Il sistema dell’orexina, un network neuronale scoperto alla fine degli anni ’90, riveste una particolare importanza nel campo della salute mentale e delle neuroscienze.
Il sistema dell’orexina (chiamata anche “ipocretina“) controlla alcune funzioni chiave del nostro organismo: lo stato di veglia, lo stimolo ad alimentarsi, il dolore, il tono dell’umore e molto altro. Attualmente si utilizzano dei farmaci come il DARIDOREXANT, un antagonista duale dei recettori dell’orexina, per combattere delle condizioni psichiatriche come l’insonnia.
Le Origini dell’OREXINA
Il sistema dell’OREXINA rappresenta un’area di studio delle neuroscienze piuttosto recente.
È stato infatti nel 1998, che le notizie della scoperta dell’orexina, chiamata anche “ipocretina”, sono state pubblicate quasi contemporaneamente da diversi gruppi di studio diretti dal Dr. Luis de Lecea e dal Dr. Thomas Kilduff, i quali riportarono la scoperta del sistema dell’ipocretina come sistema di controllo del sonno.
Nello stesso periodo Takeshi Sakurai, presso il Texas Southwestern Medical Center di Dallas, riportava la scoperta delle orexina in relazione alla sua attività stimolante l’appetito da lui definita, appunto, “orexigenica” (stimolante dell’appetito).
Parallelamente, il sistema dell’orexina appariva in diverse pubblicazioni che descrivevano questi neuropeptidi, e la scoperta di due recettori per le orexine presenti nel sistema nervoso, denominati OX1R e OX2R.
Che cosa è lOrexina?
E quindi sappiamo che l’OREXINA, detta appunto anche ipocretina, è un neuropeptide presente in due isoforme l’OREXINA-A (composta da 33 amminoacidi) e l’OREXINA-B (composta da 28 amminoacidi).
Si tratta di due neurotrasmettitori ECCITATORI prodotti da un piccolo gruppo di neuroni, circa 10.000-20.000, localizzati nell’ipotalamo; è importante sapere, però, che questi importanti neuroni proiettano in tutto il cervello e il midollo spinale, dove sono presenti numerosi recettori per l’oressina.
L’oressina lega due recettori specifici, che sono accoppiati a G-Protein, e che si chiamano OX1 e OX2, in particolare l’oressina-A si lega con stessa forza alle due varianti recettoriali, mentre invece l’oressina-B mostra affinità principalmente per il recettore OX2, ovvero 5 volte di più rispetto a quanto leghi il recettore OX1.
È interessante sapere che le due isoforme dell’OREXINA sono molto importanti sul piano filogenetico, tant’è che che risultano essere altamente conservate sul piano evolutivo dato che si ritrovano in tutte le principali classi di vertebrati.
Questo senza dubbio un segnale dell’importanza funzionale di questo sistema neuronale eccitatorio.
A cosa serve l’OREXINA?
L’aumento dei livelli neuronali di orexina (chiamata anche “ipocretina”) stimola varie funzioni molto importanti: lo stato di veglia, il senso della fame, il metabolismo dei grassi, alcuni fenomeni di dipendenza, alcune forme di dolore e il controllo dell’umore; tante funzioni importanti anche se, per il momento, la maggior parte di queste sono da chiarire meglio.
In ogni caso risulta chiaro come il coinvolgimento dell’OREXINA in tutte queste funzioni la possa rendere oggetto di studi nel trattamento di diverse condizioni mediche e psicopatologiche: l’insonnia, l’iper-alimentazione, l’insulino resistenza, la narcolessia, la depressione e forse l’ADHD insieme ad altri disturbi psichiatrici.
Ma partiamo da un dato di fatto ormai ampiamente dimostrato, ovvero che il sistema dell’OREXINA è connesso con il mantenimento dello stato di veglia.
Partiamo da qui per parlare di come la manipolazione farmacologica di questo sistema possa fornire un grande aiuto nel controllo di uno dei sintomi psicologici e psichiatrici più importanti dell’era moderna, ovvero l’INSONNIA.
Infatti negli ultimi anni la ricerca farmacologica si è concentrata su alcune molecole che possiedono la capacità di antagonizzare i recettori dell’orexina.
In questo modo è quindi possibile bloccare la sua azione di mantenimento della veglia e favorire il sonno e quindi si tratta di molecole che permettono di realizzare psicofarmaci IPNOINDUCENTI di nuova generazione: efficaci e privi del fenomeno di dipendenza e di tolleranza che invece è presente nelle molecole ipnoinducenti a base di benzodiazepine.
Daridorexant: un nuovo psicofarmaco per l’Insonnia
Ad esempio in Italia è già disponibile da qualche tempo una molecola chiamata DARIDOREXANT, di cui ho già parlato in vari altri contenuti che si basa proprio su questo antagonismo esercitato sui recettori per l’orexina; se sei un medico e non ne hai ancora sentito parlare potrebbe essere l’occasione buona per andare ad informarti meglio.
Il DARIDOREXANT appartiene ad una classe di farmaci chiamati ANTAGONISTI DUALI DEL RECETTORE PER L’OREXINA.
Quando viene assunto per via orale, il daridorexant, raggiunge il picco plasmatico in circa un’ora e mezza ed ha un’emivita di circa 8 ore, per cui viene metabolizzato e smaltito durante il riposo notturno.
Molto importante sapere che non è una benzodiazepina o una Z-Drug e che quindi non interagisce per nulla con il sistema del GABA e non ha fenomeni di dipendenza e tolleranza ad oggi conosciuti; i suoi effetti collaterali più frequenti sono mal di testa, sonnolenza e fatica diurna in alcuni soggetti.
Bene, questo per dirvi che delle opportunità legate all’orexina sono già percorribili per alcuni pazienti.
Conclusioni sul Sistema dell’Orexina
Sono sicuro che nel prossimo futuro ci saranno molti interessanti sviluppi nelle ricerche riguardanti il sistema dell’orexina e non solo in ambito farmacologico ma anche diagnostico e di lifestyle.
Sono in molti a pensare che dosaggi di queste molecole o di loro metaboliti potranno diventare biomarker di patologia e che alcune pratiche di Lifestyle Medicine potranno influenzare in maniera NON FARMACOLOGICA questi neuropeptidi.
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Bibliografia:
- Song Y, Wang B, Wang W, Shi Q. Regulatory effect of orexin system on various diseases through mTOR signaling pathway. Trends Endocrinol Metab. 2023 May;34(5):292-302. doi: 10.1016/j.tem.2023.02.008. Epub 2023 Mar 16. PMID: 36934048.
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- Pizza F, Barateau L, Dauvilliers Y, Plazzi G. The orexin story, sleep and sleep disturbances. J Sleep Res. 2022 Aug;31(4):e13665. doi: 10.1111/jsr.13665. Epub 2022 Jun 13. PMID: 35698789.
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