Squid Game spiegato da uno psichiatra? Vi suona strano?
Probabilmente siete in molti ad aver visto la serie Squid Game su Netflix.
Forse qualcuno di voi si è interrogato sul senso profondo di questa storia che si muove a metà tra favola horror e noire contemporaneo.
Prima di andare avanti ricordate che quello che leggerete è la trascrizione automatica (servizio di lettura di Google) di un video che ho fatto al riguardo e che trovate in fondo a questo articolo, per cui se preferite sentire questo commento direttamente da me andate alla fine….
Altrimenti proseguite a leggere, ok?
Squid Game, qual è il suo vero significato?
Bene il punto è che in questa serie ci sono diversi spunti ed angoli per affrontare il tema più esteso delle cause bio-psico-sociali del disagio mentale che deriva dallo stress economico di questi ultimi decenni a cui tutti noi siamo esposti.
Tanto per iniziare voglio dare una nota di merito al regista e sceneggiatore Hwang Dong-Hyuk che ha concepito questa avvincente ed angosciante storia anche sulla base delle sue personali difficoltà e debolezze, oltre che alle attualissime problematiche socio-economiche della popolazione della Corea del Sud, che poi sono anche molto simili a quelle di tutti noi che viviamo in questo occidente capitalistico.
Infatti questa serie, dal mio punto di vista, descrive accuratamente e mirabilmente quella che io spesso definisco “la più grande fonte di stress” dell’essere umano contemporaneo, ovvero l’inferno economico in cui tutti noi, ricchi e poveri, viviamo.
Un inferno economico che ha, purtroppo, un controaltare di micro-gratificazioni che portano a far sopportare alla gente tutto questo perfetto sistema socio-economico che ci fa “diventare mucche da mungere” grandi o piccole, a seconda dei nostri stipendi.
Se mi seguite da qualche tempo sapete bene a che cosa mi riferisco, no?
Tutti noi viviamo in un Mondo che offre un sistema basato in parte sul valore e in larga parte sulla fortuna, certamente se nasci bianco in una buona famiglia di Torino parti con un incredibile vantaggio rispetto all’eventualità di nascere nero da una famiglia di rifugiati appena sbarcati in Europa, no?
Ma non solo questo….
Ci sono poi tutte le fragilità a cui tutti noi siamo esposti: tendenza all’abuso di sostanze, quoziente intellettivo, presenza o meno di disturbi psichici ed altre variabili che possono impattare sul nostro destino….
Inoltre siamo immersi in un sistema che, sebbene abbia molti caratteristiche positive, si basa sulla logica dei grandi numeri, su quella del consumo e sul marketing, per cui una piccola parte di noi gestisce il destino di molti e gode di molto benessere, abbiamo poi, all’estremo opposto i diseredati, i grandi poveri della Terra, ed in mezzo a questi due estremi c’è una classe media a cui apparteniamo più o meno tutti, che vive una vita piuttosto “complessa” e in bilico tra felicità e disastro personale.
Questa classe “media” di cui parla SQUID GAME, ogni suo individuo, è esposto sia alle grandi opportunità di questi tempi che alla possibilità di finire nel baratro in relazione alla perdita di controllo su di un sistema che sembra essere “favorevole” a patto che ognuno di noi si muova su dei binari ben precisi.
Studiare un pochino per poter lavorare, poi indebitarsi per acquistare case, sicuramente, ma anche automobili e altri beni di cui non avremmo mai bisogno se un marketing spietato non ce li imponesse con tecniche psicologiche avanzate…..
poi questi debiti crescono per cui ogni mese, a fine mese, il nostro stipendio viene prosciugato per pagare le rate e le carte di credito….
di conseguenza perdiamo di vista qualsiasi possibile cambiamento dato che perdiamo di “versatilità” e siamo legati con un cappio ad un lavoro e a delle condizioni di lavoro che, anche se non sono più favorevoli, dobbiamo accettare poichè siamo ormai indebitati…..
e quale soluzione troviamo per “resistere”? per avere un pochino di sollievo? Spendere altri soldi per abitudini malsane, per oggetti inutili o per fare quella vacanza “tanto sognata”…..
trappole mortali che tendiamo a chiamare, però, “soddisfazioni”…. chi non ha mai detto “ci dovremo pur togliere qualche soddisfazione, no?”…..
Bene, di questo parla SQUID GAME…..
Si, il vero gioco di cui si parla in questa serie è proprio questo, ovvero questo loop, questo ciclo consumistico e di dipendenza dopaminica, in cui tutti siamo “ingranati”.
Ma veniamo adesso ad un’altro punto importante: o riletto con amarezza e, devo dire, pietà i commenti di molti opinionisti che citano la Montessori ed i “possibili danni” che questa serie potrebbe arrecare ai giovani… bene io credo che i ragazzini DOVREBBERO guardare questa serie per imparare, come fanno i protagonisti, che il vero gioco MORTALE non è quello a cui vengono sottoposti i partecipanti ma è tutta la loro storia precedente che li ha portati a SCEGLIERE volontariamente di parteciparci….
Come si accenna ad un episodio: il vero inferno è fuori dal Mondo di SQUID GAME……
Vi faccio solo un accenno alla trama, non vi spoilero nulla, giuro!
In sintesi si parla della storia di qualche centinaia di persone che hanno avuto, con dei meccanismi che vi ho appena spiegato, problemi finanziari per cui, per porre fine ai loro problemi economici, accettano uno strano invito a una mortale competizione con in ballo un mucchio di soldi.
Ed ecco quindi il primo punto: le storie del disastro economico di queste persone ripercorrono tutte quel famoso stress economico di cui io parlo spesso su questi miei canali….. e non solo…. ma anche di tutte quelle modalità DISFUNZIONALI con cui noi esseri umani cerchiamo di far fronte a questo stress economico, lo ripeto: dipendenze, acquisti azzardati, utilizzo impulsivo del denaro, investimenti sbagliati, indebitamento, fragilità emotive, ignoranza, etc. etc. etc.
In realtà un altro punto importante e che, nel corso della storia, si capisce benissimo che qualsiasi somma potranno mai vincere queste persone, nulla cambierà nella loro vita dato che restano attori inconsapevoli di un dramma molto più grande di loro che non riescono a codificare…… molti di loro si chiedono con stupore che cosa li abbia spinti a scegliere quel gioco mortale…..
Il paragone tra SQUID GAME e “Salò o le 120 giornate di Sodoma”
Per finire una mia personale osservazione, una sensazione che mi ha incuriosito…. Sapete a che cosa mi ha fatto anche pensare questa serie?
Non chiedetemi perchè ma mi ha riportato alla mente il terribile e surreale ”Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini….. so che qualcuno inorridirà per questo mio paragone ma anche SQUID GAME come “Salò”….. è un «film in forma di enigma» che è, in fin dei conti, la lucida visione di una società ingiusta, ingorda e assassina in cui il potere è spersonalizzato e fuori controllo, in cui le regole seguite nella famosa villa degli orrori, in fin dei conti, non sono meno assurde e ciniche di quelle a cui, in maniera strisciante, veniamo sottoposti tutti noi nel Mondo reale.
Tale e quale a squid game, per me.
Infine anche SQUID GAME, usando le parole di Mario Soldati, è un film “tragico e magico” che parla, usando un codice a metà tra la favola horror ed il noir contemporaneo più estremo, di come le regole della nostra quotidianità siano ingiuste, claustrofobiche ed ineluttabili per tutti noi che viviamo questa “rat race” basata su indebitamento-lavoro-spreco di risorse per stupide pillole di piacere dopaminergico e ritorno a capo, in un loop esistenziale senza fine…. potrebbe essere davvero meglio giocarsi il tutto per tutto in uno SQUID GAME?
Forse l’unica soluzione “umana”, in psicoanalisi come in sociologia ed in antropologia, è la consapevolezza che permette, alle volte, di scendere in qualche modo da questa giostra terribile su cui la maggior parte di noi sembra essere intrappolata…..
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