Tentativo di Suicidio, che cos’è? Che cosa rappresenta? Che cosa ha a che fare con il vero suicidio o il “suicidio mancato“?
Di tutto questo parleremo in questo articolo in cui riprendo il tema del suicidio, già affrontato in altri articoli.
Per iniziare è importante precisare che il suicidio, il tentativo di suicidio ed il suicidio mancato sono tutte e tre complesse condizioni di marcato disagio mentale che derivano da molti fattori diversi, ovvero da una complessa interazione di fattori genetici, biologici, sociali, psicologici, culturali ed ambientali.
In termini epidemiologici vediamo che il suicidio rappresenta una delle prime cause di morte a livello mondiale nella fascia di popolazione che va dai 16 ai 44 anni, e ogni anno circa 1,5 milioni di persone si suicidano.
Si ritiene che, a livello mondiale, i tentativi di suicidio siano almeno 20 volte più frequenti dei suicidi.
Che cosa è il Tentativo di Suicidio?
Per “tentativo di suicidio” si intende un comportamento che potrebbe avere avuto esiti fatali se fosse stato condotto con modalità diverse, maggiormente determinate o più estremizzate; ad esempio se un individuo ingerirà 10 compresse di un certo farmaco piuttosto che 30 o 40, sarà probabile che il gesto, dal significato sicuramente autolesivo, non porterà alla morte il soggetto che lo agisce.
In effetti la moderna psichiatria considera il tentativo di suicidio come un gesto assimilabile all’autolesionismo.
Tant’è vero che molte persone, specialmente di giovane età (adolescenza e prima età adulta) associano spesso gesti dal significato suicidario a gesti di vero e proprio self harm, ovvero di vero e proprio autolesionismo (ad es. tagli superficiali in varie parti del corpo).
È senz’altro vero che ogni gesto dal significato suicidario, anche se non esiterà nella morte, possiede un potenziale di pericolosità imprevedibile e difficile da quantificare: ad esempio se io cammino su di un cornicione senza volere, in realtà, realmente precipitarmi giù, sarà sempre possibile che un piede scivoli….
Inoltre non è ragionevole, dati epidemiologici alla mano, etichettare ogni “tentativo di suicidio” come un gesto semplicemente dimostrativo, privo di senso o addirittura “ridicolo”, infatti questo atteggiamento svalutante condurrà il soggetto a mettere in atto gesti di pericolosità via via maggiore.
Di conseguenza ogni tentativo di suicidio va considerato sempre come un rilevante manifestazione di disagio mentale che necessita di massima attenzione clinica e, quasi sempre, di una ospedalizzazione anche allo scopo di “proteggere” la persona.
Differenza tra Tentativo di Suicidio e Suicidio Mancato
Una breve nota va fatta per rimarcare la differenza tra tentativo di suicidio e suicidio mancato.
Nel primo caso la persona che mette in atto un gesto autolesionistico non ha, per dirla semplicemente, una vera intenzione di morte o, quantomeno, presenta una forte ambivalenza al riguardo.
Nel caso del suicidio mancato invece ci troviamo di fronte ad un gesto che aveva in se un reale potenziale di morte ma che, per cause fortuite ed imprevedibili, non ha esitato nel decesso della persona che lo ha messo in atto.
Ad esempio un soggetto che si precipita giù da un ponte e, per puro caso, il passaggio di un camion carico di materassi arresta la sua caduta in maniera non mortale.
Quali sono le cause del tentativo di suicidio?
I dati in nostro possesso e l’esperienza clinica ci dicono che i tentativi di suicidio sono maggiormente frequenti in situazioni di disagio connesso a disturbi di personalità e all’esposizione a stress cronico in contesti poco supportivi.
Al contrario il suicidio ed il suicidio mancato sono più spesso conseguenza di un disturbo mentale “maggiore” (come ad esempio depressione, disturbo bipolare e schizofrenia) o a grave disturbo dell’adattamento in conseguenza di malattie dalla prognosi infausta.
Certamente, come in tutta la psichiatria, anche nel caso del suicidio, del tentativo di suicidio e del suicidio mancato, le varie categorie possono sfumare l’una nelle altre, rendendo questo tema molto complesso e “spinoso” da gestire per qualsiasi specialista psichiatra.
Le parole d’ordine dovranno sempre essere “prudenza” e “umiltà” ogni qual volta ci si approccia ad un paziente di questo tipo, specialmente se di giovane età.
Come fare ad approfondire il tema del Suicidio?
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