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Valerio Rosso

Psichiatria, Salute Mentale e Neuroscienze

Quali sono i problemi della ricerca in Psichiatria?

29/05/2022 da Valerio Rosso 2 commenti

La ricerca in psichiatria, negli ultimi decenni, ha mostrato di avere una serie di problemi che ne hanno ostacolato lo sviluppo e la sua efficacia nel contrastare il disagio mentale.

Sto parlando della difficoltà a reperire nuove molecole psicoattive, immaginare nuovi approcci terapeutici biologici o meno, attuare una prevenzione efficace, sviluppare nuovi approcci ai pazienti, restare al passo con i veloci cambiamenti sociali e culturali della nostra società.

Nel mentre il disagio mentale a livello mondiale sembra crescere sempre di più sotto gli occhi stupiti degli psichiatri che si limitano a lanciare, de temps en temps, coloriti e inutili allarmi a cui non sottostanno quasi mai seri elementi di studio epidemiologico e, soprattutto, soluzioni basate su percorsi di ricerca rigorosi.

In questo articolo ho intenzione di riassumere il mio pensiero riguardante queste criticità alla luce sia della mia esperienza clinica, che dei miei interessi generali rivolti verso le nuove tecnologie e lo studio dei cambiamenti sociali e culturali, ma anche l’interesse costante allo studio della letteratura medico-scientifica.

Questa riflessione rappresenta la sintesi di alcune mie osservazioni fatte in passato su questo mio blog che riguardano almeno 4 aree problematiche: (1) Il “Rumore di Fondo” della letteratura scientifica, (2) Il Mito della Evidence Based Medicine, (3) Rifiuto delle Tecnologie Digitali, (4) La Distanza dal Mondo Reale.

Sarà subito evidente che queste 4 aree di riflessione non riguardano solo la psichiatria ma piuttosto hanno a che vedere con un problema più generale di tutta la medicina.

Voglio sottolineare che le riflessioni e le speculazioni presenti in questo articolo rappresentano esclusivamente il mio punto di vista e non sono da attribuire ad alcuna azienda, startup o associazione con cui lavoro o collaboro.

Il “Rumore di Fondo” della letteratura scientifica

Che cosa hanno in comune i post sui Social Media e le pubblicazioni medico-scientifiche? Più di quanto non si possa immaginare a mio parere.

Io ritengo che un crescente “rumore di fondo” sia presente nella letteratura medico-scientifica internazionale in relazione al cresente numero di riviste che offrono spazi di pubblicazione (spesso anche a pagamento) ed al crescente numero di articoli pubblicati ogni anno.

Un noto articolo di Nature segnala che nel settore biomedico, ogni anno più di 1 milione di articoli confluiscono nel database di PubMed, ovvero circa due articoli al minuto; questi dati sono in crescita costante di circa 8-9% in più ogni anno.

La forte sensazione è che la maggior parte di queste pubblicazioni scientifiche siano semplicemente utilizzate per dare un senso al lavoro accademico di molti medici universitari e permettere loro di far carriera.

Secondo John Ioannidis, uno dei più autorevoli esperti di credibilità della ricerca medica, ben il 90% delle informazioni mediche pubblicate sono errate.

In questo senso possiamo ipotizzare un’analogia tra ricercatori ed influencer e tra pubblicazioni scientifiche ed inutili posto sui social media: molti ricercatori sono alla ricerca di “numeri” per far carriera e di “Like”, ovvero citazioni e segnalazioni sulle piattaforme digitali della ricerca come Academia o altre, simili alle vanity metric di Instagram e TikTok.

Il sovraccarico di queste informazioni scientifiche inutili, irrilevanti o addirittura sbagliate stanno generando un “rumore di fondo” simile alle ondate di notizie sui social media che confondono, distraggono e allontanano le persone dalla possibilità di reperire facilmente dati basati sulle evidenze.

In questo senso anche la notorietà e l’autorevolezza dei ricercatori è sempre di più proporzionale al numero degli articoli come accade con il numero dei followers o delle visualizzazioni degli influencer.

E, infine, anche i ricercatori possono barare, allo stesso modo di chi usa i social media, pagando per essere pubblicati, usando le aziende per facilitare l’uscita di articoli compiacenti, scambiando i nomi sulle pubblicazioni e sfruttando gli specializzandi per produrre tesi, articoli, lavori e poster spesso di scarso valore scientifico.

Il Mito della Evidence Based Medicine

Nell’articolo uscito a Marzo del 2022 sul The British Medical Journal “The illusion of Evidence Based Medicine” gli autori Jon Jureidini e Leemon McHenry mettono fortemente sotto accusa la consistenza del concetto di medicina basata sulle evidenze.

Il problema principale sembra essere legato al fatto che la validità del paradigma della Evidence Based Medicine dipende dall’affidabilità dei dati dei trial clinici, la maggior parte dei quali sono condotti dall’industria farmaceutica e riportati a nome di “senior academics” e di KOL (“Key Opinion Leader“).

Posizioni analoghe erano già abbondantemente riscontrabili in molta letteratura scientifica del passato ed in particolare rilevanti sono stati i contributi di Marcia Angell, uno degli editor del New England Journal of Medicine, che molti anni or sono fa aveva già segnalato il problema del controllo dell’industria del farmacio sulla valutazione dei trial clinici randomizzati e controllati (RCT).

L’ingerenza degli interessi economici in ambito universitario (e non solo…) è semplicemente l’elefante nella stanza che si cerca di non guardare o, peggio, di far finta che non esista.

Per approfondire questo tema (in lingua italiana) consiglio di far riferimento ad un articolo molto interessante presente sul sito SaluteInternazionale.info che torvate a questo link.

Il Rifiuto delle Nuove Tecnologie

Nonostante quanto possano si possa pensare la psichiatria sarà molto probabilmente la specialità medica che maggiormente si gioverà dell’adozione delle nuove tecnologie digitali.

Su questo blog ho scritto numerosi articoli sugli incredibili vantaggi che il digitale potrebbe fornire alla ricerca in psichiatria:

  • La Psichiatria Digitale, Introduzione.
  • La Psichiatria Digitale, il suo passato, il suo presente, il suo futuro.
  • Psichiatria Digitale e Salute Mentale Digitale: il Futuro delle Neuroscienze
  • Un Ecosistema Digitale per la Salute Mentale
  • Fenotipi e Fenotipizzazione Digitale in psichiatria

Se avrete la pazienza di leggere quanto ho già scritto al riguardo del rapporto tra ricerca in psichiatria e tecnologie digitali sono convinto che capirete che, non solo in Italia ma anche in gran parte del Mondo, gli psichiatri sembrano completamente interessati a questi strumenti super efficienti ed altamente informativi che potrebbero cambiare dalle fondamenta la visione che abbiamo attualmente della Salute Mentale.

La Distanza dal Mondo Reale

È proprio l’Università il luogo ideale per attuare ricerca nel campo della Salute Mentale?

Ci sono ormai molte correnti di pensiero che suggeriscono che in ambito universitario ci si riferisca spesso a dimensioni cliniche “ideali”, spesso molto lontane dalla complessità e dall’eterogeneità del Mondo Reale.

Inoltre il grosso dei dati clinici risiede, da sempre, negli ospedali e sul territorio, luoghi in cui tradizionalmente non si svolge quasi mai attività di ricerca.

Come eliminare questa distanza tra ricerca e Mondo Reale?

Nuovamente si entra nel campo della medicina digitale e della possibilità di attuare ricerche decentralizzate ed esterne ad organismi di controllo definiti ma costruite su nuovi paradigmi (come ad esempio la blockchain) che potrebbero portare su territori più etici e realmente basati sulle evidenze e sui fatti.

Bibliografia:

  • Landhuis E. Scientific literature: Information overload. Nature. 2016 Jul 21;535(7612):457-8. doi: 10.1038/nj7612-457a. PMID: 27453968.
  • Lose G, Klarskov N. Why published research is untrustworthy. Int Urogynecol J. 2017 Sep;28(9):1271-1274. doi: 10.1007/s00192-017-3389-1. Epub 2017 Jul 13. PMID: 28707207.
  • Jureidini J., McHenry  B. The illusion of evidence based medicine. BMJ 2022;376:o702   -http://dx.doi.org/10.1136/bmj.o702.Greenhalgh T., Jeremy Howick J., Neal Maskrey N., et al.. Evidence based medicine: a movement in crisis? BMJ 2014; 348:g3725 doi: 10.1136/bmj.g3725
  • Sackett D.L., Rosenberg W.M.C., Gray J.A.M., Haynes R.B., Richardson W.S.. Evidence based medicine: what it is and what it isn’t. BMJ 1996;312:7023.
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Mi chiamo Valerio Rosso e sono un medico, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Da anni divulgo i principali temi della Salute Mentale, delle Neuroscienze e della Medicina Digitale come blogger e come YouTuber. Alcune persone mi conoscono anche come musicista (cercatemi su Spotify, iTunes e YouTube Music).
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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Mary Lú dice

    01/06/2022 alle 8:55 am

    Molto interessante, in particolare la bibliografia. Grazie!

    Rispondi
    • Valerio Rosso dice

      01/06/2022 alle 9:21 am

      Grazie! 🪐💫⭐️

      Rispondi

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