterazioni dell’attività intellettiva e apparente tranquillità sul piano motorio.

Fu Emil Kraepelin, tuttavia, a dare una descrizione sistematica degli stati misti e a collocarli tra i disturbi dell’umore.

Questo autore, che riteneva indispensabile per la diagnosi la presenza dei sintomi di opposta polarità per l’intera durata dell’episodio, sottolineava come fosse spesso difficile riconoscere uno stato misto fin dal suo esordio, a causa dellla complessità e difficoltà di gestione di questa condizione psichiatrica, e suggeriva anche di portare particolare attenzione, per l’inquadramento ed il riconoscimento, soprattutto al decorso, alla familiarità per disturbi dell’umore e al rilievo di alterazioni timiche più chiare prima e dopo l’episodio misto.

Nel corso di questo secolo, la diagnosi di stato misto ha incontrato numerosi oppositori e sostenitori, in base ai vari modelli teorici adottati per la classificazione dei disturbi mentali in generale, e della psicosi maniaco-depressiva in particolare, quella che ormai, in tutto il Mondo, si chiama Disturbo Bipolare.

Gli stati misti nella Psichiatria Contemporanea

In passato gli oppositori a questa diagnosi “a se” affermavano che sarebbe stata impossibile la contemporanea presenza di depressione ed esaltazione, poiché la tonalità affettiva, unica e generale, costituirebbe il sintomo fondamentale di un disturbo dell’umore.

Gli stati misti avrebbero rappresentato, quindi, un errore diagnostico, comprendendo semplicemente forme atipiche di depressione o di mania e casi non convenzionali di schizofrenia, di confusione mentale, di paralisi progressiva ecc.

Un altro motivo di critica, in passato ma in alcuni casi anche nel presente, è costituito dall’osservazione che la presenza di sintomi depressivi rapidamente oscillanti, all’interno di un episodio maniacale, è quasi la regola, per cui non sarebbe giustificato considerare gli stati misti come una categoria autonoma.

La letteratura è, tuttavia, ricca di descrizioni di quadri clinici, caratterizzati da una sintomatologia complessa in cui convivono elementi depressivi ed espansivi.

La maggior parte degli autori moderni, in realtà, riconosce l’importanza teorica e pratica della diagnosi di stato misto ed è stato ipotizzato che potrebbe costituire una specifica modalità di presentazione dei disturbi dell’umore, rappresentando una terza polarità di psicopatologia, accanto a depressione e mania.

Descrivere le caratteristiche cliniche degli stati misti risulta difficile a causa della grande variabilità della loro fenomenica, che può comprendere l’intera gamma dei sintomi depressivi e maniacali variamente accostati tra loro.

Espressione di tale difficoltà è l’assenza di precisi criteri diagnostici per questo disturbo.

Si ritengono unanimamente adatti quelli proposti dal DSM-V che suddivide gli episodi misti, o “stati misti” per la precisione, in Episodio Maniacale o Ipomaniacale con caratteristiche miste e in Episodio Depressivo con caratteristiche miste.

La classificazione degli Stati Misti

In realtà io trovo ancora particolarmente attuali le descrizioni e le specifiche attuate dalla scuola di G.B. Cassano che distingueva due differenti gruppi di stato misto: forme miste attenuate e forme miste classiche.

Le forme miste attenuate sono caratterizzate dalla presenza della sintomatologia completa di una delle due polarità e da sfumati fenomeni contropolari.

Le forme attenuate vengono a loro volta suddivise in:

  1. sindrome depressiva mista, in cui a un quadro depressivo classico si associano alcuni sintomi, come l’umore disforico e/o labile, intensa ansia, irrequietezza motoria, loquacità, accelerazione del pensiero, idee e tentativi impulsivi di suicidio, iperattività sessuale, insonnia grave, che costituiscono la spia di una sottostante componente eccitativa;
  2. ipomania ansiosa, in cui a un quadro ipomaniacale si associano sintomi tipo ansia generalizzata, che si esprimono con un continuo stato di preoccupazione verso banali situazioni della vita quotidiana;
  3. ipomania disforma, in cui a un quadro ipomaniacale si associano impulsività, irritabilità, condotte antisociali, abuso di alcol o di sostanze stupefacenti;
  4. temperamento irritabile, caratterizzato da estrema reattività agli stimoli esterni, frequenti esplosioni di rabbia, irritabilità, aggressività verbale o fisica, lamentosità, difficoltà nelle relazioni interpersonali. L’ansia, l’insonnia, l’elevato grado di sofferenza personale, le difficoltà di adattamento sociale e affettivo, caratteristici di questo stato, conducono spesso all’abuso di alcol e sedativi che, a loro volta, accentuano e cronicizzano la sintomatologia. Questa forma costituisce l’equivalente temperamentale degli stati misti (vedi capitolo «Temperamenti affettivi e personalità premorbosa») ed è, abitualmente, contraddistinta da un esordio precoce e da un decorso protratto.

Le forme miste classiche, invece, sono state individuate e descritte per la prima volta da Emil Kraepelin; secondo la sua prospettiva, le alterazioni fondamentali della malattia maniaco-depressiva riguardano tre coppie di sintomi antitetici: l’umore, che può fluttuare dalla depressione all’esaltazione; la psicomotricità, che può variare dall’inibizione all’eccitazione; l’ideazione, che può oscillare dal rallentamento all’accelerazione.

Se le tre coppie di sintomi sono contemporaneamente orientate nella stessa direzione si manifesteranno le forme «pure» di depressione o eccitamento; se, al contrario, si verifica una dissociazione e, in un determinato momento, una di queste coppie si trova in una fase diversa rispetto alle altre due, insorgerà uno dei sei differenti sottotipi di stato misto previsti da questo modello:

  1. depressione agitata, in cui l’umore è triste, l’ideazione è rallentata e polarizzata prevalentemente su tematiche deliranti di tipo depressivo (colpa, rovina, ipocondria ecc.) mentre sul piano psicomotorio prevale l’agitazione;
  2. depressione con fuga delle idee, in cui l’umore è depresso, l’attività psicomotoria rallentata, mentre sul piano ideativo è presente un’accelerazione che può giungere alla fuga delle idee;
  3. mania con furore, in cui l’umore è depresso, ma con spiccate caratteristiche di irritabilità (il paziente è insofferente, litigioso, scontento), l’ideazione è accelerata e sul piano psicomotorio prevale l’agitazione;
  4. mania improduttiva, in cui l’umore è esaltato, la psicomotricità accelerata (sono possibili improvvise esplosioni di aggressività), mentre l’ideazione è rallentata;
  5. stupore maniacale, in cui l’umore è esaltato, mentre l’ideazione è inibita e la psicomotricità rallentata;
  6. mania con inibizione motoria, in cui l’umore è eccitato, l’ideazione è accelerata, mentre la motricità risulta rallentata.

Tra le forme classiche viene abitualmente compresa anche la depressione autosarcastica, corrispondente all’umore patibolare (“galgenhumor” in tedesco) di Emil Kraepelin, caratterizzata da un rapido susseguirsi di disperazione, autoderisione ed euforia, timore e spavalderia, inibizione e agitazione motoria.

Kraepelin aveva notato anche oltre il 50% delle forme miste presenta caratteristiche psicotiche (stati misti psicotici) più o meno gravi.

La contemporanea presenza di fenomeni eccitativi e depressivi sembra, infatti, facilitare lo sviluppo di deliri, sia congrui, sia incongrui, con tematiche mistiche, persecutorie, di influenzamento, di riferimento, ipocondriache, di grandezza, di illuminazione, di estasi e beatitudine, oppure di dannazione.

Non sono rare le allucinazioni, sia uditive, sia visive, l’incoerenza e l’allentamento dei nessi associativi, i fenomeni di diffusione, inversione e controllo del pensiero, i disturbi dell’orientamento spazio-temporale e gli stati confusionali con stupore.

La sintomatologia psicotica si associa a una profonda instabilità emotiva, con predominanza di umore depresso-irritabile, agitazione psicomotoria, vivacità mimico-gestuale, logorrea, sentimenti di depersonalizzazione e derealizzazione.

La frequente comparsa di fenomeni psicotici, all’interno degli stati misti, è stata attribuita alla marcata instabilità dell’umore, da cui deriverebbe o uno stato di «diffidenza» e quindi veri e propri deliri di persecuzione, oppure una condizione di «perplessità», associata a un senso di pericolo e idee di persecuzione.

Si ritiene che diversi elementi possano contribuire a dare una «coloritura mista» a un disturbo dell’umore. Oltre agli eventi stressanti, soprattutto precoci, e al rilevante carico genetico, non raramente in ambedue i genitori, si annoverano fattori iatrogeni, come l’uso prolungato di farmaci ad azione centrale (benzodiazepine, neurolettici, antidepressivi, antiipertensivi), e abusi ripetuti di alcol o sostanze, quali cocaina, eroina, cannabis e stimolanti.

Spesso è rilevabile anche un substrato di «organicità» cerebrale, che può andare da una sfumata diatesi convulsiva, fino a malattie neurologiche franche.

La presenza di questi fattori costituisce un indice di particolare gravità sul piano prognostico: si associa a una scarsa risposta ai trattamenti, a una maggior incidenza di comportamenti auto ed etero-aggressivi e a un andamento protratto.

In circa 20-30% degli stati misti, attenuatasi la fase acuta, si verifica la cronicizzazione del quadro e questo può accadere sia nelle forme gravi, in cui dominano fin dall’esordio sintomi psicotici o elementi di organicità, sia nelle forme subsindromiche ambulatoriali.

Una simile evoluzione provoca, spesso, complessi problemi di diagnosi differenziale e, di conseguenza, gravi errori terapeutici.

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
The following two tabs change content below.
  • Bio
  • Ultimi Post
Il Mio Profilo TwitterIl mio profilo FacebookIl mio profilo Google+Il mio profilo LinkedInIl mio profilo InstagramIl mio canale YouTube

Valerio Rosso

CEO a valeriorosso.com
Mi chiamo Valerio Rosso e sono un medico, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Da anni divulgo i principali temi della Salute Mentale, delle Neuroscienze e della Medicina Digitale come blogger e come YouTuber. Alcune persone mi conoscono anche come musicista (cercatemi su Spotify, iTunes e YouTube Music).
Il Mio Profilo TwitterIl mio profilo FacebookIl mio profilo Google+Il mio profilo LinkedInIl mio profilo InstagramIl mio canale YouTube

Ultimi post di Valerio Rosso (vedi tutti)

  • Ashwagandha per il Benessere Mentale e la Performance - 04/03/2023
  • Levometadone (L-Metadone) e Metadone, quali sono le differenze? - 28/02/2023
  • I migliori Podcast per favorire il sonno - 26/02/2023

Condividi questo articolo:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Psichiatria Contrassegnato con: disturbi affettivi, stati misti, stato misto

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Roberta dice

    19/09/2021 alle 3:15 pm

    Gentilissimo Dottor Rosso, ho letto ripetutamente l’articolo in questione è avrei delle domande da porle:
    1 che differenza c è tra una depressione ansiòsa ad una depressione mista monofasica?
    2 mi è stata diagnosticata una depressione ricorrente con caratteristiche miste, ma io non riesco a ritrovarmi in questa “etichetta” poiché NON HO Irrequietezza motoria, loquacità, accelerazione del pensiero, iperattività sesuale e insonnia grave.
    HO invece oltre ai classici sintomi depressivi, Intensa ansia, disperazione, angoscia, pensiero suicidario come unica strada per porre fine al mio dolore. Questi sintomi sono sufficienti per definire la mia depressione mista e non ansiosa?
    Concludo dicendole che i suoi articoli sono oltre che molto chiari ed esplicativi anche grande fonte di riflessione.
    Le sarei davvero grato se volesse rispondere al mio commento.
    Buona giornata

    Rispondi
    • Valerio Rosso dice

      19/09/2021 alle 5:16 pm

      Ciao, grazie davvero per l’apprezzamento e per la domanda. Concordo con te: non è semplice distinguere le due forme e, alle volte, il criterio è semplicemente il parere arbitrario dello specialista. Un buon modo per capire meglio è il criterio “ex adiuvantibus” ovvero utilizzando il trattamento di un dato disturbo (da linee guida) se il quadro sintomatologico si risolve allora il disturbo era quello….. se una persona sta sempre male usando una data terapia allora il disturbo che si sta tentando di curare non è quello previsto. A quel punto vale la pena, con umiltà e prudenza, addirittura ripensare completamente alla diagnosi….. in bocca al lupo!

      Rispondi
  2. Roberta dice

    04/10/2021 alle 5:25 pm

    Grazie per la risposta.
    Ho un’ultima domanda da farle che magari potrebbe chiarire le cose anche ad altri:
    Sulla sua pagina c è scritto che non esegue visite private, poi però dice che da gennaio 2021 sarà possibile fare sedute via Skype.
    Questo cosa significa? Che queste sedute online saranno esclusivamente per i pazienti che segue in ambito pubblico o che da gennaio segue anche pazienti in privato?
    Grazie ancora e buona giornata

    Rispondi
  3. Eva dice

    20/10/2022 alle 8:21 am

    Salve, la mia terapeuta mi ha fatto una diagnosi senza nessun test. Io ho ricordi di esser triste da sempre da quando sono piccola, ho tentato un suicidio in preda alla disperazione da uno stato di tristezza e litigio con mia madre, e per me sono l’unica soluzione. Ho fatto una terapia farmacologica e mi sentivo meglio, ma comunque questi pensieri non se ne vanno e sono triste. Ho ansia a fare tutto. La mia terapeuta parla di distimia con tratto o ansioso o depressivo dipende dal tempo come decide di equilibrarsi. Sono figlia di una borderline di personalità che ha avuto una depressione post partum

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Barra laterale primaria

LO PSICONAUTA SU SPOTIFY

“Psichiatria Rock” su Amazon.it

psichiatria-rock-instagram

Il Dr. Valerio Rosso su Facebook

Facebook

Il Canale YouTube del Dr. Rosso

iscriviti-youtube-valerio-rosso-tv

Gli articoli più Letti:

  • 7 Metodi naturali per aumentare la Libido ed il Piacere Sessuale
    7 Metodi naturali per aumentare la Libido ed il Piacere Sessuale
  • Migliori Probiotici, come sceglierli? Comparazione tra quelli in Vendita in Italia  [Aggiornamento al 2023]
    Migliori Probiotici, come sceglierli? Comparazione tra quelli in Vendita in Italia [Aggiornamento al 2023]
  • I 5 migliori Integratori per la Salute Mentale
    I 5 migliori Integratori per la Salute Mentale
  • Come riconoscere e come gestire i sintomi da Astinenza da Antidepressivi
    Come riconoscere e come gestire i sintomi da Astinenza da Antidepressivi
  • Menopausa, conseguenze Psicologiche e Psichiatriche
    Menopausa, conseguenze Psicologiche e Psichiatriche

PSICOBIOTICA, il libro del Dr. Rosso

Psicobiotica_Banner_Squared

INFORMAZIONI LEGALI SUL BLOG

Informativa Privacy, GDPR, Cookies, Affiliazioni, Google Adsense e Disclaimer Generale del Blog.

Copyright © 2022 ValerioRosso.com
Made with ♥ in Italy
Creative Commons License
Il canale YouTube del Dr. Rosso:
ISCRIVITI
Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi in accordo alla legge GDRP europea.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza preference
{title} {title} {title}